Bollettino della Soprintendenza

148 Il Maestro di Montiglio al castello di Quart: nuove letture Viviana Maria Vallet Il pittore che Enrico di Quart chiama a decorare il grande salone di rappresentanza del suo imponente castello, presumibilmente all’inizio del settimo decennio del Trecento, è un maestro, purtroppo ancora anonimo, di grande reputazione e di indubbio livello tecnico-qualitativo, come è stato ampiamente illustrato.1 Nel castello di Quart si conservano, in alcuni punti della parte alta della Magna Aula, lacerti di decorazione pittorica attribuibili al Maestro di Montiglio e alla sua bottega, mentre gran parte del suo intervento è stato cancellato dai successivi lavori di trasformazione della sala che hanno ridotto in frammenti le pitture a parete. L’intervento di riordino, per ora ancora parziale, delle centinaia di casse di intonaci dipinti recuperati grazie agli scavi archeologici nel sito consente di avanzare qualche ulteriore riflessione sul percorso e sulle prassi tecniche di questo prolifico pittore, la cui esuberante personalità artistica e lo stile cristallino, a un tempo monumentale ed esornativo, lasciano un considerevole segno nel panorama figurativo dell’Italia nord-occidentale del Trecento. Come illustra nel successivo contributo la restauratrice Maria Gabriella Bonollo, della ditta Gallarini Bonollo S.n.c., la prassi metodologica di inventariazione e di riordino dei frammenti messa in atto dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta si è consolidata negli anni grazie, oltre che allo sperimentale caso di Quart, all’esperienza derivata in seguito alla sistemazione dei cospicui materiali emersi dalle campagne archeologiche condotte in diversi edifici medievali della regione.2 Di recente, inoltre, le conoscenze in questo settore si sono ulteriormente sviluppate in relazione alla collaborazione avviata con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, rivolta, nell’ambito di due tesi di laurea, a un progetto di valorizzazione dei frammenti provenienti dallo scavo della chiesa di Hône: in questo specifico ambito, le moderne tecnologie digitali si sono rivelate particolarmente strategiche per la rilevazione dei dati e le conseguenti possibilità di ricomposizione delle scene attraverso i profili dei bordi. Da tali presupposti, di aperta collaborazione e confronto diretto tra specialisti dei vari settori (storici dell’arte, restauratori e operatori nel campo della diagnostica sui beni culturali), ha preso le mosse quest’ultimo intervento di studio sui frammenti di Quart, che ha potuto godere in corso d’opera, oltre che del supporto del LAS (Laboratorio Analisi Scientifiche della Soprintendenza) per l’esecuzione delle analisi scientifiche, del prezioso e attento contributo di Bernardo Oderzo Gabrieli, storico dell’arte, esperto in particolare nello studio dei materiali e delle tecniche pittoriche.3 L’impresa pittorica del Maestro di Montiglio a Quart, intorno al 1363, s’inquadra come fase conclusiva dei lavori commissionati nel quinto decennio del XIV secolo da Enrico, signore del luogo. Figura di primo piano nel contesto storico del Trecento valdostano, il suo governo si estendeva su un’ampia giurisdizione cresciuta nell’arco circa di un secolo e mezzo tra le terre a ovest di Aosta, la Valle del Gran San Bernardo e il Vallese.4 Rivolti all’ampliamento del complesso fortificato, questi interventi avevano previsto un massiccio sviluppo verso meridione, comprendendo la creazione di un vasto ambiente di rappresentanza, la Magna Aula, fulcro della vita “pubblica” e privata del castello. Nutrito di evidenti aspirazioni rivolte all’aumento di credito del proprio nome, Enrico aveva affidato alle possenti mura del castello di famiglia, superbamente incastonato tra le foreste della conca meridionale di Aosta, un evidente messaggio di affermazione del proprio potere, trasmesso anche attraverso una grande attenzione all’aspetto estetico degli interni. L’analisi autoptica dei frammenti provenienti da questo salone e una prima ricognizione effettuata sulle pareti murarie, in attesa di ulteriori accertamenti previsti in occasione del prossimo restauro, hanno chiaramente segnalato la presenza di due intonaci sovrapposti, relativi agli interventi di due diversi ateliers in successione.5 Se il primo ciclo in ordine di tempo, più corsivo ma già piuttosto sviluppato sulle pareti interne, si colloca in una fase appena seguente al 1345, legandosi forse, come lascerebbe intuire l’unico brano figurativo superstite, a qualche narrazione cavalleresca ispirata alla letteratura cortese (fig. 1), di rilievo tecnico-stilistico ben più alto si presenta l’intervento del Maestro di Montiglio alcuni anni dopo (fig. 2). A proposito di quest’ultimo, un probabile riferimento storico individuato dalla critica per circoscrivere l’epoca di esecuzione del grandioso rivestimento pittorico si riferisce al matrimonio tra Enrico di Quart e Pentesilea di Saluzzo, da collocare presumibilmente in un momento non troppo successivo al 26 marzo 1363. L’ipotesi formulata da Elena Rossetti Brezzi si basa su due documenti susseguenti che recano quella precisa data: il primo consiste in una quietanza rilasciata dallo stesso Enrico a Federico II di Saluzzo, fratello di Pentesilea, con l’ammontare della cospicua dote (settemila fiorini) da corrispondere al signore di Quart; a questo documento si lega un ulteriore scritto che registra l’obbligazione per il pagamento di parte della somma.6 Nel suo regesto la dama viene definita «futura moglie del signore di Quart». Malgrado al momento non sia possibile in nessun modo creare una diretta relazione tra l’unione matrimoniale e un’eventuale decorazione del salone, risulta tuttavia evidente che l’ingente contributo economico ricevuto dai Saluzzo debba aver in ogni caso rappresentato un’opportunità a dir poco propizia per il signore di Quart. Al di là quindi della precisa data d’esecuzione delle pitture, per cui sovvengono piuttosto le considerazioni di stile in relazione agli altri cicli noti del Maestro, la scelta da parte L’INTERVENTO DI RIORDINO DEI FRAMMENTI DI INTONACI DIPINTI PROVENIENTI DALLA MAGNA AULA DEL CASTELLO DI QUART CONTRIBUTI RECENTI SUL MAESTRO DI MONTIGLIO Viviana Maria Vallet, Maria Gabriella Bonollo*, Bernardo Oderzo Gabrieli*

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