22 Le Flambeau - 12

. ' e scagli ·lliJ roccia di varie dimensioni (fino alla lunghezza di un palmo abbondante) e fanghiglia d:i terreno vegetale. Quando già avevamo perso le speranze di ritrovare alcun– chè ed era venuta alla luce la prima parte del fondo, a circa 70 cm. di profondità, l'operaio Miceli sollevò dal fondo un og– getto che, esaminato attentamente, denunciava sul ~()rdo ester– no a festoni decorazioni regolari e primitive. Ripulita attentamente la cavità dal fango e dalla roccia, nient'altro venne alla luce. La stessa lentezza delle operazioni, che durarono due giorni, è una dimostrazione indiretta della cu– ra da noi posta per l'esame di quanto si estraeva dalla tomba. Dal1a grande quantità di detriti di roccia ritrovati si potè arguire che la tomba era stata violata in epoca indeterminata, quando nel corso del1a esportazione del materiale lapideo se ne era scoperta l'esistenza. Probahihnente in quel momento fu interrotto lo sfrutta– mento per non fare partecipi altre persone della scoperta e del prelievo dei probabili preziosi, operazione da considerarsi mo– ralmente riprovevole. ln qualche notizia trapelata è da ricer– carsi probabilmente il soprannome: c< Artson di djablo ». Altri resti di materie organiche (legno, cuoio, stoffe) sono da considerarsi perduti per l'alterazione provocata dall'acqua che deve essere penetrata per millenni nella tomba, paragona– bile ad un recipiente a perfetta tenuta rivolto verso l'alto. A quattro metri circa dalla tomba è stato scoperto uno scheletro umano in posizione semiseduto, ossia con la parte in– feriore del corpo orizzontale e il busto ed il capo disposti se– condo un angolo di circa 30 gradi. A protezione del capo esi– stevano due pietre piatte appoggiate fra loro a V capovolta. Al momento del mio sopralluogo purtroppo lo scheletro era stato completamente rimosso ed bo solamente potuto ricu– perare alcune ossa, verificando in parte l'esatta posizione del defunto. -96-

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=