Bollettino della Soprintendenza

207 di Torino pubblicata per cura e a benefizio della Federazione degli Asili Infantili Suburbani, Torino 1898; C. ISAIA, A. GULINELLI, Torino e l’Esposizione Generale Italiana, Torino 1898; Ricordo dell’Esposizione Nazionale e d’Arte Sacra, Milano 1898; A. GIUSTINA, All’Esposizione Generale Arte Sacra e Missioni, Torino 1898; A. GULINELLI, Guida dell’Esposizione Generale e dell’Arte Sacra, Torino 1898. Accompagnano l’esposizione alcune pubblicazioni ufficiali di grande formato pubblicate da Roux Frassati di Torino e nello specifico il trittico: “Arte Sacra”, “L’Arte all’Esposizione del 1898”, “L’Esposizione nazionale del 1898”, tutte uscite nel 1898 sotto forma di vari numeri di riviste, poi accorpate. Esiste anche un periodico settimanale dal titolo “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata”, edito dal 4 marzo 1898 al 1 gennaio 1899 sotto la direzione di Annibale Cominetti (Tipografia Sacerdote). 3) Il Ceppi è membro della commissione per gli edifici dell’esposizione e sarà il futuro progettista del castello Jocteau sulla collina di Aosta, per l’omonima famiglia francese residente a Torino: cfr. D. MARTINET, C.F. QUIRICONI, A. RASO, Il castello Jocteau: da dimora signorile a comando del Centro Addestramento Alpino, in BSBAC, 12/2015, 2016, pp. 116132; Costantino Gilodi aveva collaborato anche alla realizzazione dei padiglioni per l’esposizione del 1884: cfr. 1898. L’Esposizione Generale Italiana. Dal dibattito 1999, p. 68 (citato dalla nota 2). Per un profilo dell’architetto Gilodi cfr. “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata”, n. 2, 1898 (citato da nota 2). 4) D. PLATANIA, La Valle d’Aosta nella Mostra di Arte Antica di Torino del 1880, in BSBAC, 10/2013, 2014, pp. 122-132. Sul Borgo medievale, cfr. R. MAGGIO SERRA, Uomini e fatti della cultura piemontese nel secondo Ottocento intorno al Borgo Medioevale del Valentino, in M.G. CERRI, D. BIANCOLINI FEA, L. PITTARELLO (a cura di), Alfredo d’Andrade. Tutela e restauro, catalogo della mostra (Torino, 27 giugno - 27 settembre 1981), Firenze 1981, pp. 19-43; E. PAGELLA (a cura di), Il Borgo medievale. Nuovi studi, Torino 2011 (cfr. in particolare in questo volume: R. MAGGIO SERRA, Prima e dopo il castello feudale del Valentino, pp. 34-59). 5) Il conte Ernesto di Sambuy era stato il presidente del comitato esecutivo dell’esposizione del 1880 ed era affiancato dal barone Francesco Gamba, dal conte Federico Pastoris e dai segretari Carlo Biscarra e Luigi Rocca. Tutti personaggi strettamente legati, sebbene con responsabilità diverse, alla Mostra di Arte Antica o alla Valle d’Aosta più in generale: cfr. PLATANIA 2014, p. 123 (citato da nota 4). 6) Si conservano presso il Fondo Gal Duc del Seminario maggiore i biglietti del barone Manno e del segretario generale Ghirardi. Oltre agli organizzatori della mostra, il vescovo Duc riceve un biglietto di auguri e affermazione di stima da Raffaele Bombrini, allora proprietario del castello di Aymavilles, da cui gli scrive il 6 settembre 1897 (Fondo Gal Duc, Carton 23, Chemise 70). 7) Intorno al giubileo episcopale del vescovo Duc, sono fiorite diverse pubblicazioni che ne ripercorrono e ne onorano i festeggiamenti; oltre a queste, è stata scritta dallo stesso Duc una lettera pastorale: cfr. Souvenir du jubilé épiscopal de S. G. Monseigneur Joseph-Auguste Duc, évêque d’Aoste, Aoste 1897; Le petit séminaire Saint-Anselme à son fon dateur Mgr. J.-A. Duc à l’occasion de son jubilé épiscopal le 6 septembre 1897, Aoste 1897; Les travaux historiques de Mgr JosephAuguste Duc. Discours prononcé par M. l’Abbé F.-G. Frutaz au nom de la Société Académique d’Aoste, le 5 septembre 1897 à l’occasion du Jubilé épiscopal de Mgr Duc, Aoste 1898; Lettre pastorale de Mgr l’évêque d’Aoste. Jubilé épiscopal, Aoste 1897. Sull’arcivescovo Richelmy cfr. A. VAUDAGNOTTI, Il cardinale Agostino Richelmy, Torino-Roma 1926, (in particolare il cap. IX: I centenari religiosi del 1898 e l’elevazione della Sindone, pp. 215-234). 8) Souvenir du jubilé épiscopal 1897, pp. 19-29 (citato da nota 7). L’avvocato Stefano Scala (1848-1923) viene nominato membro dell’Accademia di Sant’Anselmo nel 1883, sotto la presidenza del vescovo Duc (1878-1908); la sua famiglia era imparentata con quella dei Bich e suo zio era Aimé-André-Vincent Scala (1813-1893), amico intimo del vescovo Duc, che lo nomina professore di filosofia al Seminario di Aosta e canonico della cattedrale, oltre a farlo entrare nell’Accademia di Sant’Anselmo. Questi due personaggi andrebbero meglio indagati come collezionisti e antiquari per comprendere anche il ruolo giocato nei confronti di alcune opere pervenute in Accademia come donazione del canonico Noussan, nipote del vescovo Duc e presidente dell’Accademia dal 1922 al 1933, che a sua volta le ha ricevute dalla famiglia Scala. Sulla questione si veda infra, (sulle famiglie Bich e Scala cfr. L. COLLIARD, Notes généalogiques sur les familles Bich et Scala, in BASA, XLVI, 1972-1973, pp. 119147). Un profilo di Stefano Scala, il cui nome viene spesso francesizzato in Étienne, si ricava anche dall’articolo di ZACCONE 1996, p. 74, nota 13 (citato da nota 1). All’epoca della mostra è detto risiedere a Torino in via Principe Amedeo 26. 9) J. BOSON, Correspondance entre S. M. Marguerite de Savoie reine d’Italie et S. G. Mgr Duc évêque d’Aoste, Aoste 1952. 10) Souvenir du jubilé épiscopal 1897, p. 25 (citato da nota 7). 11) “Arte Sacra”, n. 3, 1898, p. 18 (citato da nota 2); ibidem, n. 8-9, p. 65. 12) Ibidem, n. 7, p. 51. 13) La Valle d’Aosta all’Esposizione, in “L’Esposizione nazionale del 1898”, n. 2, 1898, p. 16 (citato da nota 2). 14) Archivio del Seminario maggiore, Carton XCII, doc. 124. Non è sicuro che il numero speciale sulla casa valdostana sia stato in effetti pubblicato (mentre per esempio è uscito con certezza un numero singolo sull’ostensione della Sindone), ma nella “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata” sono comunque diversi gli articoletti sulla mostra valdostana. (Cfr. in particolare: n. 13, 29 maggio 1898, p. 108; n. 25, 21 agosto 1898, pp. 202-203; n. 29, 18 settembre 1898, p. 234; n. 34, 23 ottobre 1898, p. 274; n. 38, 20 novembre 1898, p. 309). Il numero 6 dell’“Eco degli Agricoltori Valdostani” (giornale agricolo, industriale e commerciale d’Aosta) riproduce il fac-simile fotografico dei padiglioni dell’esposizione valdostana con le notizie relative (cfr. “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata”, n. 2, 13 marzo 1898, p. 14. 15) La mostra valdostana, in “L’Esposizione nazionale del 1898”, n. 11, 1898, pp. 81-82 (citato da nota 2). 16) Le mostre di Val Sesia e di Val d’Aosta, in “L’Esposizione nazionale del 1898”, n. 10, 1898, pp. 73- 74 (citato da nota 2). 17) F. RAVELLI, La Mostra valdostana, in “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata”, n. 25, 21 agosto 1898, p. 202. 18) F. MUSSO, Una gita in Valle d’Aosta, in “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata”, n. 27, 4 settembre 1898, p. 218. 19) CRIVELLO 1997, p. 102 (citato da nota 1); PLATANIA 2014, p. 126 (citato da nota 4). 20) “Arte Sacra”, n. 14, 1898, p. 106 (citato da nota 2). 21) S. BARBERI, Vittorio Avondo, “squisito gentiluomo” e “delicato artista”, in EADEM (a cura di), Il castello di Issogne in Valle d’Aosta. Diciotto secoli di storia e quarant’anni di storicismo, Documenti, 4, Torino 1999, pp. 95-102. 22) L’uscita del catalogo è segnalata in “Arte Sacra”, n. 25, 1898, pp. 194-195 (citato da nota 2). 23) La vicenda è ricostruita in PLATANIA 2014, pp. 124-125 (citato da nota 4). 24) IV Esposizione Nazionale di Belle Arti. Catalogo degli oggetti componenti la Mostra di Arte Antica, Torino 1880; la mostra del 1880 ha comunque almeno prodotto in seguito un catalogo illustrato con alcune delle opere più importanti: L’Arte Antica alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti in Torino nel 1880. Riproduzioni in fototipia con indicazioni illustrative, Torino (fratelli Doyen editori) 1881. 25) Catalogo di Arte Sacra Antica - Moderna - Applicata, Torino 1898, p. 111. 26) A. TARAMELLI, La mostra d’arte sacra antica. I cimeli archeologici, in “Arte Sacra”, n. 22, 1898, p. 171 (citato da nota 2); ibidem, n. 14, 1898, pp. 105-110, in particolare, pp. 106-107. Anche nella rivista “L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna popolare illustrata” sono presenti due articoli sulla sala K della Mostra di Arte Antica scritti da C. Polosino, piuttosto vaghi e senza dettagli sulle opere valdostane: cfr. n. 36, 6 novembre 1898, pp. 293-294: n. 38, 20 novembre 1898, pp. 309-310. 27) A. TARAMELLI, Esposizione d’Arte Sacra di Torino. Arte Francese, Fiamminga e Tedesca, in “Arte Sacra”, n. 34-35, 1898 pp. 266-267 (citato da nota 2). 28) Tutti questi commenti di Antonio Taramelli si trovano nello stesso articolo: TARAMELLI 1898, p. 267 (citato da nota 27). Si segnalano in questa sede due considerazioni di Taramelli che non devono passare inosservate: da un lato la sensibilità nel riconoscere, fra le altre cose, la diversità fra le basi dei due bracci reliquari di san Grato, sulle quali sono state fatte alcune riflessioni dalla scrivente negli ultimi anni (D. PLATANIA, Riflessioni sul rimaneggiamento della base del braccio reliquiario di san Grato della cattedrale di Aosta, in V.M. VALLET, G. DISTEFANO, D. PLATANIA, Il progetto MEMIP in Valle d’Aosta, BSBAC, 12/2015, 2016, pp. 95-100), dall’altro l’inquietante affermazione, data quasi per scontata, sulla dispersione delle opere valdostane, che già alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento erano andate ad arricchire altre collezioni. Ormai tristemente nota è la vicenda del paliotto di Courmayeur, una fra le tante, ricostruita in P.E. BOCCALATTE, Alfredo d’Andrade e la “lunga vertenza” per l’acquisizione del paliotto di Courmayeur, in “Palazzo Madama. Studi e notizie”, rivista annuale del Museo Civico d’Arte Antica di Torino,

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