60 Negli ultimi 15 anni, il teatro romano di Aosta, è stato oggetto di alcuni interventi di restauro che hanno riguardato maggiormente la facciata principale del monumento. Per le parti restanti, quali le strutture perimetrali a est e a ovest, la cavea e la scena, era stata avviata, invece, una progettazione di recupero che ha però subito un’interruzione a causa di problemi legati al suo finanziamento. Anche solo a una prima osservazione queste aree presentano una situazione conservativa che si può definire pessima. Le strutture della cavea e della scena sono il frutto di una ricostruzione degli anni ’30 del XX secolo, nella quale sono stati utilizzati materiali allora ritenuti di qualità, quali il cemento Portland, ma che la scienza della conservazione ha in seguito definito non idonei.1 La situazione attuale vede una serie di problemi legati alla incompatibilità dei materiali impiegati allora rispetto a quelli originari; la parte più critica, dal punto di vista conservativo e dell’immagine del monumento percepita dai visitatori, è quella della scena. In questa zona, il cemento degli anni ’30 è stato utilizzato per ricostruire: le ipotetiche gradinate di salita e discesa delle apparecchiature di scena, una parte rilevante (per non dire totale) del fronte della scena stessa e i muri degli ambienti nell’area settentrionale. Nella parte dei gradini le malte antiche, avendo una minore resistenza all’acqua rispetto al cemento, si sono erose e in parte polverizzate. Questa consunzione ha, in pratica, svuotato la parte di muratura originale sottostante la copertina dei gradini, generando un vuoto strutturale. Lo strato di cemento di copertura, quindi, sta letteralmente crollando sotto la spinta gravitazionale generata dal suo stesso peso. Il risultato è che la parte esposta dei gradini appare tutta lesionata con fessure passanti che permettono la penetrazione dell’acqua e, nei periodi invernali, della neve, con evidenti problemi legati alla dissoluzione delle malte e ai fattori di gelività2 del sistema. A queste azioni si aggiungono gli sfornellamenti3 della struttura muraria sottostante, cosa che accade anche in modo evidente negli ambienti posti a nord con i muri innalzati negli anni ’30. Lo sfornellamento delle strutture facilita il movimento delle parti superiori e il conseguente crollo delle murature o delle copertine poste in concomitanza con l’area strutturalmente impoverita (figg. 1-2). Alcune attività legate alla costruzione delle strutture di supporto del mercatino di Natale, che da qualche anno si svolge nell’area del teatro romano, hanno aggravato la situazione favorendo dei crolli, in quanto hanno previsto il posizionamento di parte dei piedi delle strutture metalliche sui muri i quali, essendo già lesionati per i motivi precedentemente citati, sono letteralmente caduti. Dopo la rimozione di tali strutture, il teatro si presentava in parte danneggiato, cosa che cozzava con la volontà di valorizzazione e con la giusta considerazione MANUTENZIONI CONSERVATIVE AL TEATRO ROMANO DI AOSTA Lorenzo Appolonia, Roberto Arbaney, Paolo Bancod, Giuseppe Luberto 1. Il crollo del materiale nelle murature degli ambienti della scena. (P. Bancod) 2. Una porzione della scena crollata. (P. Bancod)
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