244 Lo stesso impresario si aggiudica, l’anno successivo, altri lavori allo stabilimento termale di Pré-Saint-Didier, a quello di Courmayeur, alle fontane Margherita e Vittoria e al ponte che conduce a quest’ultima sorgente. Nonostante la copiosa documentazione33 non siamo a conoscenza dell’entità e della tipologia degli interventi realizzati poiché si tratta di corrispondenza tra la Segreteria di Stato, l’intendente generale di Ivrea e quello di Aosta che non entra nello specifico delle opere, ma le considera da un punto di vista più amministrativo: richieste di autorizzazioni, stanziamento di somme di denaro, prelevamento della cifra necessaria ai lavori da un certo capitolo del bilancio piuttosto che da un altro… Nel 1846 si allarga il sentiero che partendo dalle terme arriva fino alla sorgente Vittoria, una passeggiata allora molto frequentata.34 Il 14 luglio 1847 viene compilata dall’ingegnere del Genio Civile una relazione di collaudo riguardante diverse riparazioni effettuate dall’impresario Giovanni Gagliardi ai bagni di Pré-Saint-Didier. Tra gli altri, si fanno lavori di manutenzione al sentiero che porta alla sorgente, sono riparate alcune tavole del ponte sulla Dora di Verney e si acquistano dei tubi di legno e latta per le condutture dell’acqua. Soltanto a partire dalla metà dell’Ottocento l’idea di valorizzare le risorse naturali della Valle d’Aosta per attirare nuova clientela e sfruttare le potenzialità economiche connesse al fenomeno turistico si fa prepotentemente strada nella coscienza dei valdostani non meno che dei loro sovrani, primi beneficiari di un eventuale ed accresciuto richiamo di capitali. Nel luglio del 1850 i reali trascorrono a Courmayeur una lunga vacanza. Furono preceduti, nel 1847, dal duca di Genova quando, per l’occasione, si eseguirono alcune migliorie allo stabilimento di Pré-Saint-Didier; a questo proposito, nella lettera inviata dall’intendente di Aosta all’intendente generale di Ivrea si può leggere: «Dans le but de rendre plus décents et plus fournis des articles d’ameublement nécessaires pour y recevoir un prince de la famille Royale, sur mon invitation le Bureau du Génie civil a fait le détail des objets manquants aux pavillons R. de Pré S. Didier et de Courmayeur; et ces pavillons furent fournis du nécessaire».35 Goffredo Casalis nel suo Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, edito nel 1847, descrive Pré-Saint-Didier nel volume XV sottolineando l’intenso afflusso di malati alle terme durante la stagione dei bagni ed elenca i nomi di alcuni degli ospiti più illustri.36 Come avviene tutt’ora, una piccola località - che all’epoca contava appena 200 abitanti - può salire repentinamente all’onore delle cronache e si trasforma in fenomeno turistico di massa quando a frequentarla e, in questo caso, anche a “sponsorizzarla” sono personaggi famosi e di rilievo. All’epoca l’effetto del soggiorno di Vittorio Emanuele II e famiglia in Valdigne portò la clientela degli stabilimenti di Pré-SaintDidier, Courmayeur e Saint-Vincent a 456 unità. I nove decimi dei clienti dell’epoca erano rappresentati dagli abitanti di alcune cittadine piemontesi, seguiti da qualche milanese e genovese, dai turisti inglesi, e soprattutto dai valdostani. È interessante confrontare le lettere dei viaggiatori inglesi di questo periodo rispetto a quelle degli anni precedenti e notare come sono cambiate le descrizioni del paese, dei luoghi limitrofi e dell’ospitalità cui si può ora ricorrere durante il soggiorno a Pré-Saint-Didier dopo la costruzione del nuovo stabilimento, la cui architettura neoclassica elegante era notevolmente apprezzata.37 Altro grande promotore delle risorse termali valdostane fu il dottor Auguste Argentier il quale dedica molta parte della sua vita a costruire e diffondere un’immagine turistica della Valle d’Aosta. Laureatosi a Torino nel 1856, dopo un breve intervallo dedicato all’insegnamento della storia naturale presso il collegio Saint-Bénin di Aosta, diventa direttore dello stabilimento termale di Pré-Saint-Didier. Nel giugno del 1859, Argentier avvia la pubblicazione di un originale foglio settimanale, “L’Album. Journal des Grandes Alpes”, primo periodico locale diretto specificamente alla promozione del turismo in Valle d’Aosta. Il nuovo giornale, destinato ad apparire tutte le domeniche per l’intera stagione delle cure termali, si presenta al pubblico con l’esplicito programma di far apprezzare lo splendore della natura valdostana, svilupparne la ricchezza attraverso il turismo e lo sfruttamento a fini sanitari delle fonti termali, offrire l’elenco degli ospiti degli alberghi e il resoconto della loro vita mondana, invitare i clienti ad alternare passeggiate ed escursioni alle cure, sollecitare gli albergatori a mostrarsi più zelanti nello svolgimento della loro attività venendo incontro alle esigenze dei clienti, esortare la popolazione locale a riconoscere l’importanza del turismo e a dimostrarsi più aperta nei confronti dei viaggiatori. All’illustrazione delle virtù salutari delle acque minerali, nelle quali individua il volano per lo sviluppo dell’economia turistica, Argentier dedica gli sforzi più intensi della sua attività compilando le prime guide ai bagni di Pré-SaintDidier e di Courmayeur. Il medico valdostano pubblica nel 1857 la Guide pratique aux bains de Pré-Saint-Didier en Val d’Aoste mentre nel 1864 appare il volumetto Courmayeur et Pré-Saint-Didier: leurs bains, leurs eaux et leurs environs. I due testi sono degni di nota sia per quel che riguarda la parte più descrittiva che tratta delle notizie storiche, geologiche ed ambientali della zona, sia per la diligente trattazione della parte più prettamente medica, che per la descrizione delle proprietà fisiche e chimiche delle acque minerali, delle modalità di impiego, delle malattie che possono e di quelle che non possono essere curate con le acque di Pré-Saint-Didier.38 Il suo ingegno e la sua passione per le cure termali portano, nel periodo della direzione dello stabilimento, a notevoli migliorie edilizie e delle attrezzature. Personalmente imposta e segue ogni trattamento; insistentemente richiede agli amministratori personale maggiormente qualificato e specializzato e lamenta le cattive condizioni in cui è tenuto il vecchio stabilimento termale - in uso fino ai primi del Novecento e dotato solo più di due vasche in legno - per la cura gratuita dei più poveri della Valle. Acuto osservatore, nota come le spese sostenute dall’Amministrazione provinciale nel gestire lo stabilimento frenino, piuttosto che incentivarne lo sviluppo, a causa dell’indirizzo troppo spesso errato o inutile dato a quegli stanziamenti. Si permette pertanto di suggerire la cessione della direzione delle terme all’iniziativa privata, proponendo la costituzione di una società per azioni che, interessata a produrre profitto, potrebbe promuovere la crescita della località termale e dei suoi impianti.
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