Bollettino della Soprintendenza

17 torbosi, le cui sponde occidentale e quella meridionale, non a caso, si trovano a 579,90-579,99 m s.l.m. I detriti alluvionali si sono quindi riversati nelle aree basse circostanti e, inevitabilmente, verso l’ingresso della città. A seguire, nell’area della strada principale, si formano nuovi piani di calpestio, a matrice limosa nerastra e ricchi di ciottoli, che dimostrano la continuità della viabilità extraurbana. Durante questo periodo all’interno della città viene occupato l’angolo accanto alla torre orientale: l’edificio B, posto di fronte all’edifico A, anch’esso costruito con murature a secco e parzialmente interrato, si trova a est del cardo maximus e occupa il passaggio pubblico che si restringe ora alla larghezza della porta di accesso in città (fig. 12). La datazione di questa fase è ancora da definire con precisione; comunque le attività sono successive al 474-491 d.C., a giudicare dalla moneta d’oro di Zenone rinvenuta in via Carabel nel 2008, sigillata dai primi strati alluvionali, e associata all’edificio A costruito accanto alla torre occidentale della porta Principalis sinistra. La stratigrafia sigillata dalle esondazioni fangose nello scavo fuori dalla porta, invece, ha restituito materiale ceramico non più antico del V secolo d.C. Nell’area dello scavo Mollo Mezzena dell’ex caserma Challant, il fossato era già interamente colmato prima della fase IIIB, ovvero durante il VI secolo d.C.29 La fine di questa fase, invece, dovrebbe cadere attorno all’XI secolo, giudicando dalle datazioni fornite dalle analisi dendrocronologiche e al radiocarbonio degli elementi lignei di quella successiva.30 Interessante la datazione “antica” (precedente al 1000) del palo riferibile alla porta successiva, che lascia pensare a un elemento di rimpiego proveniente da una precedente sistemazione lignea altomedievale della porta. Fase VI La riorganizzazione della porta Principalis sinistra (fig. 12) Datazione: bassomedievale, dall’XI secolo All’inizio di questa fase, corrispondente alla fine dell’epoca altomedievale, la vecchia porta romana versava in uno stato di degrado piuttosto avanzato; basti considerare le massicce deposizioni all’interno del fossato tardoantico in cui è notevole la presenza di travertino, e non solo piccoli frammenti, resti di spoliazione, ma anche blocchi quasi integri. Con le mura e la porta malridotti e il fossato ormai inesistente la città, sul lato settentrionale, era esposta da un lato a evidenti problemi di sicurezza, dall’altro alle alluvioni derivanti dal Torrente Buthier. Durante questa fase quella che fu la porta Principalis sinistra subisce un’ulteriore grossa riorganizzazione con la parziale demolizione della fauce orientale, rasata fino alla quota di 581,00 m s.l.m., al di sopra della quale si impostano nuove strutture e nuovi piani di calpestio.31 È possibile ipotizzare la presenza di un grande edificio (fig. 14), forse una specie di casaforte, definito sul lato settentrionale da un potente muro largo circa 1,50 m che ingloba un grosso elemento di fondazione angolare di bardiglio, e, sul lato orientale, da un secondo muro, più stretto del precedente, la cui facciata è interamente realizzata in travertino di reimpiego; questo edificio occupa la maggior parte dello spazio fra le torri della porta, spostando l’ingresso alla città a ridosso della torre orientale. Il nuovo passaggio risulta piuttosto stretto, meno di 3 m verso l’esterno, dove probabilmente risponde ad esigenze di sicurezza, più ampio verso l’interno. L’ingresso vero e proprio è chiuso da una porta di cui al momento si riesce a definire il solo cardine occidentale (fig. 15).32 Anche la cortina muraria della torre orientale, quella rivolta verso la strada, viene ripristinata in questa fase, presumibilmente per risarcire le asportazioni che l’opus quadratum di travertino aveva sofferto in precedenza. Direttamente davanti alla nuova casaforte e alla torre est corre, in senso est-ovest, un grosso canale che, a ovest dell’ingresso in città, curva verso sud per entrare all’interno dell’edificio in un varco realizzato ad hoc nella fondazione settentrionale. La destinazione d’uso di questo edificio è, quindi, verosimilmente, collegata con il passaggio e l’utilizzo costante d’acqua corrente, forse un mulino. I piani di calpestio interni all’edificio vengono sistemati a una quota più alta di quelli del vicolo e dell’area settentrionale. 13. Deposizioni di detriti di travertino. In fondo, inglobato dalla muratura moderna, si intravede l’angolo nord-ovest della torre orientale romana. (I. Marsden)

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=