44 42) VITR., De Arch., V, 10, 3. 43) Ci si riferisce al taccuino d’appunti manoscritto conservato presso l’Archivio beni archeologici, sezione disegni, della Soprintendenza regionale per la cui consultazione si ringrazia la funzionaria Alessandra Armirotti. 44) Gli studi rivolti agli impianti termali, sia pubblici sia privati, documentano l’utilizzo, per la costituzione delle pilae, di manufatti diversificati sebbene siano i bessali o i laterizi circolari quelli maggiormente impiegati per tale scopo, G. BRODRIBB, Roman Brick and Tile, Michigan 1987, pp. 35 e 90-95; BOUET 1999, pp. 156-159; C. FERNÁNDEZ OCHOA, M. ZARZALEJOS PRIETO, Técnicas constructivas en las termas romanas de Campo Valdés (Gijón): el material latericio, in “Archivio Español de Arqueología”, 69, 1996, pp. 296-297; L. ROLDÁN GÓMEZ, El material constructivo latericio en Hispania. Estado de la cuestión, in D. BERNAL CASASOLA, A. RIBERA I LACOMBA (eds.), Actas de lo XXVI Congreso Internacional Cerámicas hispanorromanas. Un estado de la cuestión (Cádiz, 2008), Cádiz 2009, p. 757; T. CLERBAUT, The end of tegulae mammatae? A review of their name, function(ality) and presence in the Roman North, in J. DELAINE, S. CAMPOREALE, A. PIZZO (eds.), Arquelogía de la Construccíon V. Manmade materials, engineering and infrastructure, Proceedings of the 5th International Workshop on the Archeology of Roman Construction (Oxford, 11-12 April 2015), Madrid 2016, pp. 121-127. 45) In merito alla definizione tipologica di questi fittili, BRODRIBB 1987, p. 70 e ss., BOUET 1999, p. 60 e ss. e C.F. GIULIANI, L’edilizia nell’antichità, Roma 2006, ristampa 2016, pp. 207-209. 46) SEN., Ep., 90, 25: «Quaedam nostra demum prodisse memoria scimus, ut speculariorum usum perlucente testa clarum transmittentium lumen, ut suspensuras balneorum et impressos parietibus tubos per quos circumfundertur calor qui ima simul ac summa foveret equaliter». 47) Sulla base dei ritrovamenti di impianti il cui sistema di riscaldamento parietale impiega tubuli, come quelli delle terme Stabiane, il cui calidarium, restaurato, è datato al 62 d.C., e delle Terme Centrali di Pompei, incompiute nel 79 d.C., è possibile forse collocare l’utilizzo e la diffusione di tali prodotti già alla metà del I secolo d.C., J.-P. ADAM, L’arte di costruire presso i romani, Milano 1984, pp. 294-295. 48) Alcuni impianti termali rinvenuti nella Narbonensis e le Grandi Terme di Masada (Israele) parrebbero suggerire un impiego di questi prodotti, per lo meno in questi contesti, all’inizio del I secolo d.C. o, forse, alla fine di quello precedente, BOUET 1999, pp. 66-67. 49) Per l’interpretazione di queste tracce, N. PARIDAENS, N. AUTHOM, S. CLERBOIS, M.-P. DELPLANKE, J. VAN HEESCH, Une cachette d’objets de valeur des années 260 apr. J.-C. dans une villa de la cité des Ner- J.-C. dans une villa de la cité des Nerviens (Merbes-les-Château, Belgique), in “Gallia”, 67-2, 2010, p. 215; M. UBOLDI, I prodotti laterizi, in S. LUSUARDI SIENA, C. GIOSTRA (a cura di), Archeologia medievale a Trezzo sull’Adda. Il sepolcreto longobardo e l’oratorio di San Martino, le chiese di Santo Stefano e San Michele in Sallianense, Milano 2012, p. 522; J.-F. NAULEAU, Les matériaux de construction en terre cuite d’époque romaine dans l’ouest des Pays de la Loire - Premier bilan, in “Revue archéologique de l’ouest”, 30, 2013, p. 24. 50) D’ANDRADE 1899, p. 114. 51) MOLLO MEZZENA 2004, p. 79. 52) ARMIROTTI, AMABILI, BERTOCCO, CASTOLDI, RIZZO 2018. 53) Il materiale lapideo descritto nel presente contributo, insieme alle statistiche che lo riguardano, è stato studiato nell’ambito del progetto di ricerca, a cura di chi scrive, dal titolo Il linguaggio e il ruolo socioeconomico dei marmi in età romana imperiale nelle aree interne in Italia: i materiali di Grumentum, Venusia e Augusta Praetoria, XXIII ciclo del corso di dottorato in Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea, Università degli Studi della Basilicata, tutor Maria Chiara Monaco. Per le apparecchiature decorative in elementi lapidei degli altri complessi pubblici di Augusta Prætoria, MOLLO MEZZENA, FRAMARIN 2007. 54) Sulle caratteristiche del marmo cosiddetto greco scritto e sui riferimenti cronologici relativi al suo impiego, principalmente D. ATTANASIO, A.B. YAVUZ, M. BRUNO, J.J. HERRMANN JR., R.H. TYKOT, A. VAN DEN HOEK, On the ephesian origin of Greco scritto marble, in A. GUTIÉRREZ GARCIA-M., M.P. LAPUENTE MERCADAL, I. RODÀ DE LIANZA (a cura di), ASMOSIA IX: Interdisciplinary Studies of Ancient Stone, Proceedings of the Conference (Tarragona, 8-13 June 2009), Tarragona 2012, pp. 245-254. 55) In merito a queste ipotesi e ai risultati delle analisi, L. APPOLONIA, P. FRAMARIN, A. BORGHI, V. DA PRA, Caratterizzazione mineropetrografica di marmi policromi provenienti da contesti urbani di Augusta Prætoria, in BSBAC, 9/2012, 2013, pp. 40-45. 56) Sulle caratteristiche del verde antico di Tessaglia e, in particolare, in riferimento al valore “datante” di questo litotipo, L. LAZZARINI, Marmor Thessalicum (Verde Antico), source, distribution and characterization, in Y. MANIATIS (a cura di), ASMOSIA VII: Interdisciplinary Studies of Ancient Stone, Actes du Colloque (Thasos, 15-20 septembre 2003), Paris 2009, pp. 495-508. 57) La tematica dello sfruttamento dei marmi verdi locali in età antica è oggetto di approfondimento, si veda nota 53. Per fornire un contributo a quest’indagine sono in corso alcune analisi a cura dell’Ufficio laboratorio analisi scientifiche della Soprintendenza regionale in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino. 58) Sulla tipologia delle redazioni pavimentali nel mondo romano e sul valore anche cronologico di queste categorie, F. GUIDOBALDI, Pavimenti in opus sectile di Roma e dell’area romana: proposte per una classificazione e criteri di datazione, in Marmi antichi, II. Problemi d’impiego, di restauro e d’identificazione, Studi Miscellanei, 26, Roma 1981-1983, pp. 171-233. 59) In merito alla caratterizzazione di questa categoria di impianti termali, NIELSEN 1990, pp. 76-80. 60) Si veda nota 3. 61) Come precisato, ad esempio, in A. BUONOPANE, La pubblicazione di marchi e di graffiti su instrumentum inscriptum: alcune riflessioni, in “Quaderni Friulani di Archeologia”, XXI, 2016, pp. 11-16. 62) CVArr, no. 525:b. 63) A. GABUCCI, Attraverso le Alpi e lungo il Po. Importazione e distribuzione di sigillate galliche nella Cisalpina, Roma 2018, p. 639. 64) M. VAVASSORI, La personalizzazione della ceramica, in SEBarc, X, 2012, pp. 81-99; M. MAYER I OLIVÉ, Observaciones sobre algunos esgrafiados sobre cerámica de Ruscino, in G. BARATTA (a cura di), Studi su Ruscino, Barcelona 2016, pp. 87-117; M. BUORA, S. MAGNANI, Alcune iscrizioni graffite dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, in M. BUORA, S. MAGNANI (a cura di), Le iscrizioni con funzione didascalicoesplicativa. Committente, destinatario, contenuto e descrizione dell’oggetto nell’instrvmentvm inscriptvm, Atti del VI incontro instrvmenta inscripta (Aquileia, 26-28 marzo 2015), AAAD, LXXXIII, 2016, p. 392. 65) A.M. CAVALLARO, G. WALSER, Iscrizioni di Augusta Praetoria, Quart 1988, nn. 20, 32, 33, 34. 66) MAYER I OLIVÉ 2016, p. 91. 67) KAJANTO 1982, p. 71 68) KAJANTO 1982, pp. 64-65. 69) Come ad esempio CIL, XI, 5391, 5392 e 5416. 70) MARZ., Epigr., IX, XXVIII, 1. 71) A titolo esemplificativo M. MAYER I OLIVÉ, Lectura de algunos graffiti de relativa extensión sobre cerámica de Ruscino y su entorno, in BARATTA 2016, pp. 119-124; M. GIOVAGNOLI, Coppetta per l’elezione di Catilina, in R. FRIGGERI, M.G. GRANINO CECERA, G.L. GREGORI (a cura di), Terme di Diocleziano. La collezione epigrafica, Milano 2012 (ristampa 2016), p. 204. Sebbene riferibili a un’altra categoria di manufatti, nello specifico i laterizi, pare interessante menzionare come siano stati rinvenuti messaggi pertinenti alla sfera affettiva e passionale degli individui o di carattere erotico, come esemplificato in G. MENNELLA, Messaggi nelle figlinae: un nuovo graffito ante cocturam dall’ager Taurinensi, in SEBarc, X, 2012, pp. 309-318. 72) Il bollo, inedito, è stato rinvenuto nella zona di piazza San Francesco: esso è stato analizzato nel corso della ricerca, si veda nota 39. 73) Si veda nota 64. 73) P. FRAMARIN, P. LEVATI, C. JORIS, Aosta. Insula 46. Materiali archeologici dallo scavo dell’ex albergo alpino, in BSBAC, 1/2003-2004, 2005, p. 33 e TAV. 5, n. 4. 75) Ad esempio M. ANDRIEU, Graffites et société en Gaule Lyonnaise: les cas des inscriptions sur céramique d’Autricum/Chartres (Dép. Eureet-Loir / F), in M. SCHOLZ, M. HORSTER (Hrsg.), Lesen und Schreiben in den Römischen Provinzen, Akten des 2. Internationalen Kolloquiums von Ductus - Association internationale pour l’étude des inscriptions mineures (Mainz, 15-17 Juni 2011), 2015, p. 223; MAYER I OLIVÉ 2016, p. 104; L. MARÍ I SALA, V. REVILLA, CALVO, Cultura material y cultura escrita em la sociedad rural de Hispania en los siglos I-II d.C.: el conjunto cerámico y loso grafitos del asantamiento de Cal Montblanc (Albesa, Lleida), in “Archivio Español de Arquelogía”, 91, 2018, pp. 220-222. 76) Ad esempio S. RICHARD, Les graffiti sur céramique d’Augusta Raurica: l’écriture au quotidien, in AS, 32, 2009, p. 8. 77) Per le tipologie S. LOESCHCKE, Lampen aus Vindonissa. Ein Beitrag zur Geschichte von Vindonissa und des antiken Beleuchtungswesen, Zurich 1919; E. BUCHI, Lucerne dal Museo di Aquileia. Lucerne roma- Lucerne romane con marchio di fabbrica, Aquileia 1975; M.C. GUALANDI GENITO, Le Lucerne antiche del Trentino, Trento 1986. Per la diffusione del tipo Ol- Per la diffusione del tipo Oltralpe M. AUER, Names on Lamps: Distribution/Quantity of Firmalampen and Regionale Trade, in G. LIPOVAC VRKLJAN, I. OŽANIĆ, M. UGARKOVIĆ (eds.), Roman and Late Antique Lamps: Production and Distribution, Contacts on the Mediterranean, Proceedings of the international round table (Zagreb, 2nd February 2015), Zagreb 2016, pp. 38-46. 78) BUCHI 1975, pp. 162-165. 79) S. CAPELLINI, Museo Archeologico dell’alto mantovano di Cavriana (Mantova). Le lucerne, Roma 2018, p. 141.
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