Bollettino della Soprintendenza

61 che dovrebbe essere data al monumento, la cui visita è diventata negli ultimi anni a pagamento. Anche la parte del fronte della scena presenta dei problemi di conservazione. Tutta la struttura è stata ricostruita impiegando mattoni (a oggi non si sa se gli stessi facciano parte di un recupero o siano stati predisposti per la ricostruzione stessa) allettati con cemento. La situazione attuale vede un ritiro dimensionale del cemento e lo slittamento dello stesso dalle zone di allettamento, con il risultato di mostrare una fase di enucleazione della parte cementizia rispetto alla muratura, il che rende la stessa piuttosto instabile e slegata. In effetti una parte di questa, quella a est, risulta in crollo e in precarie condizioni di conservazione (fig. 3). La posizione operativa da parte della Struttura analisi scientifiche e progetti cofinanziati è stata quella di cercare di sopperire ai ritardi della progettazione generale dell’area, con una serie di interventi che hanno riguardato due zone ben definite e distinte del monumento. La prima è quella della facciata in quanto facente parte del progetto di manutenzione proposto alla fine dell’intervento di restauro che si è concluso in modo definitivo nel 2006. Le scelte progettuali per il restauro, approvate a suo tempo anche dalla Commissione regionale dei beni culturali, avevano sottolineato che la soluzione scelta risultava di certo come la meno invasiva sui materiali originali e, di conseguenza, aveva necessità di prevedere interventi di manutenzione continui e ripetuti nel tempo. Le parti indispensabili di un particolare controllo e d’interventi manutentivi, relativamente alla facciata, interessano in particolare alcune aree specifiche. Una di queste riguarda la copertura del tetto costruita con un telaio, ancorato alla struttura tramite l’inserimento di perni in zone non originali che furono oggetto di integrazione, sul quale sono state poste una serie di lastre di lose artificiali vincolate con l’impiego di viti autofilettanti che hanno permesso un ancoraggio delle lastre stesse sulle parti portanti del telaio. La fase di controllo, prevista dal progetto di manutenzione, richiede che, almeno ogni due anni, vi sia un intervento di verifica del funzionamento degli ancoraggi della struttura e delle viti che tengono legate le lastre. Questo tipo di attività può essere svolta con l’impiego di un carrello mobile con cesto in modo da permettere un’agevole azione di controllo delle strutture poste a 22 m di altezza, tramite azione fisica effettuata anche solamente dalla forza delle braccia (fig. 4). La seconda tipologia strutturale della facciata che richiede interventi di controllo e di manutenzione è quella che riguarda le copertine sacrificali, poste sulle zone orizzontali con lo scopo di veicolare l’acqua piovana verso parti meno aggressive per i materiali originali costituenti il monumento. Le copertine rappresentano il compromesso conservativo più delicato per la gestione del programma di manutenzione, in quanto le stesse erano state proposte come superfici di sacrificio e come tali soggette ad ammaloramento e degrado. Questa soluzione, infatti, prevedeva controlli biennali ed eventuali ricostruzioni degli strati di malta. 3. Una parte della scena in cui il cemento slegato dai mattoni favorisce il rischio di crollo della struttura. (P. Bancod) 5. Le copertine sacrificali usurate. (P. Bancod) 4. Un momento dell’ispezione per la verifica degli ancoraggi della copertura della facciata. (G. Luberto)

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