179 Si è poi proceduto alla separazione delle braccia dal busto, ponendo la massima attenzione nell’evitare ulteriori perdite del materiale ligneo costitutivo, già fortemente indebolito ed eroso dagli attacchi degli insetti xilofagi (figg. 7a-c). Le stuccature che colmavano gli alloggiamenti delle estremità delle braccia e le fessurazioni del supporto ligneo, risalenti ai precedenti interventi, sono state eliminate alternando l’applicazione di una soluzione di acqua calda e acetone (in proporzione 1:1, previa interposizione di un foglio di carta giapponese) all’azione meccanica del bisturi. I cavicchi rimossi dagli innesti delle braccia e la filzetta asportata dalla fessurazione dell’addome si presentavano completamente erosi e pulverulenti (fig. 8). Il supporto è stato consolidato con ripetute applicazioni a pennello di Rexil10 in white spirit in proporzione 1:1. Poiché gli innesti originali delle braccia sono andati perduti, in ciascuna estremità degli arti superiori è stato inserito un cavicchio di noce del diametro di 13 mm lungo 5 cm; gli alveoli nel busto destinati a riceverli sono stati consolidati e adeguatamente predisposti (figg. 9a-b). Ove necessario, si sono ristabilite l’adesione e la coesione degli strati pittorici, intervenendo a pennello con Acrilmat11 diluito in acqua in proporzione 1:1. Il foro sul dorso del Cristo, praticato per inserirvi l’occhiello poi agganciato alla croce di recente fattura, è stato dapprima consolidato con Rexil e poi chiuso con resina epossidica bicomponente bianca SV 640. La ricomposizione dell’opera Terminato l’intervento prettamente conservativo, sono iniziate le prove di ricomposizione del Crocifisso. La scultura è stata posizionata collocando le braccia in modo che i fori sulle mani e sui piedi si sovrapponessero a quelli della croce; l’inserimento di tre perni lignei in legno di noce, lunghi 8 cm e del diametro di 13 mm, ha consentito di ripristinare momentaneamente l’antica chiodatura. È subito risultato evidente che a questa chiodatura corrisponde una diversa disposizione del Cristo: non solo delle braccia, di cui si è già osservata l’anomala asimmetria nella foto del 1985, ma anche del corpo che non risulta più disteso, con le spalle e il dorso a diretto contatto con il braccio verticale della croce, ma distaccato da esso di circa 5 cm, con il capo quale punto di massimo aggetto.12 Tale postura viene confermata anche dall’andamento dei fori presenti sulle mani: essi le attraversano con un percorso diagonale - e non ortogonale - rispetto al piano della tavola, comportando una rotazione verso l’esterno dei palmi e di conseguenza anche delle braccia. Individuato il corretto posizionamento della scultura sulla croce (figg. 10a-b), si è deciso di non ricomporla in maniera definitiva, ma di procedere sulle parti separate con le operazioni di stuccatura e reintegrazione pittorica, riservandosi di completare tali lavorazioni, in particolare le ricostruzioni nella zona del cavo ascellare e delle spalle, una volta riposizionate in via definitiva le braccia e vincolato il Cristo alla croce. Mantenendosi sottolivello rispetto alla circostante pellicola pittorica, le mancanze del supporto ligneo sono state colmate e ricostruite con resina epossidica SV640, applicata a spatola e rasata con bisturi e carte abrasive, mentre nelle fessurazioni ripulite sono state inserite filzette in legno 7a.-c. a) Sul retro, sono ben visibili i punti di innesto delle braccia al busto e le stuccature risalenti al restauro del 1986, b) sul fronte il dettaglio mostra la ricostruzione della zona ascellare sinistra eseguita nel 1986, c) la separazione del braccio destro dal busto, effettuata nel corso dell’intervento del 2018, rivela le modalità e i materiali utilizzati per la collocazione dell’arto nel corso dell’intervento del 1986. (C. Béthaz) a b c
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