Bollettino della Soprintendenza

108 alcuni aspetti gestionali legati alla necessità di definire un percorso autonomo rispetto al restante circuito di visita, già straordinariamente denso. Ecco allora che le stanze dell’ala est del primo piano, luoghi in cui scorreva la vita privata di Avondo durante i suoi soggiorni a Issogne, in gran parte esclusi dalla visita, si rivelavano i più adatti a questo scopo, destinando il dipinto di Federico Pastoris, Ritorno di Terra Santa, alla camera della torre angolare. Questi spazi, già probabilmente oggetto di pesanti manomissioni da parte del proprietario precedente ad Avondo, il barone Marius de Vautheleret, necessitavano di lavori di diverso genere: un intervento manutentivo delle pareti intonacate, della decorazione murale e dei soffitti, la revisione delle finestre per evitare dannose infiltrazioni d’acqua, il recupero e la disinfestazione di alcuni manufatti e arredi lignei utili all’allestimento, il restauro di oggetti personali di Avondo da esporre in tale contesto e, soprattutto, un’indagine relativa alla scala a chiocciola, ormai tamponata, che per un certo periodo - e verosimilmente nel secondo Ottocento - doveva aver costituito un ulteriore collegamento tra i due livelli del castello. Lo studio conoscitivo di questa struttura è stato propedeutico a scelte di allestimento che non avrebbero potuto in ogni caso prescindere da essa, sia che fosse risultato utile e significativo pensare a un suo ripristino, sia che si fosse scelto - come poi è accaduto - di obliterarla con un elemento allestitivo perfettamente reversibile. La scala dimezzata: appunti di archeologia Gabriele Sartorio Tra i mesi di febbraio e aprile 2017, in concomitanza con l’esecuzione delle opere manutentive preliminari alla realizzazione del nuovo allestimento museografico nel cosiddetto “appartamento di Avondo”, la Struttura patrimonio archeologico della Soprintendenza ha eseguito una campagna mirata di rilievi grafici finalizzati alla documentazione di alcune strutture pertinenti una porzione di scala a chiocciola dismessa, localizzata al primo piano e all’estremità nordorientale dei corpi di fabbrica del castello (fig. 7). Già conosciuta prima dell’avvio dei lavori di riallestimento museale, ma non adeguatamente documentata o valorizzata, la struttura è stata dapprima completamente svuotata delle macerie e dei materiali di risulta che si erano, nel tempo, accumulati all’interno. Dal punto di vista tipologico si tratta di una scala di morfologia mista: a chiocciola la porzione superiore, con percorrenza discendente in senso antiorario, a sviluppo rettilineo la parte inferiore o quanto ne rimane, con direzione nord-sud. L’elemento, infatti, risulta interrotto sia dall’inserimento della volta sottostante il locale, sia da quello del solaio attuale della stanza, che tuttavia ricalca fedelmente la posizione di un precedente tavolato (fig. 8). Relitto di precedenti e ipoteticamente antichi collegamenti verticali, la scala era già stata fatta oggetto di attenzione in recenti comunicazioni, volte all’analisi dell’evoluzione 7. Rilievo archeologico della scala al primo piano e, in verde, la sua localizzazione nel castello. (Rilievo L. Caserta, elaborazione L. Caserta, D. Marquet, G. Sartorio) 0 50 m 0 1 m

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