105 Il perché di un nuovo allestimento Alessandra Vallet Il 15 settembre 2018 nel castello di Issogne è stato inaugurato un nuovo percorso di visita che amplia il numero di sale visitabili dal pubblico. Si tratta di un’ala del primo piano che Vittorio Avondo, ultimo proprietario del castello prima del suo passaggio al demanio statale, aveva destinato a proprio appartamento privato. Qui verosimilmente Avondo e i suoi amici solevano risiedere durante i soggiorni a Issogne, sin da quando erano in corso i lavori di restauro del cortile e di riarredo dei vari ambienti interni, da Avondo espressamente destinati ad essere luoghi visitabili per chi ne facesse richiesta (fig. 1). Il progetto nasce dalla volontà di porre l’accento su un personaggio - Avondo - forse poco noto al pubblico di oggi, ma straordinariamente importante nell’élite culturale del Piemonte tardo-ottocentesco, responsabile, insieme a un gruppo di studiosi, letterati e artisti appassionati di Medioevo, della riscoperta dei castelli valdostani. Non sappiamo se oggi, senza l’intervento così rispettoso e intelligente di Avondo, sarebbe ancora possibile ammirare il castello di Issogne quasi intatto, godendo del fascino che le antiche decorazioni e gli ambienti arredati ci offrono. A lui si devono l’acquisto dell’edificio nel 1872 e la lunga campagna di lavori sulle decorazioni e sulle sale che ha riportato all’antico splendore le pitture volute da Georges de Challant alla fine del XV secolo. La sua sensibilità e competenza gli ha altresì permesso di riallestire con estremo rigore gli ambienti interni, recuperando alcuni degli arredi originali e integrando il mobilio, se ormai perduto, con copie in stile abilmente realizzate, sulla base dei disegni eseguiti un decennio prima da Alfredo d’Andrade che aveva ancora potuto ammirarli in loco. Se è vero che ogni angolo dell’edificio è, in qualche modo, debitore dell’operato di Avondo e che visitando il castello il suo intervento è costantemente evocato, mancava tuttavia a Issogne uno spazio a lui personalmente dedicato. Perché Avondo non può rimanere fissato nell’immaginario collettivo come un semplice erudito, appassionato di Medioevo e illuminato antesignano del moderno restauro: egli fu pittore di una certa fama, connoisseur internazionalmente stimato, collezionista intelligente, direttore per vent’anni del Museo Civico di Torino e principale “influencer” (diremmo oggi) in quell’ambiente colto e raffinato che in Piemonte guidava le scelte culturali del tempo (fig. 2). I vari aspetti della sua personalità sono esplicitati nel nuovo percorso di visita che reca un titolo volutamente evocativo, Il Castello dei Sogni. La straordinaria avventura di Vittorio Avondo a Issogne, che merita di essere spiegato. Giocando sull’assonanza tra “I sogni” e “Issogne”, il castello di Avondo era diventato per tanti avventori dell’epoca il castello “dei Sogni”. Un nome che non poteva essere più adatto per l’edificio che Avondo voleva riportare agli originari splendori, dando corpo a un sogno straordinario, IL CASTELLO DEI SOGNI LA STRAORDINARIA AVVENTURA DI VITTORIO AVONDO A ISSOGNE Cristiana Crea, Nathalie Dufour, Raffaella Giordano, Maria Paola Longo Cantisano, Albert Novel, Gabriele Sartorio, Alessandra Vallet, Sandra Barberi* 1. Registro dei visitatori, 1882-1951. (M. Giudice) 2. Vittorio Avondo ai tempi dell’acquisto del castello di Issogne. (Archivi beni storico-artistici - fondo Avondo)
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