Bollettino della Soprintendenza

177 Le condizioni conservative - La croce Misura 191x150x4 cm; è costituita da due tavole di castagno, con le fibre disposte perpendicolarmente, unite da un incastro a mezza pialla rinforzato da un chiodo ribattuto sul retro. Il lato anteriore e lo spessore delle tavole sono rivestiti da uno strato preparatorio bianco sottilissimo a base di gesso, ricoperto da una sottile policromia marrone rifinita da linee scure che simulano le venature del legno; la stesura pittorica è assente dal retro della croce. Sul braccio verticale sono stati applicati tre elementi in legno di tiglio intagliati e dipinti: all’estremità inferiore un teschio con tibie incrociate è stato fissato con due viti recenti inserite dal retro della tavola; immediatamente al di sopra è posto un cartiglio, assicurato da un chiodo antico e uno di recente fattura, che sembra recare i resti di un motivo decorativo; all’estremità opposta del braccio è collocato il cartiglio con la scritta «INRI», anch’esso fermato da un chiodo antico e uno di recente fattura. Gli elementi applicati sono caratterizzati da uno strato preparatorio bianco sottile, a base di gesso, rivestito di cromia; sui due cartigli sono presenti piccole tracce di doratura, eseguita a guazzo su bolo rosso. Sulla croce non si riscontrano danni da attacchi di insetti xilofagi; al contrario, sugli elementi applicati questa tipologia di degrado, pur non essendo più in atto, è presente in maniera evidentissima: la materia lignea è molto fragile, di consistenza spugnosa ed è crivellata dai fori di sfarfallamento. - La scultura (figg. 4a-b) Il panneggio laterale del perizoma è costituito da un massello aggiunto; sul suo verso sono visibili due chiodi in ferro, assai ossidati. Le parti del corpo a contatto con la croce - il retro del capo, del torso e del perizoma - sono sommariamente sbozzati; su di essi è presente una preparazione bianca, ma non vi sono resti di cromia. Solo le braccia e le gambe sono lavorate a tutto tondo e sono interamente dipinte. Al di sotto della pellicola pittorica, sono state individuate piccole tracce sparse di una precedente stesura cromatica. Forse in occasione dell’applicazione della seconda e più recente finitura, si è intervenuti sul perizoma: su di una rigessatura che occulta una sottostante e più antica lamina aurea della quale restano minimi frammenti, è stata eseguita la doratura attualmente visibile; entrambe le foglie sono state applicate a guazzo su bolo rosso. I capelli e la barba del Cristo non mostrano tracce di doratura. Sul risvolto del perizoma e sul cingulum che lo trattiene sui fianchi si osserva una lamina d’argento fortemente annerita e molto lacunosa, che reca tracce di una coloritura verde; una finitura cromaticamente assai simile è presente sulla corona ad anello che cinge il capo di Cristo. Le fessurazioni del supporto ligneo colmate nel restauro del 1986 si sono, con gli anni, riaperte e ulteriormente divaricate; altre fessurazioni interessano, seppure in misura minore, la nuca di Cristo e il retro dell’elemento applicato con il teschio (fig. 5). Numerose ed estese sono le lacune degli strati preparatori e della pellicola pittorica; su tutta la superficie si rileva un consistente deposito di polvere e di sudiciume, al di sotto del quale la resina acrilica, applicata sia come protettivo sia come consolidante, appare fortemente ingrigita. Anche sulla scultura sono manifesti i danni prodotti dagli insetti xilofagi, che hanno causato un notevole infragilimento dell’opera e cospicue perdite di materiale costitutivo nella zona di innesto delle braccia. 4a.-b. Il Cristo prima del restauro del 2018. È evidente la disposizione asimmetrica delle braccia. (D. Cesare)

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