141 Conseil de Commis, traspare l’influenza fiamminga ereditata da Martin Van Mytens, di cui era stata allieva. L’attribuzione ad annum di questo dipinto permetterà di collocare meglio cronologicamente altri quadri della Clementina, ma già adesso si riesce a espungere il ritratto di Jean-Baptiste de Tillier (fig. 7), spesso confuso con questo, oggi conservato nell’ufficio del Sindaco di Aosta, datato alla prima metà del XVIII secolo e realizzato da un anonimo pittore.59 Devono aver tratto in inganno la simile veste porpora con gallone d’oro del Conseil de Commis, di cui anche Jean-Baptiste de Tillier era membro, la parrucca boccoluta, l’analogo jabot di pizzo. Non bisogna poi dimenticare che Jean-Gaspard e il De Tillier, come è stato detto, erano anche parenti, sia perché lo storico valdostano aveva sposato Susanne-Françoise, sorella di Jean-Gaspard, nel 1722, sia perché quest’ultimo era il marito della figlia di Jean-Baptiste, Marie-Madeleine. Alla luce di queste considerazioni, conoscendo le vicende famigliari dei Sarriod de La Tour, un altro ritratto ritornato al castello sembrerebbe pertinente con la storia del committente della Clementina e con questo secondo pittore, poiché la nobildonna con manto azzurro (fig. 8), con buona probabilità, potrebbe essere la moglie di Jean-Gaspard, andata in sposa nel 1728.60 Il dipinto, infatti, è databile alla prima metà del Settecento per motivazioni stilistiche legate soprattutto alla moda degli abiti e all’acconciatura: il corpino aderente è di forma conica con un’ampia scollatura rotonda bordata di pizzo e frontalmente rimane aperto a mostrare un triangolo di tessuto riccamente decorato tipico dell’epoca; inoltre le maniche presentano un inserto prezioso all’altezza del gomito e dall’acconciatura spuntano alcune perle e un fermaglio in centro. L’autore non ha certo le capacità della Clementina, come si nota in particolare dal trattamento delle pieghe nelle vesti, dai colori poco brillanti e dalle ombreggiature abbozzate; si avvicina piuttosto al pittore che ha realizzato anche il ritratto del padre di Marie-Madeleine, Jean-Baptiste de Tillier, tanto più che nei due volti affiora un’aria di famiglia e una medesima resa di alcuni tratti fisionomici. Lo sforzo per far rientrare i dipinti al castello è all’inizio e già le piste battute hanno dato risultati insperati; tuttavia, molto è ancora da fare. Aspettano una corretta contestualizzazione cronologica e storica, oltre a una pertinente collocazione, la splendida dama Sarriod nei depositi della Soprintendenza per i beni e le attività culturali (fig. 9) e il ritratto di Claudius in collezione privata: insieme ad altri arredi sapranno restituire al castello l’aspetto di un’antica dimora abitata, come doveva ancora essere al tempo di Jean-Gaspard. 5. Ipotesi di didascalia di un ritratto (Claudius?) sul muro della Sala delle Teste nel castello Sarriod de La Tour. (D. Cesare) 7. Jean-Baptiste De Tillier, olio su tela, prima metà del XVIII secolo. (Archivi catalogo beni culturali) 6. Giovanna Battista Buzano, detta la Clementina, Carlo Emanuele III, olio su tela, metà del XVIII secolo. (D. Cesare)
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