Bollettino della Soprintendenza

23 Premessa Alessandra Armirotti Le cosiddette “Terme del Foro” di Augusta Prætoria, uno dei monumenti pubblici più importanti della colonia augustea (fig. 1), rappresentano una sorta di “paradosso” (in senso positivo) da un punto di vista della ricerca archeologica: pur essendo infatti da sempre chiuse al pubblico, a causa della loro ubicazione al di sotto della Scuola media San Francesco di Aosta,1 sono state oggetto, negli ultimi cinque anni, di studi, ricerche e nuove puntualizzazioni; altri siti, ben più noti e accessibili, non hanno ricevuto purtroppo, per motivi diversi, la stessa attenzione. Dopo gli scavi di D’Andrade (fine XIX secolo) e di Mollo e Cavallaro negli anni ’80-’90 del secolo scorso2 l’interesse per questo sito è praticamente scomparso, verosimilmente per l’impossibilità di accesso all’edificio. La ricerca più recente prende avvio nel 2015 da un progetto nazionale (Piano Giovani), ideato da Giordana Amabili, Maurizio Castoldi e Lorenza Rizzo, dal titolo evocativo Valorizzare il sito archeologico di epoca romana delle cosiddette “Terme del Foro” di Augusta Prætoria; i tre Autori, intuendo l’enorme potenziale informativo del sito, hanno provveduto a una capillare raccolta sistematica di tutta la documentazione esistente negli archivi, nei magazzini e nelle biblioteche, arrivando così a conoscere e a sintetizzare, meglio di chiunque altro, la mole di informazioni che derivano da anni di scavo e di indagini nell’area dell’edificio termale. La concretizzazione e la fruizione da parte del pubblico di questo progetto si è attuata con la creazione di una piattaforma web, dal nome EASy, facilmente interrogabile, in cui sono sistematizzati e resi “parlanti” tutti i dati raccolti con la ricerca.3 In un primo momento, successivo al progetto, è stato approfondito il tema della documentazione fotografica del sito, frutto di campagne di scavo succedutesi in momenti storici diversi tra loro, e affrontate con metodologie molto differenti: si tratta della tipologia più consistente di documentazione, contando in totale circa 1.030 scatti.4 Questo imponente lavoro di raccolta e di sintesi ha portato il gruppo di studio5 a sviluppare il potenziale informativo, affrontando, con spirito e conoscenze nuovi, le diverse problematiche legate alla complessità del sito, soprattutto per quanto riguarda i dati planimetrici e cronologici. Si è così concentrata l’attenzione su alcuni aspetti puntuali, tra cui, ad esempio, lo studio del materiale proveniente dal condotto di scarico di un ambiente, presentato all’incontro di studio dal titolo I sistemi di smaltimento delle acque nel mondo antico, tenutosi ad Aquileia nell’aprile 2017.6 Per quell’occasione sono stati studiati tutti i materiali archeologici trovati nei livelli di riempimento del condotto di scarico di vY1, nella porzione orientale dell’edificio, interpretato come frigidarium. L’analisi di tutti i frammenti (ceramici, vitrei, metallici, lapidei e in osso, uniti alla lettura delle monete) ha portato a definire meglio alcune fasi cronologiche del contesto, individuando momenti di vita e di abbandono, nonché di trasformazione dei vani.7 Un più recente lavoro di sintesi, infine, è stato affrontato in occasione di un Seminario internazionale dal titolo Le terme pubbliche nell’Italia romana (II secolo a.C. - fine IV secolo d.C.). Architettura, tecnologia e società, tenutosi a Roma a ottobre 2018. Questo studio, oltre a inquadrare in maniera più approfondita alcune tematiche inerenti la planimetria del complesso e le sue principali fasi di vita, ha offerto preziosi e importanti prospettive per ricerche future, frutto di riflessioni e confronto con contesti similari nel mondo romano.8 Tali spunti verranno affrontati nel presente contributo: saranno infatti approfonditi alcuni temi particolari, tra cui, ad esempio, l’ipotetica ricostruzione degli elevati murari e delle dinamiche strutturali e funzionali dei sistemi di riscaldamento e di circolazione dell’acqua, nonché un’analisi più approfondita degli apparati decorativi e delle tracce epigrafiche sui reperti mobili, che, uniti a una determinazione puntuale della cronologia dei diversi momenti di sviluppo e contrazione del complesso, riflettono forse, nel corso dei secoli, un’evoluzione sociale ed economica della città di Augusta Prætoria. LE TERME DEL FORO DI AUGUSTA PRÆTORIA UN AGGIORNAMENTO DELLE CONOSCENZE Alessandra Armirotti, Giordana Amabili*, Gwenaël Bertocco*, Maurizio Castoldi* 1. L’area oggetto di studio in arancione nella pianta di Augusta Prætoria e, in alto, estratto della mappa catastale della città moderna. (Dal Geoportale SCT - RAVA, elaborazione L. Caserta, D. Marquet) 0 50 m piazza Chanoux piazza San Francesco via De Maistre via De Sales via Hôtel des États via Chabloz

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