Bollettino della Soprintendenza

106 vissuto con estrema lucidità, ma anche con un trasporto tale da trasformare tutta la sua operazione di recupero in una vera avventura. Un’avventura intrapresa con l’aiuto e il sostegno degli amici pittori della scuola di Rivara, tra cui Alfredo d’Andrade e Federico Pastoris, e di letterati determinanti nel panorama culturale dell’epoca, quali Giuseppe Giacosa, che lavorarono insieme ad Avondo alle prime fasi del recupero, soggiornando a più riprese nel castello. Ecco dunque il filo conduttore che si ripropone in tutto il nuovo allestimento, ovvero la rievocazione di un’avventura affatto seria e tuttavia magicamente riuscita. Nelle sale dell’appartamento di Avondo il visitatore segue un racconto fatto di narrazioni che animano di suoni e immagini il silenzio delle sale e di grandi fotografie commentate che immortalano i protagonisti dell’ambizioso progetto di recupero tardo-ottocentesco. L’intermediazione dei supporti multimediali è fondamentale per aiutare i visitatori ad entrare un po’ oniricamente in quel clima tra lo spensierato e il visionario che muoveva Avondo e i suoi compagni nell’affrontare i lavori di restauro e che li ha tenuti uniti nel tempo in un saldo legame d’amicizia. L’appartamento di Avondo costituisce dunque un omaggio non solo a quest’uomo intelligente e schivo che al termine della vita volle donare l’antico maniero allo Stato, consegnando di fatto all’Ente pubblico il compito di trasmettere intatto questo monumento ai posteri, ma porge un doveroso omaggio anche a due dei suoi più cari amici: Federico Pastoris e Giuseppe Giacosa. Dedicata a Federico Pastoris, la camera della torre segna il clou emozionale della visita: qui trionfa il dipinto Ritorno di Terra Santa, monumentale tela realizzata da Pastoris nel 1880 e acquisita nel 2009 alle collezioni regionali. Il quadro, ambientato nel cortile del castello di Issogne, muove da un’articolata composizione e da una precisa e rigorosa ricostruzione d’ambiente. È il vero gioiello pittorico ottocentesco del castello, un piacere per gli occhi, un vero racconto per immagini e soprattutto la più riuscita evocazione di quel mondo medievale tanto vagheggiato da Avondo e dai suoi amici (fig. 3). Un posto di rilievo è riservato anche a Giuseppe Giacosa. Il drammaturgo non solo soggiornò lungamente in queste stanze, ospite di Avondo, ma tenne ripetutamente il castello a fonte di ispirazione per le sue opere. In particolare, vi attinse spunti e dettagli per il dramma teatrale Una partita a scacchi, ancora oggi rappresentato a ogni rievocazione storica che si tiene al castello di Verrès, durante il Carnevale. A Giacosa è dedicato un originale racconto biografico che sorprende i visitatori - appassionati o meno della tradizione operistica - che si scoprono a riconoscere questo drammaturgo, sentito ormai come figura di secondo piano della storia letteraria italiana, quale autore di libretti d’Opera universalmente noti, per la Bohème, Tosca e Madama Butterfly, di Giacomo Puccini (fig. 4). Entrare nell’appartamento di Avondo e nel nuovo allestimento significa fare un salto indietro nel tempo e comprendere non solo l’ultima tappa gloriosa della storia del castello, ma anche i presupposti culturali del tardo Ottocento subalpino che, grazie a Vittorio Avondo, hanno permesso la prima vera tutela del monumento in epoca moderna. 3. Federico Pastoris, Ritorno di Terra Santa, 1880, dettaglio. (D. Cesare) 4. Giuseppe Giacosa nel suo studio di Torino, 1897. (Archivio fotografico Comune di Colleretto Giacosa)

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