Bollettino della Soprintendenza

21 che la data del IX-X secolo del palo non costituisca il termine utile per l’operazione di rialzamento stradale, quanto piuttosto un semplice terminus post quem per quella riorganizzazione dell’accesso attraverso un innalzamento dei piani viari. Di fatto si ipotizza dunque un riutilizzo in XI-XII secolo del perno ligneo per il cardine su cui girava il battente della porta, che sarebbe stata smontata e ricollocata nella propria sede dopo una revisione dell’accesso.47 A questi dati va aggiunta la terza datazione ottenuta con metodo dendrocronologico. Si tratta di un piccolo perno di larice rinvenuto all’interno della sponda della canalizzazione che viene derivata e fatta passare all’interno dell’edificio nato in corrispondenza della torre occidentale della porta, funzionale alla probabile predisposizione di un mulino e di attività produttive necessitanti di forza idraulica. In questo caso l’esame ha fornito data 1067±7, con un’approssimazione dunque assolutamente compatibile con quella precedentemente ipotizzata per la riformulazione degli accessi alla città. Ancora, il dato stratigrafico conferma come questo perno, insieme ad altri, fosse stato inserito presso le sponde del canale con l’evidente funzione di contenere delle tavole lignee a fungere da rinforzi per le spalle del ru, al fine di evitare l’accumulo di sedimenti in caduta dai lati all’interno del canale stesso. È insomma verosimile che si tratti di una riparazione del sistema idraulico connesso al mulino posto presso la torre occidentale, la cui formulazione andrebbe dunque leggermente anticipata rispetto agli anni sessanta dell’XI secolo. Se si confrontano le tre datazioni archeometriche ora descritte con quella offerta dalle monete di Ottone III (980-1002) e Amedeo III di Savoia (1103-1148),48 rinvenute in contesti associabili al sistema di gestione delle vie di terra e d’acqua ora descritto, se ne ricava la possibilità di enucleare un momento piuttosto preciso dal punto di vista archeologico per la riformulazione del quartiere, ora coagulato attorno al polo fortificato della porta urbica, che di fatto, pur confermando le ipotesi di XII-XIII avanzate su base archivistica, anticipa di almeno un secolo la rinata attenzione signorile verso un settore strategico della città di Aosta, ponendola in contemporanea ai grandi cantieri ecclesiastici che ridisegneranno il volto dei maggiori edifici di culto cittadini sotto gli episcopati di Anselmo e Burcardo. Sebbene lo spazio dell’articolo non consenta maggiori approfondimenti, e nonostante alla luce dei dati archeologici siano, come evidenziato, i secoli tra il X e il XIII i veri protagonisti della ridefinizione del settore cittadino oggetto di scavo, non si può tralasciare l’importanza delle successive trasformazioni tardomedievali, legate all’insediamento presso le strutture della casaforte dei De Porta da parte dei Vaudan,49 e ancora soprattutto di quelle seicentesche e settecentesche, le prime frutto della costruzione del monastero delle Visitandine, le seconde della demolizione delle strutture nate attorno alla torre occidentale in funzione non solo dell’allargamento della viabilità, ma anche della riformulazione delle attività produttive lì collocate, tra cui il macello cittadino. Le tracce di queste attività erano ben riconoscibili nel cantiere, a partire dal limite orientale degli edifici del nuovo macello, costruito a fine Ottocento e demolito nella prima metà del secolo seguente per far posto all’attuale palazzo Rolle.50 1) I risultati preliminari delle indagini sono stati esposti al pubblico nell’ambito del ciclo di conferenze, Racconti di un quartiere, nel giugno 2017. 2) Tutte le campagne di scavo dal 2006 fino al 2010 sono state dirette dalla compianta collega Patrizia Framarin. 3) Si veda la prima di una lunga serie di pubblicazioni relative agli scavi di piazza Roncas in P. FRAMARIN, C. DE DAVIDE, D. WICKS, Indagini archeologiche in piazza Roncas (Aosta) (I lotto 2006-2007), in BSBAC, 4/2007, 2008, pp. 108-117. 4) P. FRAMARIN, C. DE DAVIDE, D. WICKS, Indagini archeologiche in piazza Roncas (Aosta) (II lotto 2007), in BSBAC, 5/2008, 2009, pp. 53-64. 5) Per questo intervento si veda P. FRAMARIN, C. DE DAVIDE, D. WICKS, Indagini archeologiche in piazza Roncas ad Aosta (III lotto 2008), in BSBAC, 6/2009, 2010, pp. 31-42. Per quanto riguarda le infrastrutture idriche di Augusta Prætoria si rimanda a P. FRAMARIN, La distribuzione e lo smaltimento idrico ad Augusta Prætoria (Aosta): nuovi dati dagli scavi urbani, in N. MATHIEU, B. RÉMY, PH. LEVEAU (dir.), L’eau dans les Alpes occidentales à l’époque romaine, Actes du Colloque (Grenoble, 14-16 octobre 2010), “Cahier du CRHIPA”, n. 19, 2011, pp. 239-261 e bibliografia precedente. 6) Il termine si trova per la prima volta in R. MOLLO MEZZENA, Ricerche archeologiche in Valle d’Aosta (1986-1987), in La Venetia nell’area padano-danubiana: le vie di comunicazione, Atti del Convegno (Venezia, 6-10 aprile 1988), Padova 1990, pp. 535-546. Si vedano inoltre P. FRAMARIN, A. D’ANDREA, D. SEPIO, Il rilievo delle cosiddette “concamerazioni sostruttive”, in BSBAC, 5/2008, 2009, pp. 65-69 e P. FRAMARIN, Il complesso forense di Augusta Prætoria: rapporto preliminare sull’avanzamento delle ricerche, in S. MAGGI (a cura di), I complessi forensi della Cisalpina romana: nuovi dati, Atti del Convegno di Studi (Pavia, 12-13 marzo 2009), “Flos Italiæ”, 10, 2011, pp. 101-114 e bibliografia precedente. 7) Per le ultime campagne di scavo si rimanda a P. FRAMARIN, C. DE DAVIDE, D. WICKS, Indagini archeologiche in piazza Roncas ad Aosta (IV lotto 2009), in BSBAC, 7/2010, 2011, pp. 42-53 e a P. FRAMARIN, C. DE DAVIDE, D. WICKS, Indagini archeologiche in piazza Roncas ad Aosta (V lotto 2010 - via Forum e via San Giocondo), in BSBAC, 9/2012, 2013, pp. 32-39. Da ultimo, sull’edificio pubblico alle spalle del foro, si veda A. ARMIROTTI, Archeologia romana in Valle d’Aosta: aggiornamenti sulle conoscenze della città e del suo territorio, in BEPAA, numéro spécial, XXVIII, 2017, pp. 103-120. 19. Le operazioni di carotaggio della trave in castagno per l’analisi al radiocarbonio. (G. Sartorio)

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