190 Il gruppo scultoreo si compone di tre statue raffiguranti rispettivamente Gesù inginocchiato nell’atto di ricevere il battesimo, san Giovanni Battista con il braccio alzato per versare l’acqua sul capo del Cristo e un angelo che regge la tunica del Messia. Visto il tema strettamente battesimale, si presume che le sculture fossero collocate originariamente nella chiesa parrocchiale di Perloz, riedificata nel 1617. La loro presenza sull’altare della cappella di Pesse, ancora documentata da Brunod [E. BRUNOD, Bassa valle e Valli laterali I, ASVA, vol. IV, Quart 1985, p. 69], è verosimile dipenda dallo spostamento del gruppo scultoreo dalla parrocchiale a seguito della realizzazione, nel XIX secolo, dell’altare marmoreo con tela raffigurante il medesimo soggetto battesimale. In quegli stessi anni la devozione popolare ha promosso il rinnovamento cromatico delle sculture a discapito della stesura pittorica originaria, ormai pressoché perduta nel caso della figura di Cristo. Le tre sculture, che nella teatralità del gruppo sembrano risentire ancora dell’onda lunga dei Sacri Monti, tra Valsesia e biellese, non è impossibile che fossero collocate davanti a un qualche fondale, forse dipinto, che ne completava l’iconografia. Dal punto di vista esecutivo le tre opere risultano omogenee: ognuna è ricavata da un unico massello di legno di latifoglia, che sembra essere di pioppo bianco (gattice) o di tiglio. L’angelo ha le ali scolpite a parte e fissate sul retro con due chiodi; analogamente il braccio destro di san Giovanni Battista, che regge la conchiglia, è realizzato separatamente e fissato al torso mediante un innesto ligneo. La lavorazione predilige la visione frontale e sul retro, lasciato grezzo, si notano i segni del taglio della sega e degli strumenti “a cucchiaio” usati per scavare il midollo e contenere le spaccature del legno. Ogni figura presenta un alto basamento che riproduce rocce ricoperte di muschio, ricavato dallo stesso massello e scavato al suo interno. L’intaglio accurato è esaltato dal rivestimento policromo eseguito sopra uno strato di preparazione a gesso e colla. Gli incarnati sono resi con precisione anatomica e vivaci cromie. Le lamine d’argento e d’oro, applicate a guazzo su una preparazione a bolo rosso, impreziosiscono le figure del san Giovanni e dell’angelo e, in piccola parte, sono ancora presenti nei sottosquadri del perizoma del Cristo. Purtroppo non è noto l’assemblaggio originario delle tre opere, giunte a noi indipendenti tra loro: verosimilmente era previsto l’ancoraggio ad una struttura di sostegno con l’ausilio di grossi chiodi, i cui fori restano ancora visibili sui basamenti. Le opere hanno subito nel tempo diversi restauri, ma il solo intervento pregresso documentato resta quello del 1979 a cura del restauratore torinese Dino Aghetta. Dalla relazione e dalle fotografie fornite si evince che le opere erano state ridipinte e le lamine metalliche originali ricoperte da uno strato di bronzina. In particolare la scultura del Cristo aveva subito un intervento radicale con l’asportazione della cromia originale e la stesura di una pesante ridipintura. Il restauratore quindi aveva rimosso gli strati pittorici sovrammessi e, dopo aver eseguito il trattamento antitarlo e il consolidamento della cromia rimasta, aveva reintegrato le lacune e steso il protettivo finale. A distanza di 40 anni da tale restauro si è ritenuto opportuno procedere ad una revisione dell’intervento, in previsione del costituendo Museo d’arte sacra della parrocchiale di Perloz in cui il trittico troverà la sua collocazione definitiva. Le tre sculture presentavano attacchi di insetti xilofagi responsabili di un generale infragilimento del modellato, soprattutto alle estremità. Le lacune e le abrasioni interessavano per lo più le campiture rivestite da lamine metalliche, alterate dall’ossidazione e dalla patina di depositi incoerenti. La figura del Cristo conservava ormai poche tracce della cromia e della preparazione originali, offuscate da sostanze protettive resino-cerose alterate nel tempo. L’intervento ha previsto innanzi tutto la rimozione meccanica dei depositi superficiali incoerenti, dopo una ricognizione delle superfici per rilevare i distacchi degli strati pittorici e preparatori, consolidati con colla lapin. In seguito, si è proceduto con un trattamento di disinfestazione e prevenzione dagli attacchi di insetti xilofagi utilizzando un biocida a base di permetrina. Grazie ai test di solubilità è stata messa a punto una metodologia che ha comportato un approccio selettivo secondo i diversi materiali costitutivi e le sostanze sovrammesse da rimuovere. La pulitura delle lamine dorate è stata eseguita, preliminarmente, rimuovendo il protettivo riferibile all’ultimo restauro. Si è agito con l’applicazione localizzata di solvente volatile (acetone) a tamponcino e, successivamente, asportando i depositi coerenti, che oscuravano e opacizzavano le lamine, con un’emulsione grassa idonea al trattamento di superfici sensibili all’acqua. Gli incarnati hanno richiesto un intervento più approfondito per rimuovere la ridipintura tenacemente aderente al substrato. Ove necessario si è risanato il supporto ligneo con tasselli e con balsite. Per migliorare la leggibilità del gruppo scultoreo, si sono riequilibrate le disomogeneità della superficie esaltando la cromia residuale sul Cristo e sulle altre sculture si sono eseguite piccole integrazioni ad acquerello, riducendo le interferenze visive prodotte dalle abrasioni di colore. Successivamente le opere sono state verniciate con vernice Regalrez 1094. [Antonia Alessi, Maria Paola Longo Cantisano, Alessandra Vallet, Maria Gabriella Bonollo*] *Collaboratrice esterna: restauratrice. IL RESTAURO DEL GRUPPO SCULTOREO DELLA PARROCCHIA DI PERLOZ RAFFIGURANTE IL BATTESIMO DI CRISTO AUTORE/AMBITO, DATA | Valsesia, XVII secolo OGGETTO, MATERIA, TECNICA | gruppo scultoreo (BM 3546), legno scolpito policromo e dorato MISURE | Cristo 100x40x25 cm; san Giovanni 130x79x25 cm; angelo 119x60x25 cm LOCALIZZAZIONE | Perloz, chiesa parrocchiale TIPO D’INTERVENTO | restauro ESECUZIONE | Maria Gabriella Bonollo, Achille Gallarini (Gallarini Bonollo S.n.c. - Aosta) DIREZIONE SCIENTIFICA E OPERATIVA | Alessandra Vallet - Ufficio patrimonio storico-artistico; Antonia Alessi, Maria Paola Longo Cantisano - Ufficio restauro patrimonio storico-artistico - Dipartimento soprintendenza per i beni e le attività culturali
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=