Cascate di Lillaz (m 1746) Ed.Gerard Maria - Cogne STAMPATO SU CARTA RICIC LATA
ICLATA Cogne Bollettino della Biblioteca N. 1 - Printemps 2003 pubblicazione trimestrale Di rezione e redazione Biblioteca Comunal e de Cogne 11012 COGNE Direttore responsabile Enzo Blessent AUtorizz . del Tribunale di Aosta n. 5/95 del 26.5 .95 composi zione, grafica e stampa Tipografia Testolin - Sarre Hanno collaborato a questo numero: o. Abram, E. Bérard, V. Bobbio, s. Burland, E. Cavagnet, D. Comiotto, F. Corrao, D. De Gaetano, C. Filippini, s. Glarey, E. Jordan, A. Savin, Raffaele Truc, Roberto Truc, T. Truc, G. Vassoney, B. Zanivan. Foto, d isegni e documenti di: Ass. Musei di Cogne, E. Berard, D. De Siena, F. Di Fabrizio (Cogecstre), c. Filippini, S. Glarey, F. Grappein, P. Rey, A. Savin. La redazione d i Cogne è aperta alla collaboraz ione di quanti vorranno con lettere, art icoli, fotografie o semplici suggerimenti , contribuire al la stesura della rivista. La direzione si riserva la decisione circa l'eventuale pubbl icazione del materiale proposto. Gli articoli inviati anche se non pubblicati non saranno rest it uiti . Tutti i diritti sono riservati . Testo e fotografie contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialment e, senza l'autorizzazione dell'Autore e della Direzione. SOMMARIO 2 7 10 19 21 27 28 Editoriale Acqua azzurra, acqua chiara dal Comune... Interventi strada regionale Turismo Conservazi one e sviluppo economico dalla Biblioteca Carneva le 2003 Racconti passati Ricordi di una maestra a Cogne (parte 2' ) Cultura Dedicato a Cogne Natura Sole 36 dalla Scuola Aggiornamento soccorso alpino Testa tra le nuvole 41 Opinioni Luce nel la notte Stranidea 46 dalle Associazioni Il Dottor Grappein 59 62 63 Soc. Funivie Gran Paradiso Erbe officinali Lou couin di-s-erbe Solidarietà Un convitto in Patagon ia Usi e costumi Una richiesta di aiuto
Editoria/e ACQUA~ ACQUA CHIARA H20 è tra le formule chimiche la più nota : due atomi di idrogeno, uno di ossigeno sono i componenti dell'ACQUA. Ogni volta che beviamo alla fonte, al rubinetto dell'acquedotto, alla bottiglia confezionata, sorseggiamo, di base, la stessa sostanza. Naturalmente l'acqua si differenzia per il suo grado di mineralizzazione, perché è più o meno frizzante o più o meno inquinata . L'acqua è essenziale al la vita su ll a terra; gl i esser i viventi: uom ini, animali e vegetali sono composti per lo più di acqua . In certi invertebrati marini la componente di acqua sfiora il 90%. Per la sua importanza il 2003 è stato proclamato dall 'Assemblea Generale delle Nazioni Unite l'anno internazionale dell'acqua. Nella nostra vita quotidiana, questa importanza non viene rilevata perché fortunatamente per noi non vi sono problemi di approvigionamento e quelle che utilizziamo è acqua potabile quasi al 100%. Questa nostra fortuna non è riscontrabile, però, in tutto il mondo . La situazione del globo è poco rosea sotto questo aspetto. Ecco alcuni dati: • una persona su sei nel mondo non ha accesso ad acqua sicura; • seimila bambini muoiono ogni giorno per malattie causate da acqua inquinata; • nel mondo in via di sviluppo la quantità d'acqua dello sciacquone di una toilette occidentale è pari a quella usata da una persona media per lavare, bere, pulire e cucinare nell'arco di una giornata; • nei paesi in via di sviluppo il 90% delle acque reflue vengono scaricate senza essere depurate; • le donne e le bambine tendono a soffrire maggiormente a causa della mancanza di impianti igienici; • Il 40% della popolazione del pianeta non dispone di impianti igienici adeguati. L'acqua è inoltre fondamentale per la produzione di energia e per il mantenimento degli ecosistemi regionali e globali . ..
o, 1e 1a 1 Ie, è e 1ti ~ a a . a - d i a1tto eia di IO a 1ti er Un altro dato importante da tenere a mente è che seppure i l 70% del la superficie terrestre sia coperto di acqua, solamente il 2,5% è acqua dolce e circa il 70% di questa è racchiusa nel ghiaccio delle cal otte polari. La restante percentuale è presente sotto forma di umidità nel terreno. Questo fa sì che meno dell ' 1 o/o del le risorse di acqua dolce del pianeta siano disponibili per utilizzo da parte del - l'uomo. Olt re a tutti i problemi sopra elencati bisogna anche tenere conto dell e perdite di acqua causate da dispersioni, allacci illegali e sprechi. Sommando questo al continuo e crescente fabbisogno di acqua a causa della crescita demografica e delle nuove necessità umane, si stima che nel 2025 due persone su tre sulla terra vivranno in condizioni di tensioni idriche con gravi carenze d'acqua. Sono dati preoccupanti e sconcertanti che devono farci riflettere anche se noi saremo, probabilmente, tra quelli che potranno usufruire di questo bene essenziale. Una certa oculatezza nell'util izzo dell'acqua potabile e nella sua depurazione sono dovuti nei con fronti di chi non può godersi l'acqua . ..
Nella nostra bella vallata non riscontriamo problematiche così importanti anche se qualche piccolo disagio esiste anche qui: l'acquedotto di Valnontey e quello di Montroz ne sono un esempi o ricorrente. Certo è singolare pensare che Cogne, con la sua ricchezza d'acqua, debba soffrire di problemi di approvigionamen - to e soprattutto di potabilità dei suoi acquedotti. Non è però di questo che voglio parlare . Lo scopo di questo articolo è un altro: in quest'anno dedicato all'acqua sarebbe bello poter avviare per Cogne uno stud io complessivo sulla situazione idrica dell'intero terr itorio comunale da utilizzare successivamente per lo sfruttamento di questa importante risorsa naturale (e soprattutto gratuita). Un primo passo da compiere in questo senso sarebbe quel - lo di censire tutte le sorgenti di acqua sul territorio avviando contemporaneamente tutte le pratiche per verificarne la loro potabi lità. Lo studio dovrebbe esse re completo di tutti quei dati che servono ad una eventuale utilizzazione a scopo umano, compresa anche la portata. Una ricerca di questo genere darebbe una visione completa del la potenzia lità idrica potabile del Comune. Qualcuno potrebbe ob iettare che si tratterebbe di una spesa e di un impegno superfluo in quanto la local ità in cui viviamo, essendo già ben servita, non ha queste esigenze. In realtà i fabbisogni di acqua saranno sempre maggiori anche per Cogne tanto da dover pensare al potenziamento delle portate degli acquedotti, cosa già successa per Lillaz, ad esemp io . L'avere sottomano una situazione generale della possibilità di accesso all 'acqua nel territor io di Cogne ci darà modo di valuta re quali siano le opere possibili da intraprendere per una corretta ed oculata gestione della stessa, valutandone e confrontandone costi e benefici. Pe r quanto riguarda l'acqua potabile, poi, c'è da chiedersi se lo sfruttamento di questa risorsa possa essere diretta solamente alla nostra località o se potrebbe accedervi anche qualcun 'altro, ad esempio i comuni limitrofi al nostro. Fantascienza? Non più di tanto. Il comune di Aymavilles, ad esemp io, per alimenta re il suo acquedotto ha dovuto intraprendere un progetto di allacciamento alle sorgenti della frazione di Vieyes . Il comune di Aosta da diverso tempo lamenta difficoltà di approvigionamento e sta cercando una soluzione ideale per questo problema. La capacità idrica del nostro comune ..
potrebbe dare una risposta positiva a queste esigenze? Oggi non c- siamo in grado di dirlo e non sappiamo neppure se potrebbe o essere una risorsa economica da sfruttare. Questo è un discorso in c- cui dobbiamo mettere in conto una caratter istica essenz iale e 1- mol to importante: le acque sfruttate su l nostro territorio proven- :li gono da zone al di sopra delle quali non vi sono né insediament i J: produttivi né umani e dunque a massima garanzia di potabilità. =r L'acqua può essere fruttata anche come fonte di energia: la più ·o cl assica ed importante quel la elettrica . Il problema di base per tale 3- sfruttamento credo che sia riconducibile a quello dell'acqua pota3- bil e: non conoscere a tutt'oggi la potenzialità del territorio comu- ·1- nale. Tutti g li stud i avviati o definiti in tale direzione non 1- ri guardano la globalità del territorio. Sull ' utilizzazione dell'acqua I- a scopo idroelettrico mi sono sempre posto alcune domande: se vi r- sono dei privati che affrontano spese, credo non indifferenti, per ;a costruirsi delle centra li ne elettriche ad uso proprio, perché l'arnia mini strazione pubblica non segue lo stesso esempio sui diversi core. si d'acqua nei pressi di insediamenti abitati, facilmente raggiungi- :li bi li per la gestione degli impianti e facilmente collegabili per la lo distri buzione dell ' energia prodotta ad esempio all'illuminazione :li pubblica? Se è redditizio per il privato perché non può esserlo per =r i l pu bblico? La produzione di energia da parte dei privati segue ià una normativa diversa da quella prodotta da un ente pubblico? 1e L'acqua prelevata dalla Grand Eyvia in località "La Presa" non :li potrebbe essere utilizzata già a monte per un'altra centrale la idroelettrica che possa servire il nostro comune? Se è vero che l'ena, erg ia prodotta deve essere venduta all'E .N. E.L. e poi riacquistata a r- prezzi vantaggiosi dalla stessa azienda quando si utilizza la sua :li rete di distribuzione, perché non si può prospettare e progettare o una linea elettrica privata per la fornitura alle grosse utenze 1i comunali (per citarne alcune: illuminazione pubblica, funivia, :li riscaldamento edifici pubblici) rendendo in questo modo ancora J- più remunerativa la produzione di corrente? la Mi auguro che le domande poste possano trovare risposta ed atti- :a vare una discussione anche sulle pagine di questo giornalino. Cre- "- do sia giusto affrontare i problemi di questa questione con praie poste diverse che potranno essere confrontate per trarne infine I -
quella ottimale e più confacente all e esigenze della località in cui viviamo. In conclusione vorrei elencare che cosa deve essere fatto secondo l'Assemblea Generale dell a Nazioni Unite sul tema dell'acqua: 1 Modificare i comportamenti dell'impiego dell'acqua e per quanto riguarda l'i giene; 2 Mobili tare le risorse e la partecipazione delle comunità, in particolare dei gruppi femminili; 3 Stabilire degli obiettivi e dei piani nazionali per generare investimenti; 4 Realizzare delle politiche e dei quadri normativi per la gestione delle acque che prendano in considerazione tanto le esigenze della sanità pubblica quanto quelle degli ecosistemi; 5 Creare delle partnership fra le imprese private, i donatori bilaterali, le agenzie per lo sviluppo, le banche, la società civile e le comunità locali. Grazie per l'attenzione. O.A. ..
o ~r r- )- .i3e A. . dal Comune INTERVENTI STRADA REGIONALE Note sugli interventi per /'ammodernamento e la messa in sicurezza della strada regionale n. 47 per la Valle di Cogne. In questi mesi invernali, con una stagione che pare aver ritrovato le sue naturali caratteristiche, freddo intenso e discrete precipitazi oni, i lavor i nei cantieri lungo la strada regionale hanno una natu rale e ind ispensabile pausa . Il momento risulta quind i propizi o per effettuare un sintetico aggiornamento su quanto già esegui t o e per illustrare quella che sarà l'attività che, fin dalla prossima primavera, riprenderà lungo i 15 chilometri che separano Aymavilles da Epinel. I lavori più urgenti, e di più immediata esecuzione, necessari per ri pri stinare i danni causati dall'alluvione 2000 sono ormai conclusi, sono invece in corso, o di prossimo inizio, le opere più impegnative di prevenzione e messa in sicurezza. Tra aprile e dicembre dello scorso anno è stato quasi completato il nuovo paravalanghe posto poco a monte del ponte di Chevril. L'opera proteggerà la strada dalle valanghe e dalle violenti colate detritiche, che nel 2000 avevano, ad esempio, completamente I - distrutto le corsie di . . marcia, consentendo al materiale che scende dal canalone in sinistra orografica di scavalcare il manufatto appena realizzato; questa primave-
ra si eseguiranno le ultime finiture e sistemazi oni dell'area . Importanti ed evidenti sono stati i lavo ri eseguiti in corrispondenza dell'abitato di Vieyes: l'abbattimento degli edifici costruiti a ridosso della strada regionale ha già consentito di eliminare le pericolose strettoie presenti, si è cercato di dedicare particol are attenzione alla cu ra e alle modalità di realizzazi one de ll e opere, sia per valorizza re il contesto urbano della fraz ione che per li mitare i di sag i, pu r inevitab i l i, ag li automobi li st i, eseg uendo lavori per set tor i ed in ore anche notturne. Nell 'ambito d i quest o cant iere rest ano ancora da completare il rifa - cimento del ponte su l torrente Nomenon, l'alla rgamento della success iva per icolosa curva in direz ione d i Cogne ed il rifacimento completo dei muri d i valle in corrispondenza del canalone Nomenon, la magg ior part e dei lavor i sa rà ult imata entro il mese di luglio. Ormai prat icamente finito l' intervento in co rr ispondenza del para - vanghe Lessert resta da comp letare quello già iniziato sul Ronc. Ma vediamo quali saranno i nuovi lavori che inizieranno a partire dalla prossima primavera . Appena le condiz ioni del tempo lo permetteranno si procederà alla demolizione e ricostruzione, ad Epine l, del ponte della S.R. 47 sul torrente Arpisson e di un tratto d i arginatura limitrofa al ponte. Sono in fase di aggiudicazioni i lavori per la costruz ione d i un nuovo paravalanghe nella località La Pesse, in prossimità del Bivio per Sil venoi re che verrà a sua volta migliorato e leggermente spostato. La somma stanziata è d i circa due milioni di euro, i lavori in izieranno già quest'anno e potranno concludersi , salvo imprevisti, in circa due ann i. Entro apr ile sa rà approvato il progetto esecutivo e l'appalto de l prolungamento relativo al paravalanghe/paramass i dell 'Oursa in ..
I il 1a- ' il re Il a ;ul 0- ,er :a1i- ;ti, lei in locali tà la Nouva. Questo manufatto verrà prolungato verso Aosta per ci rca 150 m e, viste le poco favorevoli caratteristiche orografiche, saranno ut i lizzati particolari accorgimenti costruttivi per l'ancoraggio e le fondazioni della galleria artificiale . L'impegno finanziari o prev isto è di più di tre milioni di euro ed i lavori dureranno, anche in questo caso, circa due anni . Altre importanti opere in fase di studio, per le quali ci saranno future occasioni per fornire nuovi aggiornamenti, sono: il prolungamento del paravalanghe Siseret e la variante, con una galleria in roccia, in corrispondenza del ponte di Chevril. Questi appena descritti sono i lavori che competono alla Direzione Opere stradali ma, sempre nell'ambito del progetto di messa in sicurezza della S.R. n.47, numerosi interventi sono in fase di realizzazione e progettazione sui versanti che sovrastano la strada a cu ra del servizio Difesa del Suolo. E' quasi completato il posizionamento delle reti paramassi ed il di sgaggio in corrispondenza del Bivio per Ozein, le nuove reti si intravedono, anche passando in auto, all'interno del bosco. Sono ini ziati nel mese di ottobre i lavori sulle pendici in sinistra orografi ca dopo il ponte di Chevril , che prevedono la posa di reti para - massi e opportune chiodature di lastre instabili . In primavera saranno aperti due nuovi cantieri nel tratto tra il bi vio di Ozein e Chevr il per realizzare valli e barriere paramassi ol tre ad opere di regimazione delle acque e ripristino ambientale. Sono inoltre in fase di ultimazione progetti per interventi nelle località Bois du Ronc e nella zona a monte della Nouva, si può prevedere la loro realizzazione per il 2004. Ringrazio la redazione del bollettino per lo spazio concessomi e chiedo a tutti un po' di pazienza per i tempo- . ranei e inevitabili disagi che si potranno incontrare sul percorso ma, come spesso si dice in queste occasioni, si sta lavorando per migliorare il servizio. Sandro Glarey I -
Turismo CONSERVAZIONE DEIJJA NATURA E SVILUPPO ECONOMICO la contrapposizione tra conservazione della natura e sviluppo economico La conservazione della natura può convivere con lo svil uppo sociale ed economico del territorio? La tutela e la salvaguardia del patrimonio natura li stico sono compatibili con una crescita del livello di vita, con la presenza di servizi di qualità per i residenti, con la crescita del reddito e delle opportunità delle popolazioni che vivono al l ' interno delle aree protette? Le popolazioni che vivono vicino od intorno alle aree protette sono condannate ad uno sviluppo rallentato? Devono sacrificare la qualità della loro vita per cont ri buire a mantenere la "biodiversità", ossia la grande ricchezza delle specie viventi animali e vegetali, che è un patrimon io prezioso per tutta l'umanità? Queste domande, poste con determinazione da ll e popolazioni che vivono intorno ai parchi naturali ed alle aree protette, sono sempre più dibattute in tutti gli incontri di studio e dai politici . Grandi dibattiti contrappongono i conservazionisti, gli ambientalisti, gli ecologisti ai promotori dello sviluppo locale, che rifiutano vincoli ed oneri per la tutela di una natura che pesa soltanto sulle popolazioni di montagna o comunque di territori che hanno sovente poche opportunità e pochi servizi rispetto ai grandi centri urbani. Ed infatti le diverse tipologie di aree protette, e cioè : i parchi nazionali, che tutelano grandi spazi di grande interesse naturalistico, le riserve naturali, che tutelano ecosistemi specifici di grande interesse, i SIC - Siti di Interesse Comunitario, riconosciuti di grande importanza naturalistica ed inseriti nella rete europea di salvaguardia Natura 2000,
an11le ~e e ·e r2 - 1e 1310 le o ri ;e ra son o state istituite per salvare un patrimonio naturalistico minacciato dalla distruzione a causa di un'attività umana sempre più intensa, che mira ad ottenere risultati concret i nel breve periodo, ma rischiando di eliminare per sempre specie animali e vegetali, di di struggere un paesaggio naturale suggestivo od anche costruito nei secoli dall'attività dell'uomo. I m
La conservazione vuole innanzitutto preservare e salvaguardare - si dice perché anche i nostri figli possano godere dei beni della natura, della ricchezza della biodiversità - e quindi pone pesanti vincoli sul territorio. Le popolazioni locali non possono fare quello che vogliono sul territorio ed i diritti di proprietà sono sovente fortemente limitati . Recentemente però anche i conservazionisti più accaniti si sono resi conto che non è possibile e neppure utile sul lungo periodo alla tutela della natura, ignorare i desideri di crescita del reddito, dell'occupazione, della qualità della vita e dei servizi delle popolazioni locali. L'organizzazione mondiale delle aree protette ha così ridefinito gli obiettivi delle aree protette, siano parchi o riserve naturali: la tutela e conservazione del patrimonio naturalistico e culturale del territorio; il contributo allo sviluppo sociale ed economico sostenibile del territorio; L'educazione ambientale. Si tratta di un grande passo avanti dei promotori e gestori delle lfl
Il a lti 1 0 :lo :o, t o ile ~rIle aree protette che sono ora impegnati a cercare, con le popolazioni locali, nuove modalità di tutela che consentano uno sviluppo economico sostenibile, cioè compatibile con le esigenze di conservazione e salvaguardia . Come si è visto alla Conferenza internazionale di Chambery dello scorso novembre, che concludeva l'anno della montagna, le aree protette di tutti i paesi del mondo si interrogano su come favorire lo sviluppo del territorio toccato dai parchi o dalle aree prot ette. Purtroppo i gestori delle aree protette sono sovente ottimi scienzi ati, biologi e naturalisti di fama, ma sanno poco di sviluppo loca - le; però una nuova sens ibilità li spinge a cercare nuove soluzion i ut ili alla crescita del territorio. Le riserve naturali regionali dell'Abruzzo APRl ambiente ha realizzato per la Regione Abruzzo un ampio studio per la valorizzaz ione delle riserve regionali. L'Abruzzo, regione di montagna, oltre a tre grandi parchi nazionali (Parco Naz ionale d'Abruzzo, il più vecchio ed importante dopo i l parco Nazionale del Gran Parad iso, il Parco della Maiella, i l parco del Gran Sasso e dei Mont i della Laga) ed uno regionale, il Parco Sirente Velino, ha 17 riserve regionali oltre a molte decine di SIC. Questi costituiscono, tutti insieme, un corridoio ecologico di fondamentale importanza nell'Appennino centrale, quello che ha consentito al lupo marsicano di risalire l'Appennino fino a giungere, attraverso i parch i frances i, le alpi svizzere. Complessivamente ben quasi il 40% del territorio regionale è all'interno delle aree protette, una percentuale del territorio elevatissima, molto su periore a quella di qualsiasi altra regione italiana. Ovviamente sottoporre a vincolo una porzione così grande del territori o pone problemi rilevanti alle popolazioni locali e genera reazioni molto forti; alcuni Comuni chiedono di istituire nuove aree protette, o di estendere al loro terr itorio i Parchi nazionali di maggior successo; altri chiedono di far uscire il loro territorio dai Parchi e di liberarlo. così dai molteplici vincoli dovuti alla tutela. Le 17 riserve regionali riguardano piccole porzioni di territorio di grande interesse natural ist ico, ma poco valorizzate e conosciute; la Regione Abruzzo vuole "metterle in rete", ossia coordinarle e I lii
promuoverle tutte insieme, come il quinto importante parco abruzzese, all'interno d i una po li tica d i svi luppo del la mont agna. La popolazione abruzzese è prevalent ement e sull a cost a e nelle aree collinari, e le aree mont ane ha nno mi nore sviluppo e minori servizi, e pesano meno nel quad ro po liti co reg iona le. La Regione vuol partire dall e esper ienze d i successo, maturat e da alcune riserve reg ionali, che hanno saputo far convivere salvaguardia e svil uppo loca le, ed anzi fondare lo svi luppo locale sulla tutela dell' amb iente, ed estendere le capac ità d i an imazione economica loca le a t utto i l sistema delle aree protette. Del rest o le ri serve natura li, più piccole dei Parch i e gestite dagli enti locali, hanno sempre avuto una forte sensibilità ed orientament o verso lo sv i luppo locale. A Chambery è stata presentata l'esperi enza de ll e r iserve abruzzesi per lo sviluppo locale, che ha suscitato grande int eresse. Due modelli eccellenti in cui la conservazione è occasione di sviluppo Due r iserve reg ionali abruzzesi hanno mostrato una grande capacità d i fondare un forte sviluppo locale sulla salvaguardia dell'ambiente, e cost ituiscono due modelli eccellenti di grande interesse. Tutti e due hanno saputo tradurre in modi diversi grandi vincoli in opportunità d i sviluppo. Il pr imo modello è quello della Riserva naturale regionale del Lago di Penne, la cui gestione è stata affidata dal Comune alla COGECSTRE, una cooperativa del WWF. Penne è una cittadine di 12.000 ab itant i, con un grande patrimonio storico, artistico e culturale, ove opera una grande impresa di abbigliamento che dà lavoro a 1200 persone. Il lago è nato a seguito della costruzione di una diga che ha chiuso il fiume. La Riserva ha saputo trasformare un "detrattore" ambientale, ossia il grave danno apportato dalla brutta diga che ha prosciugato il fiume, in un luogo di grande interesse naturalistico, ed il lago è ormai luogo di sosta e di sogg iorno d i numerose specie di uccelli e specie migratorie. La Riserva attira numerosi flussi turistici, anche grazie alla promozione de l WWF: ogni anno riceve 30.000 visitatori, che sovente int egrano la visita al patrimonio culturale ed artistico di Penne. m
·co 1a. ·Il e ori da ia1 la :ogli ta- 'eha i- )amse. in go :c00 le, > a na un Ila de >g101te 1e. Numerose scolaresche frequentano il centro di educazione ambi entale, e migliaia di giovani passano interessanti "settimane natura" nella Riserva . La cooperativa, che occupa oltre 50 persone a tempo pieno, ha sviluppato il centro lontra e servizi d i educazione ambientale, di accoglienza (una cinquant ina di posti letto, sempre pien i nella stagione estiva), di ristorazione, di produzione e valorizzazione dei prodotti agricoli locali (farro, pecorino, miele, ecc.), di artigianato (lavorazione del legno e della ceramica), di editoria sui temi naturali stici. La sua att ività ha indotto molti agricoltori locali a rimettere in produzione prodotti tradizionali, ha favorito l'apertura di ristoranti intorno alla riserva, ed ha generato attività ed occupazione indotta nella città di Penne. Abbiamo stimato che oggi sono dovuti alla presenza della Riserva circa 130 posti di lavoro, e che circa 300 person e a Penne vivono grazie ad essa. Il si stema della riserva e delle sue attività indotte costituisce, dunque, il secondo sistema produttivo e di occupazione del Comune. Qui ndi al vantaggio di conservazione e tutela della natura, di · ripr istino del paesaggio, di salvaguardia delle produzioni e mestieri tradizionali , si aggiunge il forte contributo all'occupazione ed all o sviluppo, grazie ad un'azione di conservazione. Il secondo modello è quello della Riserva naturale regionale di Zampa Lo Schioppo. Gestita dal Comune di Marino con Legambi ente, la Riserva si trova su un territorio molto degradato. Il paese di Marino fu distrutto dal terremoto della Marsica nel 1915, e ri costruito molto malamente; il paese è stato in gran parte abbandonato e la parte montana fu tagliata da strade ed elettrodotti. La Riserva, voluta fortemente dal Comune per rilanciare e ricomporre il territorio e la sua economia, si fonda su una grande casca - ta che compare nel periodo primaverile. Il Comune ha molto investi to nel ripristino ambientale, interrando l'elettrodotto sopra la cascata, chiudendo al traffico le strade di montagna, valorizzando i ruderi dell'antico paese, restaurando e preservando il paesaggio; Legambiente ha canalizzato flussi turistici importanti, aiutato la ri scoperta delle tradizioni locali, realizzato un museo naturalistico di grande interesse. I m
Per gestire la Riserva, il Comune ha costituito una società mista pubblico-privata, insieme con i piccoli imprenditori dei servizi, gli artigiani, i coltivatori della zona. L'abbandono della montagna, da parte della popolazione, è stato fermato, e sono nate numerose nuove attività economiche: dall'accoglienza alla ristorazione, da attività artigianali al ripristino di colture tradizionali, rivitalizzate grazie al nuovo mercato della ristorazione, alimentato da importanti flussi turistici: 20.000 turisti visitano ogni anno la riserva. Le attività generate dalla presenza della Riserva danno lavoro direttamente a 36 persone, e costituiscono la prima realtà economica del piccolo Comune. A ciò va poi sommato il peso dell'indotto generato. A Morino l'istituzione della Riserva naturale ha consentito, in pochi anni, di invertire un declino che pareva inarrestabile, e di rilanciare l'economia del territorio, cominciando a richiamare anche alcuni emigrati. I due modelli si sono concentrati sulla salvaguardia e sul ripristin o ambientale, dedicando ampi investimenti per risanare e valorizzare il patrimonio naturalistico, ed hanno puntato sull'attrazione di un turismo ambientale e di qualità, ricercando i collegamenti con
o 1j i a ti a i- )i n j i e o 3j i n le reti nazionali del settore. Entrambi hanno stimolato sia la crescita dell 'imprenditorialità local e sia la valorizzazione della storia e del le tradizion i locali. Quale sviluppo e quale territorio Un forte sviluppo economico di aree montane, come quello vissuto in Valle d 'Aosta ad esempio da Courmayeur, da Cervinia, da Champoluc, comporta purtroppo una profonda trasformazione del territorio: i tre centri sono stati snaturati con un'edilizia intensiva di carattere urbano, distruggendo il paesaggio tradizionale, ind ucendo, inoltre, una forte immigrazione che ha modificato profondamente la cultura tradizionale. I fl ussi turistici che riguardano tali centri, sono profondamente diversi da quelli che, ad esempio, riguardano l'area di Cogne o d i altri centri, che hanno puntato su alternative alla costruzione di estesi impianti sciistici. Voglio citare in proposito l'esperienza francese della rete dei villaggi di montagna. Riunisce Comuni di montagna che non hanno grandi impianti sciistici, ma che hanno invece salvaguardato il paesaggio, hanno una architettura tradizionale, dove il campanile dell a chiesa è il punto più alto del paese, hanno attività artigianali ancora vive, ed una cultura dell'accoglienza. I vi llaggi di montagna hanno individuato un segmento turistico specifico, quello di un pubblico urbano che rifugge, nelle vacanze, dai grandi insediamenti montani che riproducono le forme della città, ma che cerca invece un ambiente autentico e vivo, che offra una natura e paesaggi salvaguardati, insieme a servizi di accogli enza di qualità . Questi Comuni, realizzando un'attività promozionale congiunta, in pochi anni sono rapidamente cresciuti dal punto di vista del reddito e dell'occupazione, senza subire i danni dovuti al deterioramento del .territorio, e sono divenuti una meta, ormai consolidata, per .molte famiglie urbane. Il reddito, generato dai flussi turistici nei villaggi di montagna, è stato reinvestito sia in servizi per la popolazione e per i turisti, sia in miglioramento del patrimonio naturalistico ed architettonico tradizionale. I lii
Sia i due modelli di riserve reg ionali abruzzesi sia la rete dei villaggi di montagna, cost ituiscono un esempio di sviluppo sostenibile, che non stravolge la struttura della collettività locale, e che rende anche accettabili, alla popolazione, i vincoli che derivano dalla salvaguardia del patrimonio naturalist ico, paesaggistico, culturale locale. In conclus ione, modalità di intervento che vogliano creare alternative alla devastazione urbana e al consumo delle risorse naturali nelle aree montane richiedono: una precisa attenzione dei gestori, delle aree protette, allo sviluppo sociale ed economico sostenibile del territorio, e la capacità di negoziare misure ed interventi per lo sviluppo sostenibile con le comunità locali; l'individuazione dei segmenti di turismo che apprezzano tali valori, e lo sviluppo di una campagna d i promozione e d i comunicazione mirata verso tale pubblico; lo sviluppo di servizi rivolti a tale specifico segmento turistico; un forte e costante investimento della comunità locale, d'intesa con l'area protetta, prolungato nel tempo, per la salvaguardia e per il ripristino del patrimonio naturalistico e paesaggistico; una collaborazione intensa, sul territorio, tra soggetti pubblici e soggetti privati; il sostegno di un atteggiamento imprenditoriale volto a valorizzare le risorse naturali e culturali presenti sul territorio. Valentino Bobb io amministratore delegato di APRlambiente srl lii
) dalle Associazioni CARNEVALE 2003 Lu nedi 3 marzo 2003 si è svolta la festa di carnevale organizzata dalla biblioteca comunale in collaborazione con l'A.l.A.T.. La partecipazione è stata numerosa, i bimbi sono stati intrattenuti per tutto il pomeriggio dai clown "Bistecca e Siringa" i quali con i loro giochi, balli e scenette hanno ottenuto un buon successo. La festa è terminata con la merenda che è stata molto apprezzata da tutti i bimb i. Si ringraziano i bambini della scuola materna, elementare e media che con i loro disegni hanno reso la palestra accogl iente. Un grazie particolare va alle mamme che si sono offerte per addobbare la palestra costruendo girandole, bandierine, pagliacci e addobbi vari. Tiziana Truc I lii
Racconti passati RICORDI DI UNA MAESTRA A COGNE negli anni 1930 (parte seconda) Rico rdo che una domenica organizzarono una gara di sci fra i bambini del paese. Il percorso consisteva nel giro dei prat i di Sant'Orso fino a Cretaz e ritorno. I bambini felici volavano sulla neve. 1934 - Scuole Elementari di Epinel (Cogne) Prima fila (da sx a dx) : Ouvrier Iolanda, Truc Silvia, Vittone Domenica, Truc Gigi, Abram Giuliano, Rey Zeferino (con gli sci), Berard Fortunato, Cuaz Pietro e la maestra Baj Linda. Seconda fila: Abram Marcello (con gli sci), Abram Fridolino (disperso in Russia), Vittone Rosina, Perrod Clementino, Truc Viviana, Gerard Marina, Truc Alice, Abram Angiolina, Perrod Clementina, Cavagnet Pierino, Abram Marcellino, Abram Luigi, Truc Benedetto, Berard Santino. Ultima fila : Truc Romano (caduto in Jugoslavia), Truc Germano, Truc Angiolina, Gerard Tersilla, Cavagnet Dolcelina, Abram Bernolina, Abram Giuseppe, Perrod Cesare. I m
A ll' ar ri vo c'eràno tutti meno uno; era un piccolino di sei anni, nipoti no del tabaccaio Truc che aveva il negozio di fronte all a piazza de l Municipio. In paese lo chiamavano il Mutolino, poiché appunto il poverino era muto ed era così carino. Andarono a cercarlo e lo trovarono in mezzo ai prati intirizzito dal freddo e che piangeva disperatamente. Dovettero prenderlo in braccio, porta rlo in paese e rifocillarlo con bevande calde. Un anno conobbi una coppia di con i ug i di Aosta: i Signori Vietti. Possedevano un albergo (il primo a destra entrando in paese) che era aperto soltanto durante la stagione estiva. Erano due persone simpaticissime: la moglie, un tipo deciso, dai modi un po' mascolini, coi capelli tagliati cortissimi alla maschietta, alta e robusta ma che spirava simpatia solo a guardar la. Il mar ito era un buontempone che aveva sempre pronta una facezia o una barzelletta. Erano ami ci del Maresciallo e del Signor Raletto . L'anno 1932 ci diedero 15 giorni di vacanza al 28 ottobre perché era il decennale della Ma rcia su Roma, ma ce li tolsero a Natale. Avemmo solo 5 giorn i. Siccome io abitavo a Novara, mi ci voleva un giorno per andare a casa e uno per tornare, perciò decisi di rinunciare alle mie vacanze a casa e rimas i a Cogne. La sera dell'ultimo dell'anno fui invitata a casa del Maresciallo oltre ai Signori Vietti e al Signor Raletto . C'era ogni ben di Dio (la Signora Cugnolio era una eccellente cuoca). Andai a casa al mattino alle quattro con le ganasce che mi facevan male dal gran ridere per tutte le barzellette che ci raccontò il Signor Vietti . Alcuni anni dopo seppi che era morta la signora (il che mi dispiacque molto) e alcun tempo dopo era mancato anche lui. Il secondo anno che ero a Cogne ci fu qualche cambiamento fra le insegnanti. Due colleghe (Migliavacca e Bertene) furono trasferite e ne vennero altre due. Con queste non legai molto, come con le altre. Intanto avevo fatto un 'altra conoscenza ed era Ilda, una donna di Gimillan, già anziana e che era a servizio dai Carabinieri. Per andare in caserma passava davanti alla mia abitazione e quando la El
li, la 10 in 3- :i . 1e 1e i1a 131é e. ra :li o )- n i eele :e le :li 3la vedevo la invitavo a salire da me a bere il caffè. Lei parlava so lo il patois, quindi per di scorrere con essa mi dovevo arrang iare. Imparai così anch 'i o un po' di dialetto, cosa che mi riuscì abbastanza bene, anche se non era perfetto . Durante le mie peregrinazi oni g iornali ere da Epinel a Cogne, ogni tanto avevo la compagnia del Maresci all o e di un carabiniere ch' erano venut i al paese per qua lche perquisizione; altre vo lte quell a di Ottolengh i, una guard ia fo resta le del Parco Naziona le del Gran Paradiso. Facendo la st rada in compagn ia e ch iacch ierando il cammino sembrava più breve, benché io non mi anno iass i anche se ero sola. Avevo così tante bel le cose da vede re ! Tutti quei boschi d i conifere che in aut unno erano d i tutte le g radazi oni dal g ial lo ch iaro al g iall o scuro, al marrone, al bronzeo, incominciando dal basso vic ino al torrente (la Grand Eyvia, che scorre da Va lnontey sino ad Aosta) e su su f ino alle cime del Pousset, de lla Grivola, del Gran Paradiso, ecc.; erano una delizia a vedersi. D'inverno invece erano bianche, ricoperte completamente di neve. All ora ne veniva molta e d'inverno era tutto completamente bianco. In primavera nuovo spettacolo: i prati si riempivano di fiori e le piante avevano tutte le gradazioni del verde (dal verdino tenero al verde scuro). In autunno poi nei prati c'erano le mucche a pascolare e anche loro mi facevano compagnia. Una cosa per me nuova e spettacolare era in primavera veder cadere le slavine . Si sentiva dapprima un gran boato e poi si vedeva scendere quell'enorme massa di neve: era uno spettacolo meraviglioso e terrifica nte ass ieme . Per fortuna mai sono cadute su case o paesi . Però mi raccontava la Signora Perrod che a Epinel tanti anni prima ne era scesa una in mezzo al paese, senza però toccare le case, e che per recarsi alla scuola avevano dovuto coi picconi tracciarsi una quarantina di gradini. Quasi tutte le valanghe hanno un nome; la più grossa è la Alex (non so però se si scrive proprio così). Durante il secondo anno che ero là, cadde e a Cogne ci trovammo isolati per qualche giorno. Ri co rdo che durante l'intervallo del mezzogiorno andai co i bamI El
bini che avevano gli sci a vederla . V'erano molti uomini intenti a tagl iarla, vi impiegarono 4 giorni . Quando scendevano le va langhe sovente travolgevano stambecch i e camosc i, poi quando la neve si scioglieva le guardie forestal i andavano a ispezionare e raccogliere le corna deg l i an imali per it i . Così al secondo anno potei comperare dalla Milizia Forestal e d i Aosta un pa io di corna di stambecco per f. 200. Per pot ermele po rtare a casa dovetti viaggi are con un rego lare permesso de ll a M ili - zia . Ora fan no bella mostra nell a casa ch e ho sul Lago Magg iore. Durante il secondo anno che ero a Ep inel venne a fa r visita l' Ispett o re Sco last ico e const at ò che l' aula non aveva abbastanza capi enza per 54 alunni. Quind i eff et t uarono lo sdopp iamento. A ll'ini zio d el terzo anno mandarono una nuova insegnante: Mar ia Menz io . L' anno dopo ell a chi ese il trasf erimento per Cogne, l' ottenne e alcun tempo appresso si sposò con un opera io del la Cogne: Venitucc i. All ' inizio del IV anno ne venne un' altra (Lu isa Rolando da Torino). In pr incipio si mise in pens ione all'a lbergo de l Signor Gi ll iavod, poi dato che andavamo d 'accordo venne ad ab itare con me. Al mattino andavamo a Ep inel e la sera r itornavamo a Cogne. Que ll' anno venne parecchia neve e Lu isa scivolava. lo ero ormai ab ituata e po i avevo un paio d i scarpon i ben chiodat i e con nel tacco tre piccol i ramponi da ghiaccio. Quind i Luisa s'attaccava a me per reggers i spec ialmente per attraversare Cretaz la cui strada era tutta un ghiaccio . Malgrado ciò eravamo sempre allegre ed ottimiste. Durante le due ore d' intervallo andavamo a stenderci sulla neve a fare i bagni di sole. La domenica andavamo a Messa (questa nei primi anni che ero lassù veniva detta in francese po i per ordine del Vescovo di Aosta - Monsignor lmbert i - venne detta in italiano e latino) . Finita la Messa quasi tutte le persone si recavano nella piazzetta del Muni cipio e dalla finestra centrale veniva letto dal Messo comunale il bando con tutte le ordinanze per l' intera settimana. Al fondo della piazza c'era un tavolino di pietra dove nel Medio Evo ta le bando veniva letto da ll' araldo, sul tavo li no. lii
li li I. :li rila a e i- ) . >i li ~I a a a . - a D D Al pomeriggio della domenica si andava a sciare. Ci si trovava tutti. 10 trovo che lo sport dello sci è uno dei più belli. Qualche volta quando alla sera c'era la luna piena e si vedeva come di giorno andavamo a sciare dopo cena, magari sino a mezzanotte. In quell'anno d'inverno vennero a Cogne circa 400 tra ufficiali e sottufficiali della Scuola di guerra per fare i corsi sciatori . Essi erano incantati a vedere come i bambini del paese sciassero bene. Un giorno uno di essi disse: "Noi usiamo sci ultimo modello e stentiamo a tenerci in piedi, loro che hanno per sci due pezzi di legno legati con una corda e per bastoni due manici di scopa sembra che vol ino addirittura sulla neve . Sono dei piccoli campioni e noi dovremmo imparare da loro". I El
Quest i ufficiali avevano poi preso molto in simpatia Va leria, la bamb ina dei Signori Marchionni . Se l'erano presa come mascotte e si facevano fotografare con lei. Infatti era molto bellina e aveva circa 4 anni . Portava un costumino da sci blu scuro, un pull-over giallo e in testa un berretto dello stesso colore e con un enorme fiocco. Sopra ai suo i ricc ioli neri faceva un gran effetto. Sembrava una bambolina. Fra gli ufficiali che quell ' inverno vennero a fare il corso sciatori ce n' erano tre di nazionalità Cinese. Erano alloggiati al Bellevue, l'albergo di Cesarino Cunéaz. Uno era giovanissimo: aveva 24 anni ed era sottotenente, si chiamava Slim; un altro era tenente e un terzo aveva 29 anni ed era capitano. Si chiamava Scin (non so se è scritto giusto). Era sposato, aveva quattro figli ed era figlio di un mandarino. Una domenica invitarono me e Luisa a bere il loro the. Non era come il nostro, ma era giallo come l'olio ed era buonissimo. Prima che finisse il corso il Capitano fu richiamato in Cina: era morto suo padre ed egli doveva succedergli nella carica di Mandarino.
:e 1 l- ~d !rè m ra 1ro . Cultura DEDICATO A COGNE Fra ncesca Corrao, insegna lingua e letteratura araba all ' Un iversità di Napoli "L'Orientale" e "Antropologia e cultura islamica " all ' Università Cattolica di Milano. Ha studiato a Roma, dove vive, e si è speciali zzata al Cairo dove è rimasta per sette anni. Ha scritto diversi libri sulla poesia e sulla letteratura popolare araba, tra cui : La t ragedia di Cleopatra, UBU libri Milano, 1988; Il riso il comico e la festa al Cairo nel Xlii sec., Istituto per l'Oriente C.A. Nallino Roma, 1996; Adonis. Nella pietra e nel vento, ed. Mesogea Messina, 1999; Le storie di Giufà, ed. Selleria, (I ed. Mondadori) 2001, Poeti arabi di Sicilia, ed . Mesogea Messina, (I ed. Mondadori) 2002. Ha viaggiato e cont inua a viaggiare molto; da sette anni frequenta Cogne assiduamente e per soggiorni sempre più lunghi nell'auspici o di poterci restare per sempre e dedicarsi a scrivere racconti e poesie. I sentieri 1 Un'ombra si svela inquieta tra le foglie - diradate maglie di una secca primavera scivolo sino al rivo finché è sera. I I Sentieri 2 Pignette perfette s'infilano strette tra i rami un letto di paglia sul prato muschiato riverbera al sole un gelido sasso. lii
Natura ... • SOLE Come preannunciato sullo scorso numero di questo bollettino, dove ci eravamo occupati dell'insolazione di Cretaz, Vi propongo oggi un grafico riassuntivo delle insolazioni di tutti i nostri maggiori centri abitati nella valle di Cogne. Questo grafico è particolarmente interessa nte perché su di esso risaltano immediatamente al primo colpo d'occhio, le differenze di insolazione giornaliera fra le vari e local ità rappresentate, per qualsiasi giorno dell'anno. Un ulteriore vantaggio di questo tipo di esposizione, oltre al l'immediatezza visiva che offre, è che consente ad ogni lettore di poter confrontare direttamente da sé, le local ità che più gli interessano, tralasciando eventualmente i confronti fra le altre. A tal proposito faccio notare che avendo, come nel nostro caso, sei località diverse, se volessimo stendere per iscritto dei paragoni di ogni località con ognuna delle altre, si dovrebbero fare ben 15 relazioni diverse, (tale infatti è il numero di abbinamenti possibili fra le sei località in questione). Owiamente una simile mole di scrittura sarebbe in grado di stufare anche il lettore più accanito, ragione per cui ho preferito adottare la qui presente soluzione del grafico, più pratica e di più rapida consultazione. Vorrei ora scusarmi in anticipo, con tutte le numerose persone che già conoscono alla perfezione l'uso ed il modo di verificare i dati di qualsiasi grafico venga loro presentato, perché ora li dovrò necessariamente annoiare, in quanto adesso, per facilitare la consultazione a chi avesse poca dimestichezza con i grafici, vado a precisare delle nozioni che possono apparire decisamente scontate e banali, come quelle che ora espongo: - Le varie linee colorate che appaiono sul grafico rappresentano ognuna l'insolazione di una località diversa: Linea GIALLA = GIM LLAf' Linea BLU = LILLAZ Linea AZZURRA = EPINEL Linea VERDE = CRETAZ Linea MARRONE = VALNONTEY Linea ROSSA = COGNE El e
:i ,_ ti li- ' - ,_ 1l- ~i li li 3n ù e o ·a la 3j- - Sul lato sinistro del grafico sono indicat i i divers i livelli di insola - zione giornaliera, partendo da zero ore in basso f ino a 15 ore in alto. Ad ognuna di queste ore è abbinata una leggera l inea retta orizzontale di livello che attraversa tutto il graf ico . Si farà dunque riferi mento a queste linee di livello or izzontali, per valutare la qua ntità di insolazione giornaliera di ogni località. - Lu ngo la pr ima linea o rizzontale in basso (quella delle ore zero), son o ind icati i vari gi o rni dell'anno, a passi di 5 giorni fra un'indicazi one e quella successiva. La rappresent az ione di questo g rafico non parte da l primo Gennai o, ma ini zia volutamente da l 21/3 (21 Ma rzo) g io rno dell'equ inozio primaveril e, prosegue per un anno intero sino al 21/3 de ll'an no success ivo (sul l' est remo margine destro de l g raf ico). Questo accorg imento consente una rappresentazione più l inea re e ch iara del l' " onda bassa " dell ' inso lazione invernale, senza l'i nterruz ione di conti nu ità che si avrebbe al 31 Dicembre se i l grafico partisse dal 1 Gennaio. - Ad ogn i data segnata lungo la prima l inea o rizzonta le i n basso, cor ri - sponde una leggera l inea nera, retta e vertica le che incrociando le l inee colorate de l le sei località esami nate, ne indica la quanti tà di insolazione in quel determinato giorno . Se per esempio volessimo sapere qual è l' insolazione m inima d i una località, (pon iamo i l caso : Cogne = Linea rossa) , è sufficiente cercare in basso la data 21/12 (21 Dicembre, solstizio invernale), risalire la ri spettiva linea nera sino all ' incrocio con la linea colorata che ci interessa. (Nel nostro caso con la l inea rossa) e vediamo che l' insolazione minima di Cogne al 21/12 è di 3 ore . All o stesso modo notiamo che alla stessa data Gimillan (= linea Gi alla) ha ancora un'enormità di sole, addir ittura 6 ore, il doppio I
che nel capoluogo, mentre per esempio Valnontey (=linea Marrone) ne ha un po' meno di 2 ore e mezza. Ora è intuitivo che la differenza di altezza fra le linee colorate di due località lungo la stessa linea verticale nera di una data, rappresenti direttamente la loro differenza di insolazione in quel giorno. Poniamo il caso di voler sapere la differenza di insolazione fra Lillaz (=linea Blu) e Gimillan (=linea Gialla) al 16/2 (16 Febbraio). Scorrendo lungo la linea verticale nera di questa data, osserviamo che Gimil lan al 16/2 ha addir ittura 4 li nee di livello in più, e quindi d i conseguenza ha 4 ore di sole in più.(Circa 4 ore di so le a Lillaz, contro le circa 8 ore di sole di Gimillan). Logicamente le maggiori insolazioni le abbiamo al solstizio estivo del 21/6 (21 Giugno) dove Lillaz, come potete constatare sul grafico, raggiunge e supera addirittura le 13 ore e mezza, con quasi un'ora (per l'esattezza 50 minuti) più di Gimillan che pure è, per quanto riguarda il sole, la regina indiscussa e incontrastata della valle di Cogne. Vi è poi ancora un altro aspetto interessante, rilevabile a colpo d'occhio sul grafico ed è il seguente : - Ogni volta che si vedono due l inee colorate che si incrociano, si sa che in quella esatta data vi è un sorpasso di insolazione fra le due località in questione. Per esempio l 'insolazione di Lillaz (=linea Blu), supera quella di Gimillan (= linea Gialla), il 13 Maggio (poco dopo la linea verticale del 11/5), ad un livello di insolazione di circa 12 ore e 20 minuti. Quindi osservando con un po' di attenzione i vari incroci fra le diverse linee colorate, è facilissimo risalire a tutti i sorpassi di insolazione di tutte le nostre località, in qualsiasi stagione o giorno dell'anno. Nel confrontare le località che vi interessano, ricordate che le differenze di insolazione vanno valutate ben "verticalmente", lungo le linee nere delle varie date. Per una valutazione più precisa è possibile misurare con una riga millimetrata la differenza di altezza fra le li nee che vi interessano e raffrontarle poi alle ore graduate sul fianco sinistro del grafico.(Visto che 1 ora è alta circa 1O mm, ogni mm è valutabile a 6 minuti.) Devo qui precisare che le insolazioni che questo grafico riporta, rappresentano esclusivamente la "quantità giornaliera" di sole di ogni località e non indica quindi gli istanti del levare e calare del
) I r 3 ) ) 3 r ·- ) ) I, li !I 1 sol e. Per esempio Lillaz e Valnontey nel periodo invernale hanno pressochè la stessa quantità di insolazione, infatti come potete constatare voi stessi sul grafico, le due insolazioni non si discostano mai a più di 10-15 minuti di differenza fra loro . Ciononostante a Lillaz in quel periodo, il sole sorge e tramonta quasi sempre un'ora abbondante prima che a Valnontey. Questo perché, pur essendo la "quantità giornaliera" di sole goduta dalle due frazioni pressochè la stessa, viene però ricevuta in orar i diversi. Quindi per risalire agli esatt i orar i del levare e del calare del sole, occo rre necessariamente rivedere le tabelle solari delle varie locali tà, pubblicate sugl i scorsi numeri di questo bol lettino. Immagino ora, che osservando il grafico, abbiate senz' altro già notato, lo strano andamento della linea rossa di Cogne (Metanèire) nel periodo invernale, che da un 'i nsolazione di 5 ore e 40 min uti circa del 26/11 (vedi grafico}, piomba improvvisamente come in un precipizio fino alle 3 ore del 21/12, per poi risalire molt o velocemente alle 5 ore e 40 minuti circa del 16/1. Tutto questo è dovuto al fatto che a Cogne dal 26/11 al 16/1 il sole t racima (rècoutse) sempre più significativamente dietro al Mont Cuc, cond izionando pesantemente l'insolazione del capoluogo, per un per iodo tutto sommato relativamente breve, ma che purtroppo si sovrappone proprio sul periodo delle vacanze natalizie. Pa re quasi sia stato architettato apposta per fare dispetto ai bambini ed ai ragazzi delle scuole che vivono nel capoluogo. Infatti questi dopo aver passato i vari giorni delle vacanze di Natale per buona parte all'ombra, una volta rientrati in classe, vedono quasi di colpo il raddoppiarsi dell'insolazione, senza poterne ormai più godere a pieno ... Peccato, ma come si sa alla natura non si comanda, specie quando ha le dimensioni del Mont Cuc! A questo punto, al termine della nostra ampia panoramica sulle va rie insolazioni nella valle di Cogne, possiamo concludere stilando una doppia classifica fra le nostre belle località. Una prima classif ica riguarda ovviamente l'i nsolazione globale annuale, la seconda invece altrettanto importante se non addirittura di più, riguarda l'insolazione del semestre invernale, (dall'equinozio d'autunno del 23 Settembre, all'equinozio primaverile del 21 Marzo), periodo questo in cui il sole si rivela particolarmente prezioso. I 111
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