127 Nello specifico, l’esposizione prevede da un lato il racconto della storia del castello, che emerge dalle sue fasi architettoniche, storico-artistiche e famigliari; dall’altro l’analisi del Medioevo, declinato nei suoi aspetti sacri, profani e fantastici; per ultimo, anche dal punto di vista del percorso, un approfondimento stilistico sulla scultura lignea e in particolare sulla figura di Jean De Chetro, artista di cui si presenta un’opera pressoché inedita, La Pietà, in un serrato dialogo con i pannelli lignei profani provenienti da un altro castello di famiglia, quello di Introd. Nell’ottica del progetto museale, un aspetto significativo che le recenti indagini archeologiche hanno evidenziato è la sua identità di castello di piano, che lo accomuna ad altri edifici della regione, come la Tour de l’Archet a Morgex, la Tour de Villa ad Arnad o la Tour de la Plantà a Gressan, ovvero di strutture la cui funzione principale doveva essere di controllo giurisdizionale del territorio, oltreché di forte significanza nella segnalazione del possesso fondiario. Nella caratterizzazione del monumento, rimane centrale la decorazione pittorica e scultorea della cappella e di alcune sale, il cui interesse dal punto di vista storico-artistico è tale da farne uno dei siti più interessanti della Valle d’Aosta in relazione ai secoli XIII-XV. Il soffitto scolpito del Salone principale, detto Sala delle Teste, risalente alla prima metà del Quattrocento (l’analisi dendrocronologica ha fornito una data di abbattimento degli alberi tra il 1431 e il 1432), costituisce un prezioso esempio di singolare e pregevole manifattura valdostana. Si compone di una folla di mensole intagliate con figure di esseri mostruosi o diabolici, teste umane, animali, visi grotteschi, scenette licenziose o elementi osceni.3 Un’opera di questo genere non doveva essere un caso isolato: realtà analoghe erano verosimilmente presenti nel Quattrocento nei castelli e negli edifici sacri valdostani. Solo l’esempio di Sarriod de La Tour è però giunto sino a noi. Un’attenzione particolare è stata rivolta alla possibilità di aumentare la fruibilità degli spazi interni, anche se questi aspetti dovranno essere correttamente valutati con i professionisti incaricati del progetto architettonico. La centralità del torrione primitivo, nell’evoluzione architettonica del castello Sarriod de La Tour, invita a offrire al visitatore la possibilità di “vivere” in prima persona l’esperienza della torre come luogo di controllo del territorio circostante (oggi luogo privilegiato per ammirare tutta la valle centrale) e quindi suggerisce un ampliamento - seppur occasionale e contingentato - del percorso di visita fino all’altana della torre. Il transito e la visita negli ambienti del sottotetto - oggi chiusi al pubblico - oltre a consentire una migliore articolazione dei percorsi di scoperta delle sale, permetteranno di raddoppiare gli spazi a disposizione dei visitatori. Saranno da valorizzare anche gli spazi esterni compresi nella cinta muraria e le aree esterne di accesso all’edificio, per le quali andrà potenziata e meglio articolata la segnaletica, in coordinamento con le iniziative di comunicazione che andranno declinate all’interno di un vero piano di marketing. L’ambizioso obiettivo finale prevede quindi la creazione di una dimensione spaziale concreta completamente nuova, in grado di far rivivere il castello in tutta la sua ampiezza e monumentalità, di concerto con tutto il territorio circostante e con una strategia di uso misto, tra visita museale, eventi o esposizioni (fig. 2). 2. Anticappella e viret. (D. Cesare)
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=