Bollettino della Soprintendenza

114 i distacchi di intonaco con iniezioni di materiale adesivo idoneo fino a rifiuto, stuccate le lacune e le fessurazioni con malta composta da polvere di marmo botticino e grassello di calce. Lo zoccolo in malta cementizia presente a livello del pavimento, lungo il perimetro di alcune sale, è stato rimosso, quando degradato e incoerente, ed è stato poi reintegrato con malta di calce premiscelata. Nella Sala d’Armi, al di sotto delle finestre, sono stati rimossi gli intonaci incoerenti a causa delle infiltrazioni di acqua e successivamente reintegrati con malta di calce e sabbia. Nell’ambiente di passaggio che introduce alla camera della torre sono presenti quattro figure dipinte sul marmorino. I personaggi presentavano ancora tracce di una scialbatura a calce malamente asportata. Con il restauro si è proceduto alla rifinitura della pulitura a secco, previa applicazione di compresse di polpa di cellulosa ed acqua demineralizzata, e alla reintegrazione delle abrasioni e delle lacune con velature ad acquerello (fig. 18). Al momento dell’affido alla restauratrice Laura Fallarini, all’interno della camera della torre era già collocata, addossata alla parete orientale, la struttura creata appositamente per il sostegno della tela di Federico Pastoris Ritorno di Terra Santa; considerato l’ingombro e la complessità dello spostamento del dipinto, si è deciso di procedere con la manutenzione degli intonaci sulle tre pareti rimaste libere. L’intervento si è svolto secondo le procedure adottate sul rivestimento monocromo delle altre sale. La manutenzione/restauro della quarta parete è stata eseguita in un secondo tempo dai restauratori dell’Ufficio restauro patrimonio storico-artistico quando, in fase di allestimento, la struttura di sostegno del dipinto è stata collocata nella sua posizione definitiva, sulla parete opposta. In quella stessa occasione è stata mimetizzata, in accordo con la parete di fondo, la quinta creata per l’esposizione della tela (fig. 31). Manutenzioni e restauri finalizzati al riallestimento Cristiana Crea, Raffaella Giordano, Maria Paola Longo Cantisano L’allestimento del nuovo percorso di visita Il Castello dei Sogni. La straordinaria avventura di Vittorio Avondo a Issogne è stata anche l’occasione per presentare arredi e manufatti appartenuti ad Avondo, o da lui fatti realizzare, e prima non esposti al pubblico. L’Ufficio restauro patrimonio storico-artistico ha progettato il restauro di uno scrittoio, di un baule da viaggio e di due valigie, una delle quali recante il monogramma di Vittorio Avondo, conservati nella Garde robe de la Tapysserie del castello. Questi arredi polimaterici, costituiti da legno, tessuto, cuoio, metallo e carta, versavano in cattive condizioni di conservazione. L’intervento, affidato a Tiziana Assogna, restauratrice di tessuto e cuoio, che si è avvalsa di collaboratori con specifiche competenze per i diversi materiali, ha limitato il degrado e ha ridato a tali manufatti una dignità dimenticata. Sempre la stessa ditta ha provveduto alla pulitura del tessuto in cotone rigato che fodera il materasso e i cuscini del divano, collocato per l’allestimento nell’Oratorio di Marguerite, ambiente utilizzato da Avondo come studio per dipingere, come si deduce da un inventario del 1911. L’arredamento qui è completato da un tavolino, all’interno del quale vi è un’iscrizione manoscritta con dedica al cavaliere Avondo, lo sgabello da pittore e una ciotola con i colori ad olio. Tutti gli arredi lignei qui esposti sono stati trattati con permetrina, per prevenire attacchi di insetti xilofagi. Nella Camera di Marguerite de La Chambre, dove sono state collocate le valigie e il baule, sono esposte anche due sedie rosse la cui manutenzione è stata effettuata dai restauratori della Soprintendenza come anche quella dell’alpenstock esposto nella stanza di passaggio alla torre, ora dedicata alla “lieta brigata” (fig. 19). 19. Valigie restaurate nel nuovo allestimento. (D. Giachello) 18. Figura femminile, dopo il restauro. (P. Minioni)

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