Bollettino della Soprintendenza

110 Al piano superiore le analisi effettuate sugli intonaci e l’osservazione del corpo scalare conservato permettono di ricostruire l’originaria decorazione e conformazione del vano. Lo sviluppo circolare della scala fa perno su un muro di spina centrale, dove erano immorsati i gradini, allettati su un riempimento compatto di malta e pietrame (fig. 8). Sul perimetro esterno gli stessi gradini erano invece unicamente appoggiati. L’intonaco di finitura del vano, molto ben conservato, presenta una semplice decorazione grigia della zoccolatura, terminata in alto da una banda rossa, a separare la restante parete interamente bianca (fig. 12). Tipologicamente l’intonaco del vano scalare, a matrice grigia, non corrisponde a quello con finitura a marmorino presente sulle pareti dell’ambiente in cui la stessa scala doveva sbarcare. Per quanto non risolutivi, i sondaggi condotti sui rivestimenti sembrano spingere dunque verso una post-datazione del volume scalare rispetto all’ambiente in cui è inserito. Per tornare, infine, ad una proposta di sequenza cronologica e di datazione per la scala a chiocciola, è verosimile che la stessa sia successiva alla formulazione volumetrica dell’ala settentrionale del complesso castellano, che viene comunemente attribuita, nei suoi attuali dimensionamenti, alla revisione attuata da Georges de Challant nella seconda metà del XV secolo. A parziale sostegno di questa ipotesi, oltre al semplice fatto che le quote di sbarco della scala coincidono con quelle dei piani d’uso quattro-cinquecenteschi, interviene la presenza di una data, il 1567, segnata sull’intonaco di prima fase dell’atrio soggiacente la scala a chiocciola, che dovrebbe esserle precedente. Sebbene non sia possibile affermare alcunché in merito all’epoca di demolizione, è interessante notare come le risarciture seguite alla sua eliminazione, così come quelle riconducibili alla revisione completa della volumetria dell’atrio, siano tutte state eseguite con un intonaco coprente omogeneo, fortemente imitativo dell’originale. Si può insomma avanzare l’ipotesi che l’operazione sia attribuibile proprio all’opera, filologicamente sempre attenta, di Avondo, e collocabile in un momento piuttosto recente della lunga e complessa storia del maniero di Issogne. 11. Sezione ovest-est e prospetto nord del vano voltato al piano terreno. (L. Caserta) 10. Sezione est-ovest e prospetto sud del vano voltato al piano terreno. (L. Caserta) 12. Decorazione della zoccolatura del vano scalare. (D. Marquet) 0 5 m 0 5 m 392,03 m s.l.m. 391,03 390,03 389,03 388,03 387,03 386,03 385,03 384,03 383,03 382,03 392,03 m s.l.m. 391,03 390,03 389,03 388,03 387,03 386,03 385,03 384,03 383,03 382,03

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