Archeologia in Valle d'Aosta dal Neolitico alla caduta dell'Impero romano 3500 A.C. - V sec. d. C
"· mento delle stele: esse venivano cioè spesso se gate alla base, che rimaneva in fissa vertical mente nel terreno, serrata ancora dalle relative pietre di rincalzo, mentre la stele veniva lasciata a terra, nella quasi totalità dei casi con la faccia ventrale, disegnata, all ' ingiù (figg. 1 3 , 1 5) ; ri corrono inoltre scheggiature delle spalle e del capo che farebbero allora pensare a forme di iconoclastia. Si ha infine la prova che, anche nel caso di riutilizzo della stele per costruire una tomba (fase IV), si è lasciata in situ la base, quasi come testimonianza topografica della po sizione primitiva (stele n. 2 1 , reimpiegata nel lato breve orientale della Tomba I). Un particolarissimo interesse presenta la ste le n. 23 , di forma ogivale e con un idolo a for ma di violino rapprensentato in alto rilievo su una faccia: essa è diversa da tutte le altre ed ap pare certamente associata alla struttura qua drangolare sulla quale giace ora abbattuta (fig. 28) : A questa struttura è legata, come si è visto , la semina dei gruppi 'di denti umani. Questa struttura e la stele associata devono avere in dubbiamente un significato speciale, che sarà forse possibile comprendere aìla conclusione delle ricerche in questa zona. Ogni considera zione sulla tipologia e l ' origine delle sette diver se tombe megalitiche finora presenti deve essere senz' altro rinviata alla conclusione del loro sca vo. Il quesito più interessante da risolvere è sen za dubbio quello riguardante la possibilità che la variabilità tipologica sia legata o meno a fat tori cronologici, e nel primo caso eventualmen te anche culturali . Un 'os-servazione generale, d' ordine architet tonico , che fin d 'ora si può fare è la seguente: tutte le tombe sono state costruite all ' aperto sul piano di campagna antico , e lasciate interamen te visibili , cioè senza protezione di soprastanti tumuli di terra o pietre , come erano parimenti visibili le stele antropomorfe, quelle non antro pomorfe ed i rari menhir (figg. 1 6, 1 7, 1 8) . 46 Fig. 28 - Stele n. 23, con rappresentazione di un idolo a forma di violino in alto rilievo (Fase Illa?) Le stele antropomorfe di Aosta sono come quelle di Sion e dell'Alto Adige, di dimensioni molto grandi (m 2-3 di altezza in media) . Mentre nelle statue si perviene ad una fusio ne degli elementi lineari in quelli plastici nelle stele antropomorfe essi si mostrano ancora dis sociati o comunque poco armonizzati. Bisogna innanzitutto considerare l'intervento che tra sforma il blocco grezzo in sagoma antropomor fa, più o meno schematizzata nei tratti fonda mentali , e che è di per sè sufficiente a caratte rizzare la stele � Va in proposito osservato che una sensibile influenza sulla tipologia di queste sagome è determinata dal tipo della roccia che si impiega. La grande maggioranza delle stele antropomorfe dell'arco alpino e della Lunigia na ha un aspetto decisamente lastriforme, nel quale il distacco fra i piani ventrale e dorsale viene attenuto raccordandoli con l ' ar rotonda mento del contorno della lastra. Nel contempo veniva di solito sagomata l' estremità superiore
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