140 Una successiva lettera del 20 gennaio 1735 pone qualche problema d’interpretazione. Scrisse allora il Crosa: «Monsieur Maggi me dit estre fini vostre portrait. Et que vous po[u]vez envoyer chez moy l’argent pour le retiré, et vous l’auriez».50 Non si capisce cosa abbia fatto il citato Maggi e quale sia il ritratto in questione, potendosi riferire il pronome “votre” tanto al soggetto del quadro che alla proprietà del medesimo. Se si fosse trattato del dipinto della Clementina dovremmo concludere che questo, alla fine del 1734, era nelle mani di di un altro professionista per dei lavori accessori; potrebbe essersi trattato di quel Giacinto Maggi, modesto pittore, che nel 1750 fu pagato per lo smontaggio, lavaggio e rimontaggio di 266 quadri nel castello di Rivoli.51 In ogni caso la tela della Clementina si trovava allora ancora a Torino. Tra febbraio e marzo 1735 il procuratore Crosa, ricevuto da Jean-Gaspard un Luigi d’oro, gli ricordò garbatamente il suo debito annotando sulla ricevuta: «Souvenez-vous de Madame Clementine qu’elle attend sa paye du portrait».52 Le peripezie del ritratto di Jean-Gaspard stavano intanto divenendo un affaire di cui si iniziava a mormorare, così si fece decisamente più fermo il tono che il Crosa assunse il 18 maggio, quando sottolineò l’opportunità che queste voci non giungessero ad Aosta: «Si racorderà di mandar ritirar il ritratto per togliere mottivo alle doglianze che si fanno qui e si potrebbero portar anche in cotteste parti. Mi scusi della confidenza».53 La frase era inizialmente «Si racorderà di mandar il dinaro», poi corretta nella versione soprariportata, quindi è evidente che a quella data il prezzo dell’opera ancora non era stato saldato. Forse toccato nella sensibile carne dell’onore JeanGaspard si risolse a saldare il conto e a fare finalmente ritirare il ritratto, che giunse così al castello Sarriod de La Tour dopo circa due anni dalla sua realizzazione. Possiamo solo immaginare il sollievo dell’avvocato Crosa che, il 18 giugno 1735, poté finalmente scrivere: «Con tutta la mia soddisfazione intendo l’ar[r]ivo costì del ritratto che mi suppongo non avrà pattito», aggiungendo: «transmetto la quietanza di Monsieur Clement».54 Dalle corti al castello: appunti sul ritratto della Clementina a Sarriod de La Tour Viviana Maria Vallet, Daniela Platania* Il parziale riallestimento del castello, per il quale si rimanda allo specifico articolo in questo Bollettino, ha permesso di riportare in una delle sue sale alcuni ritratti, tra cui appunto quello della Clementina (fig. 4).55 L’ambizione e il gusto di Jean-Gaspard signore di Sarriod ben si sposa con la presenza del dipinto al castello dove Jean è l’ultimo a risiedere. L’odierna collocazione sembra quanto mai opportuna: si tratta di una stanza che dopo essere passata da «stupha» a cucina nel corso dei secoli, diventa all’inizio del Settecento una “saletta” con tanto di stemma legato al committente sul camino. Tuttavia, non sarebbe da scartare neanche un’ulteriore quanto suggestiva ipotesi che vedrebbe la Sala delle Teste utilizzata come quadreria di rappresentanza del castello, come si può dedurre dalla presenza sugli intonaci della parete sud di alcuni nomi di membri della famiglia Sarriod scritti in lettere capitali rossastre, in maniera così ordinata da sembrare delle didascalie di dipinti probabilmente un tempo posizionati sulle pareti come memorie di antenati illustri (fig. 5). Del resto, una scelta analoga è stata fatta nel castello di Aymavilles, dove il salone d’onore al piano nobile ospitava, come tramandano i documenti, diversi ritratti e dipinti di vario genere tra cui un quadro della Clementina, oggi disperso.56 Anche nel Castello Reale di Sarre è presente un ritratto attribuito alla pittrice che raffigura Carlo Emanuele III re di Sardegna (fig. 6), probabilmente giuntovi dopo l’acquisto della dimora da parte di Vittorio Emanuele II nel 1869.57 La presenza di questi ritratti nei castelli valdostani testimonia una volta di più come le altolocate famiglie locali avessero contatti stretti con le corti e i sovrani piemontesi e quanto fossero sensibili al gusto e alle scelte alla moda, che vogliono riprodurre nei loro antichi manieri. La Clementina era in assoluto la pittrice più in voga nelle corti del Settecento58 e la sua perizia tecnica appare evidente nel ritratto di Jean-Gaspard: dai raffinati boccoli della parrucca, alle lumeggiature sullo spesso tessuto del mantello color porpora, richiamo evidente alla carica del committente in seno al 4. I dipinti riportati al castello Sarriod de La Tour. (D. Cesare)
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