Bollettino della Soprintendenza

160 mostrando una predilezione per punzonature e ornamenti a lamina su scialbo di calce.58 Semmai, in seno a queste due botteghe, vanno riconosciuti i prodromi alla produzione di Jaquerio ed epigoni, da ricercare in quanto rimane della decorazione della prima cappella a sinistra in San Pietro ad Avigliana e della cappella di San Giovanni Battista in Santa Maria della Scala a Moncalieri.59 Ma seguendo le tracce segnate efficacemente dallo stile e confermate ora dalla tecnica, la presenza in Valle d’Aosta dell’anonimo pittore di Montiglio permette piuttosto di riconoscere l’attività della sua bottega in alcune delle pitture trecentesche nella pieve di San Lorenzo a Settimo Vittone, come il bel santo benedicente con donatore dipinto nella nicchia del presbiterio (fig. 20) e forse anche il frammento della Madonna della Misericordia in controfacciata, da datarsi quindi intorno al 1363.60 1) Il saggio di S. NOVELLI, Il maestro di Montiglio, dal Monferrato a Quart in, S. ROMANO, D. ZARU (a cura di), Arte di corte in Italia del Nord. Programmi, modelli, artisti (1330-1402 ca.), Atti del Convegno (Lausanne, 24-26 maggio 2012), Roma 2013, pp. 295-319, che raccoglie la bibliografia precedente sul Maestro di Montiglio, dovrà oggi leggersi in rapporto al recente studio inedito di Bernardo Oderzo Gabrieli nell’ambito dell’incarico ricevuto dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, coordinato da chi scrive, Sul Maestro di Montiglio: i frammenti della Magna Aula del Castello di Quart, presso archivi SBAC, febbraio 2018, in parte confluito nel presente articolo a firma dell’autore. 2) Il numero consistente di casse contenenti frammenti dipinti, riferibili a cicli pittorici di diversa cronologia provenienti da realtà monumentali sparse sul territorio, ha richiesto un intervento di censimento di questi materiali conservati nei depositi, affidato a Giorgia Pasquettaz. Per i cicli di Quart si confronti V.M. VALLET, G. PASQUETTAZ, D. PLATANIA, Primi interventi di valorizzazione nel castello di Quart, in BSBAC, 12/2015, 2016, pp. 133-136. 3) Si rimanda alla precedente nota 1. 4) J.-G. RIVOLIN, I siri di Quart, in IDEM (a cura di) Quart. Spazio e Tempo, Quart 1998, pp. 99-149; A. PESSION, Un esempio dell’amministrazione sabauda: il primo conto della castellania di Quart e Oyace (1377-1378), Aosta 2015. 5) L’argomento è stato di recente affrontato in V.M. VALLET, Tracce di cultura cortese nell’arco alpino occidentale: linguaggi e testimonianze figurative in Valle d’Aosta tra Duecento e Trecento, in S. CASTRONOVO (a cura di), Carlo Magno va alla guerra. Le pitture del castello di Cruet e il Medioevo cavalleresco tra Italia e Francia, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Madama, 29 marzo - 19 luglio 2018), Novara 2018, pp. 72-73. Le prime ipotesi in merito si trovano in V.M. VALLET (a cura di), Il castello di Quart: indagini archeologiche, cantieri di restauro e valorizzazione, c.s. Per le questioni stilistiche e maggiori approfondimenti sui dati provenienti dall’analisi materiale si veda il successivo contributo di Bernardo Oderzo Gabrieli. 6) La prima ipotesi di datazione al 1363 circa si deve a E. ROSSETTI BREZZI, La pittura gotica in Valle d’Aosta, in EADEM (a cura di), Fragmenta picta: testimonianze pittoriche dal castello di Quart, secoli XIIIXVI, catalogo della mostra (Saint-Pierre, castello Sarriod de La Tour), Aosta 2003, pp. 12-19; è stata quindi ripresa nello stesso volume da E. RAGUSA, Maestro di Montiglio. Frammenti di affreschi con figure e motivi decorativi, 1360 circa, pp. 24-27 e da tutta la critica successiva. I regesti dei due documenti del 1363 sono trascritti in: L. COLLIARD, Inventaire des documents relatifs à la Vallée d’Aoste conservés aux Archives d’Etat de Turin, in AA, V, 1971-1972, p. 393. 7) Gli studi di Bruno Orlandoni sui cantieri valdostani rivolti alla costruzione dei castelli hanno messo in evidenza la contiguità cronologica tra l’ampliamento del sito fortificato di Quart, voluto da Enrico, e l’edificazione del castello monoblocco di Ussel, promossa da Ebalo II di Challant in anni successivi al 1345, data di posa della prima pietra, si veda B. ORLANDONI, Costruttori di castelli: cantieri tardomedievali in Valle d’Aosta, tomo I, Il XIII e il XIV secolo, in BAA, XXIII, 2008, pp. 83-86, 125-134 (paragrafi Sulla presenza e sul ruolo del committente: la fondazione del castello di Ussel e La scomparsa dei Cly e dei Quart e i restauri sabaudi al castello di Quart dal 1378 al 1385). Sulla base delle conoscenze archeologiche attualmente disponibili, si rileva che per il grande ambiente a piano terra del castello di Ussel - anch’esso appunto edificato nel quinto decennio del secolo - non fossero state previste decorazioni. Guardando ad altre dimore Challant, nel castello di Fénis il grande salone era stato arricchito, presumibilmente già nei primi decenni del Trecento, da semplici motivi geometrici aniconici, ancor oggi in parte visibili nel loro stato primitivo, cfr. VALLET 2018, p. 71 (citato da nota 5). 20. Bottega del Maestro di Montiglio, santo con donatore, 1363 ca., Settimo Vittone, pieve di San Lorenzo, nicchia del presbiterio. (B.O. Gabrieli)

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