232 concedendo al suo vassallo i diritti di sfruttamento delle acque, oltre a privarsi di una propria regalia ne attesta il valore economico e di prestigio. È probabile quindi che la sorgente termale cominci a essere sfruttata dalla prima metà del Cinquecento. Nel 1572 i quattro figli del nobile Claudio di Léaval, nella divisione del patrimonio paterno, nominano tra i loro possedimenti «les bains de Pré-SaintDidier», allora già molto frequentati.11 In questo periodo i bagni si prendono in maniera rudimentale all’interno di vasche scavate nella grotta dove scaturisce la sorgente, alla fine di un faticoso e scomodo percorso per raggiungerli (fig. 2). Gli abitanti del luogo hanno un’idea vaga e incerta dei poteri curativi e delle proprietà medicamentose della sorgente termale; sanno solo che bagnandosi in tali acque prodigiose, pastori e contadini piagati riacquistano la salute, paralitici recuperano il movimento degli arti ammalati e donne sterili riacquistano la fertilità. Ancora oggi le due sorgenti, una calda, alla temperatura di 36° C e una fredda, la cui acqua sgorga a 22° C, scaturiscono dal fondo della grotta artificiale. La prima, con portata di 2 l/sec, è larga 2 m e profonda 1,5 e si trova a circa 8 m dall’entrata nella galleria: si tratta della fonte termale utilizzata nell’antichità. La seconda, quella fredda, con una portata più contenuta, è più distante, a 18 m dall’ingresso. Il termalismo della fonte calda è verosimilmente legato al riscaldamento per effetto del gradiente geotermico durante la fase di discesa del circuito idrico: è noto infatti che la temperatura della crosta terrestre aumenta con la profondità, con un calore medio di circa 3° C ogni 100 m. La sorgente fredda presenta un pH decisamente basico, che giustifica la formazione di incrostazioni calcareo-travertinose dovute alla precipitazione del bicarbonato di calcio in soluzione.12 Tra i primi autori che relazionano sulle proprietà mediche e sull’uso terapeutico delle acque minerali di PréSaint-Didier troviamo il cardinale Gioan Battista Bacci, medico di papa Sisto V, il quale, cita la sorgente nella sua poderosa e fondamentale opera sulle acque termali di tutto il mondo, edita in dieci volumi nel 1588 a Venezia. La sorgente è anche ricordata da Francesco Agostino Della Chiesa nei suoi scritti del 1585 e nella sua Relazione sullo stato presente del Piemonte del 1635. La rinomanza delle proprietà curative attribuita alle acque termali, accompagnata dall’incanto per la posizione della piccola località alpina, mantiene sempre molto 2. Bains de St. Didier. Da notare il primitivo ponte in legno e, oltre lo stabilimento settecentesco, il sentierino che raggiunge la grotta nella quale scaturisce la sorgente, infine l’orrido sulla destra. (Da A. PEYROT, La Valle d’Aosta nei secoli, Torino 1972, s.i.p.) 3. Pré S. Didier - Ponte dell’Orrido, 1900 circa. Il vecchio stabilimento dei bagni e il ponte a schiena d’asino visto da valle. (Région autonome Vallée d’Aoste - fonds Domaine CC BY-NC-ND)
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=