52 1) P.-L. VESCOZ, Urne funéraire découverte aux environs d’Aoste, du côté de St-Christophe, in BSFV, 5/1909, pp. 40-41. 2) Oltre al resoconto del Vescoz, si veda R. MOLLO MEZZENA, Ritrovamento archeologico a Saint-Christophe. Contributo alla conoscenza del territorio in età romana, in M.C. RONC (a cura di), Società e cultura in Valle d’Aosta tra Ottocento e Novecento: Pierre-Louis Vescoz, catalogo della mostra (Verrayes, 8 luglio - 22 ottobre 1995), Aosta 1995, pp. 111-129. 3) Per gli oggetti non appartenenti alla tomba scoperta dal Vescoz si vedano MOLLO MEZZENA 1995, pp. 115-118 e P. FRAMARIN, S.P. PINACOLI, M.C. RONC (a cura di), MAR Museo Archeologico Regionale Valle d’Aosta. Guida, Contesti, Temi, Quart 2014, p. 49. 4) Alcune delle quali di difficile collocazione, essendo ritrovamenti avvenuti in tempi ormai molto lontani. È il caso, ad esempio, di «alcune tombe antiche e alcuni oggetti, tutti di età romana», trovati in un luogo imprecisato al confine tra Saint-Christophe e Quart, di cui riporta la notizia il canonico Bérard. Si veda E. BÉRARD, NSc, 1885, p. 27. A questa tipologia di ritrovamenti sembrano appartenere anche «alcune tombe romane […] nel letto della Dora» di cui dà notizia Barocelli, per cui si rimanda a P. BAROCELLI, Edizione archeologica della carta d’Italia al 100 000, Foglio 28 Aosta, Firenze 1962, pp. 23, 53-54, 104-105. 5) R. MOLLO MEZZENA, L’organizzazione del suburbio di Augusta Praetoria (Aosta) e le trasformazioni successive, in M.V. ANTICO GALLINA (a cura di), Dal suburbium al faubourg: evoluzione di una realtà urbana, “Itinera”, n. 2-3, 2000, pp. 149-200. Per i ritrovamenti archeologici nel territorio di Saint-Christophe si veda A. ARMIROTTI, Rete viaria e insediamenti minori nel territorio valdostano in epoca romana e tardoantica, in BEPAA, XIV, 2003, pp. 135-139. 6) Faceva parte del corredo della tomba più antica solamente un recipiente di forma cilindrica in pietra ollare; più ricco invece il corredo della tomba più tarda, sovrapposta alla prima, costituito da recipienti in ceramica depurata (un’urna di forma ovoidale, un piatto-tegame, un’urnetta con basso collo cilindrico), da una lucerna e da un vaso in pietra ollare. Si veda MOLLO MEZZENA 1995, pp. 118-121. 7) La lettura più recente si trova in L. GASPERINI, Spigolature epigrafiche valdostane, in Epigrafia, Actes du Colloque International d’épigraphie latine en mémoire de Attilio Degrassi (Rome, 27-28 mai 1988), Collection de l’École française de Rome, 143, Roma 1991, pp. 713-716. Si vedano inoltre MOLLO MEZZENA 1995, pp. 122-123 e A.M. CAVALLARO, G. WALSER, Iscrizioni di Augusta Praetoria, Aosta 1988, pp. 186-187. 8) FRAMARIN, PINACOLI, RONC 2014, p. 56 e CAVALLARO, WALSER 1988, pp. 106-107. 9) CAVALLARO, WALSER 1988, pp. 108-109. 10) Si veda MOLLO MEZZENA 1995, p. 123. 11) BAROCELLI 1962, pp. 54, 104. Può essere interessante, a questo proposito, riportare una notizia indeterminata, raccolta dall’abbé Andruet, secondo la quale il castello Passerin d’Entrèves, ubicato al margine occidentale della collina di Saint-Christophe, «sarebbe sorto sopra i resti di una villa romana». Si veda in proposito BAROCELLI 1962, p. 104. 12) Tra cui un asse di Tiberio, rinvenuto nel 1857, e due monete, una di Traiano e una di Antonino Pio, nel 1836 presso la chiesa parrocchiale. M. ORLANDONI, Antiche monete in Valle d’Aosta, Aosta 1983, pp. 29-30, 54. 13) ORLANDONI 1983, p. 54 e MOLLO MEZZENA 1995, p. 123. 14) ARMIROTTI 2003, p. 138 e MOLLO MEZZENA 1995, pp. 123-125. 15) VESCOZ 1909, pp. 40-41. «All’epoca del ritrovamento l’urna conteneva solo le ceneri, mentre all’esterno era distribuito il corredo composto da 6 balsamari due caraffe di forma conica, una integra e l’altra conservata solo in parte. Insieme ai balsamari si trova un piatto in argilla rossa molto fine con un bordo tre leoni alternati a rosette con alcuni cerchi concentrici e il marchio L.CELIE. Il piatto è stato rotto inavvertitamente dagli operai. Si raccolgono ancora diversi frammenti di ceramica meno fine e di più lucerne e recipienti di ceramica (v.n.3) che sono state depositate intorno all’urna ma che gli operai non ne hanno avuto cura». L’urna è stata conservata da M. Grappein nel Musée de la Flore Valdôtaine. Dall’esame della fonte e dal confronto con la riproduzione fotografica di Vescoz non risulta ancora del tutto chiara la consistenza del corredo. 16) G. SPAGNOLO GARZOLI, L’area sepolcrare di via Rossini: spunti per l’analisi della società e del rituale funerario ad Alba Pompeia tra Augusto e Adriano, in F. FILIPPI (a cura di), Alba Pompeia: archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità, Torino 1997, p. 353 (tomba T. 55); F. FILIPPI, Necropoli di età romana in regione San Cassiano di Alba: indagine archeologica negli anni 1979-1981, in QSAP, 1, 1982, pp. 1-50, (complesso C, tomba ipogea T. 2 della seconda metà del I secolo). 17) O. CAVALLO et al., Civico Museo Archeologico e di Scienze Naturali, “Federico Eusebio” di Alba: guida alla visita, Alba 1992, pp. 30-31. 18) F. FILIPPI, Due ritrovamenti nelle Langhe albesi: contributo alla conoscenza del territorio in età romana, in QSAP, 5, 1986, p. 29. 19) L. PASSI PITCHER, Sub ascia, una necropoli romana a Nave, Modena 1987, pp. 90-92. (tomba T. 22). 20) M. LUCCHINO, Una necropoli romana a Chieri, in Museo Archeologico di Chieri: contributi alla conoscenza del territorio in età romana, Torino 1987, p. 118, fig. 56 (datata al I secolo). 21) C. BARELLI, G. CRAVERO, Il Museo Civico di Archeologia Storia Arte di Palazzo Traversa a Bra: guida alla visita, Cuneo 2001, p. 32. 22) U. FURLANI, Urne funerarie romane, in “Aquileia Nostra”, 42, 1971, coll. 13-14. 23) Nyon. Colonia Iulia equestri - Musée Romain de Nyon, Dijon 2003, p. 105. 24) MOLLO MEZZENA 1995, p. 115. Per la catalogazione si vedano C. ISINGS, Roman glass from dated finds, Groningen 1957 e G. DE TOMMASO, Ampullae vitrae. Contenitori in vetro di unguenti e sostanze aromatiche dell’Italia Romana (I sec. a.C. - III. sec. d.C.), Roma 1990. 25) E. ZANDA, M. SOMÀ, M.C. PREACCO, Nuclei di necropoli di Forum Fulvii ed Hasta, in QSAP, 12, 1994, pp. 127-192; A. GABUCCI, Vetri: la mensa, la dispensa, gli unguenti e i giochi, in FILIPPI 1997, pp. 464-481; F. FILIPPI, Sepulcra Pollentiae, Roma 2006, pp. 71-72 e 74-76; S. BIAGGIO SIMONA, I vetri romani provenienti dalle terre dell’attuale Cantone Ticino, vol. I, Locarno 1991, pp. 130-142; A. GABUCCI, Alcune considerazioni sui balsamari e il vasellame di vetro, in L. BRECCIAROLI TABORELLI (a cura di), Alle origini di Biella: la necropoli romana, Torino 2000, pp. 93-104; S. CONTARDI, I vetri tra uso del funerario e sfera del quotidiano, in M.C. PREACCO (a cura di), Augusta Bagiennorum: storia e archeologia di una città augustea, Torino 2014, pp. 213-219. 26) E. WELKER, Die römischen Gläser von Nida-Heddernheim, I, (Schriften des Frankfurter Museums für Vor-und Frühgeschichte III), Frankfurt am Main 1974, pp. 84-86; BIAGGIO SIMONA 1991, vol. I, pp. 189-191, tav. 40 si veda supra; B. RÜTTI, Die römischen Gläser aus August und Kaiseraugst, August 1999, AR163.1 e AR163.2. ad Augusta Raurica è datata dall’epoca claudiana-traianea; H.E.M. COOL, J. PRICE, Roman Vessel Glass from Excavation in Colchester, 1971-85, Colcester 1995, pp. 120-123; D. FOY, M.D. NENNA, Production et importations de verre antique dans la vallée du Rhône et de le Midi méditerranéen de la France (Ier-IIe siècles), in Échanges et commerce du verre, Montagnac 2003, p. 262, fig. 13; I. LAZAR, Rimsko Steklo Slovenije The roman glass of Slovenie, Ljubljana 2003, p. 127, fig. 5.1.1. 27) M.C. CALVI, I vetri romani: Museo di Aquileia, Aquileia 1968, gruppo A, p. 62, n. 153, tav. B. Propone come area di produzione la medio padana. 28) E. ROFFIA, I vetri antichi delle civiche raccolte archeologiche di Milano, Milano 1993, p. 138; GABUCCI 2000, fig. 100. 29) G.M. FACCHINI, Vetri antichi del Museo archeologico al Teatro Romano di Verona e di altre collezioni veronesi, in Corpus delle Collezioni Archeologiche del Vetro nel Veneto, vol. 5, Venezia 1999, n. 368-371, pp. 162-163. 30) N. LAMBOGLIA, Recensione a Ch. Simonett, Tessiner Gräberfelder, Basel 1941, in “Rivista di Studi Liguri”, IX, 2-3, 1943, pp. 163-194; P. DONATI, Locarno la necropoli di Solduno, in “Quaderni d’informazione del Dipartimento dell’ambiente, Ufficio e Commissione cantonale dei monumenti storici”, 3, 1979, p. 130. 31) BIAGGIO SIMONA 1991, vol. I, pp. 189-191. 32) P. DONATI, F. BUTTI RONCHETTI, S. BIAGGIO SIMONA, Ascona: la necropoli romana, in “Quaderni d’informazione del Dipartimento dell’ambiente, Ufficio e Commissione cantonale dei monumenti storici”, 12, 1987, pp. 59-60. 33) A. LARESE, Vetri antichi del Veneto, Venezia 2004, pp. 58-59. 34) G. ZAMPIERI, Vetri antichi del Museo Civico Archeologico di Padova, Venezia 1998, pp. 152-153, nn. 252-254, e pp. 139-140, nn. 319-321. 35) C. MACCABRUNI, M.G. DIANI, Catalogo, in Corpus delle Collezioni del vetro in Lombardia, vol. 2, tomo I, Pavia. Età Antica, Cremona 2006, pp. 21-325. 36) G.M. FACCHINI, Il balsamario a forma di colomba, in Vetro e Vetri. Preziose iridescenze, catalogo della mostra (Milano, Museo Archeologico, 1° novembre 1998 - 18 aprile 1999), Milano 1998, pp. 135-136, fig. 51 (nel corredo della tomba D della fine del I secolo). 37) E. ROFFIA, Osservazioni su alcuni recenti ritrovamenti di vetri in Lomellina, in Ritrovamenti archeologici nella Provincia di Pavia, Atti del Convegno (Casteggio, 29 gennaio 1978), Milano 1979, pp. 109-125. 38) L. VECCHI, M.G. DIANI, Tre cremazioni femminili di I sec. d.C. dalla necropoli di Valleggio Lomellina, in Vetro e vetri 1998, pp. 62-63, tav. 14 (T. 23 datata alla metà del I secolo). 39) C. STELLA, R. STRADIOTTI, Vetri nelle civiche collezioni bresciane, catalogo della mostra (Brescia, Santa Maria in Solario, giugno - ottobre 1987), Brescia 1987, p. 35, fig. 44. 40) S. MASSA (a cura di), Aeterna Domus. Il complesso funerario di età romana del Lugone, Salò 1997, (T. 103, solo Isings 55a T. 102).
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