Bollettino della Soprintendenza

176 Le fotografie eseguite prima di iniziare l’intervento (figg. 3a-b) mostrano il busto di Cristo privo degli arti superiori: sul lato sinistro del corpo, in corrispondenza della zona di innesto del braccio, è ben visibile l’alloggiamento destinato ad accoglierne la terminazione; sul lato destro, dal cavo ascellare fuoriesce una caviglia in legno, forse originale o, più probabilmente, risalente al precedente intervento manutentivo segnalato da Aghetta. Dalle immagini risultano altresì evidenti i numerosissimi fori di sfarfallamento causati dalla fuoriuscita degli insetti xilofagi e la forte erosione del materiale ligneo costitutivo. Nella sua relazione, Aghetta elenca le differenti operazioni in cui si è articolato il suo intervento: il consolidamento del supporto ligneo e il ripristino delle mancanze di adesione tra gli strati pittorici è stato effettuato per mezzo di Airvel 523, un prodotto di cui non si è potuto appurare la natura non avendone trovato notizia, e di Paraloid B72,6 entrambi disciolti in varia percentuale in solventi organici; la pulitura, eseguita con miscela 4A (in parti uguali: acqua, alcool etilico, acetone e ammoniaca); l’incollaggio delle braccia con acetato di polivinile caricato con filamenti di canapa; la successiva stuccatura con pasta di legno e l’inserimento in uno dei due alloggiamenti di una caviglia in legno; l’occlusione delle fessurazioni del supporto ligneo sul torace e sul perizoma con filamenti di canapa mescolati con acetato di polivinile; la reintegrazione eseguita per velatura; infine l’applicazione di una protezione finale (Paraloid B72 al 3% in tricloroetano). Terminato l’intervento, viene realizzata una nuova croce sulla quale affiggere l’opera restaurata. Non viene ripristinato alcun tipo di chiodatura, lasciando i fori presenti sulle mani e sui piedi privi di vincoli; un occhiello, avvitato sul dorso della scultura, agganciato a una vite a L fissata al montante verticale, assicura il Cristo alla croce. 2017 La progettazione del nuovo intervento La volontà di ricomporre il Crocifisso per destinarlo al costituendo Museo d’arte sacra della parrocchiale di Perloz ha fornito l’occasione per riunire il Cristo alla sua croce, procedendo al tempo stesso a una revisione dello stato di conservazione di entrambi. L’attento esame visivo dei due manufatti e le indagini condotte dal LAS (Laboratorio Analisi Scientifiche della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta), presentate a seguire questo contributo, hanno consentito di acquisire le necessarie informazioni relative alle modalità esecutive e allo stato di conservazione dell’antica croce, e di precisare e integrare quanto già enunciato sulla scultura nella relazione del 1986.7 3a.-b. Il Cristo, privo delle braccia, all’inizio del restauro del 1986. Dall’alloggiamento dell’arto destro fuoriesce un perno ligneo inserito, probabilmente per migliorare la tenuta dell’innesto, nel corso di un precedente e non documentato intervento manutentivo. (D. Aghetta)

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