Per gestire la Riserva, il Comune ha costituito una società mista pubblico-privata, insieme con i piccoli imprenditori dei servizi, gli artigiani, i coltivatori della zona. L'abbandono della montagna, da parte della popolazione, è stato fermato, e sono nate numerose nuove attività economiche: dall'accoglienza alla ristorazione, da attività artigianali al ripristino di colture tradizionali, rivitalizzate grazie al nuovo mercato della ristorazione, alimentato da importanti flussi turistici: 20.000 turisti visitano ogni anno la riserva. Le attività generate dalla presenza della Riserva danno lavoro direttamente a 36 persone, e costituiscono la prima realtà economica del piccolo Comune. A ciò va poi sommato il peso dell'indotto generato. A Morino l'istituzione della Riserva naturale ha consentito, in pochi anni, di invertire un declino che pareva inarrestabile, e di rilanciare l'economia del territorio, cominciando a richiamare anche alcuni emigrati. I due modelli si sono concentrati sulla salvaguardia e sul ripristin o ambientale, dedicando ampi investimenti per risanare e valorizzare il patrimonio naturalistico, ed hanno puntato sull'attrazione di un turismo ambientale e di qualità, ricercando i collegamenti con
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