41 Le iscrizioni e le sigle sul materiale lapideo Maurizio Castoldi* Come già menzionato nel paragrafo relativo alla periodizzazione delle fasi di vita del complesso,120 e con particolare riferimento alle dinamiche di trasformazione edilizie avvenute tra il III e il IV secolo d.C., le campagne di scavo del secolo scorso hanno restituito 20 manufatti lapidei in marmo bianco, marmo bianco venato e bardiglio locale, recanti sigle incise alfanumeriche o analfabetiche: tra essi 3 incorniciature, 1 zoccolatura, 1 lastra modanata, 1 listello profilato e 14 frammenti di lastre semplici (pertinenti ad apparecchiature parietali o pavimentali). In merito a tutte le considerazioni di ordine funzionale e cronologico circa questi reperti si rimanda al contributo con catalogo preliminare nel quale i manufatti sono stati recentemente editi.121 In questa sede ci limitiamo a ricordare che, sulla base di confronti particolarmente pertinenti come il basolato di età imperiale con lastre siglate rinvenuto ad Altinum,122 l’ipotesi avanzata per il materiale delle terme aostane è che le lettere siano state apposte al fine di agevolare operazioni di smontaggio e rimontaggio in vista di una probabile manutenzione o parziale trasformazione del sistema decorativo. Tale ipotesi troverebbe conforto nell’omogeneità dei contesti di provenienza della maggioranza dei manufatti: i reperti sono stati rinvenuti nel settore occidentale del complesso termale (vani I-L, Z, W e U) costituito quasi esclusivamente da ambienti riscaldati. Appare quindi lecito ipotizzare un sistema di siglatura pratico e veloce per smontare e riassemblare il materiale decorativo, forse anche in relazione a particolari interventi manutentivi dei sistemi di riscaldamento, finalizzati a garantire una continuità d’uso degli stessi. Le linee d’indagine intraprese per questa categoria di manufatti, che hanno suggerito un’associazione tipologica tra manufatto e sigla (le serie numerali compaiono sulle lastre di rivestimento in bardiglio, mentre le uniche 2 sigle interpretabili come lettere sono rilevabili su partiture architettoniche orizzontali) vengono sostanzialmente confermate da 3 manufatti ancora inediti e presentati per la prima volta in questo contributo. Si tratta di frammenti di lastre (nn. 1089, 1092, 1095)123 in bardiglio locale provenienti da vZ (fig. 19), per i quali appare impossibile certificare una messa in opera originaria su parete o pavimento, contraddistinti dalla presenza di segni numerali, rispettivamente VI, II e III, collocati lungo il profilo esterno del manufatto. Per queste 3 sigle assistiamo ad una realizzazione con ductus piuttosto irregolare e bisellium molto consunto e difficilmente leggibile in almeno 2 esemplari. In merito ai frammenti di iscrizioni su supporto litico è necessario mettere in evidenza proprio uno dei reperti dotati di sigla appena menzionati: si tratta dell’incorniciatura in marmo bianco n. 1087 recante la lettera V sull’apice della modanatura liscia in corrispondenza del listello alto (fig. 20a). Questo reperto è dotato infatti anche della porzione residuale di una vera e propria iscrizione, sulla superficie inferiore che doveva rimanere nascosta nella messa in opera:124 l’iscrizione sembra comporsi di tre righe superstiti nelle quali è forse possibile leggere una O, un elemento non identificabile (forse un segno d’interpunzione), e due aste verticali con apici pronunciati (fig. 20b). A questi elementi grafici seguono un’evidenza erasa in profondità e una sorta di cornicetta modanata a listello: tutti questi elementi potrebbero far propendere per la realizzazione 19. Lastre in bardiglio locale con sigle iscritte. (M. Castoldi) 0 5 cm 0 5 cm 0 5 cm 1089 1092 1095
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