Bollettino della Soprintendenza

12 di una fauce arretrata, probabilmente in grandi blocchi di calcare di travertino, base per un ampio arco centrale del tutto simile alla sistemazione primaria della fauce arretrata della porta Prætoria, al momento, però, senza chiari indizi di fornici laterali. Le indagini condotte nel 2017 hanno consentito di acquisire nuovi dati, soprattutto per quanto concerne la fauce avanzata. Lo scavo ha smentito l’ipotesi proposta nel 200810 che la parte anteriore della sistemazione in opus quadratum di travertino rappresentasse un elemento primario. Le relazioni stratigrafiche sono state confermate ma sembra trattarsi di momenti diversi di una singola attività costruttiva (figg. 6a-b e in viola fig. 4). Le indagini condotte all’esterno della fauce avanzata orientale hanno permesso di documentare la presenza di due elementi originari, abbattuti per facilitare la costruzione del paramento esterno della sistemazione secondaria unitaria (figg. 7-8). Il primo elemento è rappresentato da un’ampia fondazione a platea in opus cæmenticium a ridosso della torre orientale, lunga fra 7,50-8,40 m e larga oltre 2,20.11 Il secondo elemento è rappresentato da una catena di fondazione più arretrata, e quindi più stretta, che dovrebbe iniziare in corrispondenza del lato occidentale della fondazione a platea, probabilmente per attraversare la luce della porta (questo elemento è presente anche nella porta Prætoria e nella porta Decumana).12 Dalla forma dei tagli di asportazione individuati sembra che il perimetro della fondazione fosse rinforzato da grossi massi, anch’essi probabilmente in travertino, e che, verso il centro della platea, a circa 1 m dal perimetro, esistesse un altro filare di grandi blocchi, forse dello stesso materiale, che probabilmente formavano l’elevato vero e proprio. Con i dati finora disponibili non si esclude né per la fauce avanzata né per quella arretrata la presenza di un fornice laterale orientale. Le forti somiglianze con la porta Prætoria e con la porta Decumana comunque rendono ipotizzabile, anche in questo caso, la presenza, almeno nella fase primaria, di un triplo fornice.13 Le nuove indagini non hanno portato alla luce indizi della presenza di un acquedotto pertinente a questa fase primaria.14 Le attività descritte in questa fase sono riconducibili all’epoca augustea, intorno alla fine del I secolo a.C.15 Fase II La seconda porta Principalis sinistra e le attività davanti la porta (in viola nella fig. 4) Datazione: dalla metà del I secolo d.C. Durante il I secolo d.C. tutta l’area della porta Principalis sinistra viene riorganizzata, demolendo entrambe le fauci e dando una nuova forma all’ingresso in città. L’accesso è ora definito da un’unica fauce che quasi ricalca l’andamento della precedente fauce avanzata; scompare il cavedio centrale della porta e il lato orientale del piazzale viene occupato da un castellum aquae pertinente all’acquedotto. La nuova fauce, finora messa in evidenza solo sul lato orientale di un’apertura centrale larga circa 4,60 m, è rappresentata da una struttura composita, una specie di “scatola” muraria a contenimento di un terrapieno, evidentemente frutto di un unico progetto edilizio, costruito in opus quadratum di travertino (fig. 9).16 Dell’acquedotto è stato individuato nel 2017 l’imbocco del cunicolo di passaggio sul lato esterno della fauce, costruito contestualmente all’originale nucleo cementizio. La condotta in piombo probabilmente usciva dal cunicolo in direzione ortogonale al paramento, come suggerisce il negativo individuato davanti all’ingresso. Non si esclude che la fistula rinvenuta durante gli ultimi scavi in giacitura secondaria (figg. 10-11), appartenesse già a questa fase, costantemente in uso fino alla fine dell’epoca romana, asportata, modificata e ripetutamente rialzata via via che la quota del terreno attorno cresceva.17 Le varie modifiche apportate alla condotta nelle fasi successive, lo scavo di un fossato tardo più vicino alle mura, nonché le ridotte dimensioni del saggio impediscono di definire l’andamento del condotto originario. Tale condotto, una volta uscito dall’ingombro della precedente fondazione a platea, potrebbe aver curvato verso ovest, correndo lungo il perimetro di questa stessa struttura per poi direzionarsi verso la strada e attraversare l’andamento del fossato.18 Non è certa la funzione di una grande e profonda fossa circolare rinvenuta 3 m a nord del cunicolo, probabilmente da collegare con le infrastrutture dell’acquedotto. A ovest, la mancanza di una superficie viaria basolata è sorprendente, dal momento che questa è stata rinvenuta all’interno della porta e non si esclude che sia il risultato di una successiva asportazione, avvenuta durante o alla fine dell’epoca romana, che ha ridotto il tracciato stradale ad una glareata di ghiaia compatta. Si segnala la presenza di due lastre pavimentali, forse parte di un’originale sistemazione laterale al cardo maximus, accanto al paramento esterno. La datazione di quest’importante fase di riorganizzazione al momento si appoggia sulla moneta dell’imperatore Claudio rinvenuta nel riempimento del taglio di costruzione del vicino monumento recentemente interpretato come stadio. Lo scavo del 2017 non ha restituito materiali datanti.19 Fase III Evoluzione durante l’epoca romana (in giallo nella fig. 4) Datazione: seconda metà del II-III secolo d.C. Le campagne di scavo precedenti avevano già permesso di evidenziare importanti e sostanziali trasformazioni dell’assetto viario e degli edifici di questo comparto della città. Si ricordano infatti le modifiche apportate al cosiddetto “edificio meridionale”, con una nuova distribuzione degli spazi interni e un ampliamento dell’edificio verso est con un muro obliquo che invade il cardo minor. 5. Tracce del paleosuolo preromano davanti al paramento orientale della porta Principalis sinistra, nella zona dell’ingresso, vista da est. (D. Wicks)

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