Archeologia in Valle d'Aosta dal Neolitico alla caduta dell'Impero romano 3500 A.C. - V sec. d. C

Fig. 12 - Gressan (Clerod) Veduta aerea del ponte sulla Dora. Di questo ponte resta soltanto , nel greto del­ la Dora Baltea, la base di un pilone in grossi blocchi squadrati, di travertino e di conglome­ rato, legati con staffe di ferro e piombo; sulla sponda orografica destra si è invece individuata la poderosa spalla in «opus caementicium» ed un tratto di strada con tracce di carreggiata. Questo ponte a più arcate , che sembra contem­ poraneo ai monumenti urbani per le caratteri­ stiche costruttive, collegava Aosta con la zona agricola di Gressan e probabilmente con quella mineraria di Cogne . Dal punto di vista della viabilità esterna la Porta Principalis Dextera doveva rivestire minore importanza, in quanto costituiva il punto di uscita in direzione della Dora e delle campagne a Sud della città e delle aree adibite a necropoli . Edilizia pubblica Per quanto riguarda l'organizzazione spazia­ le e la delimitazione delìe aree funzionali ,gli 76 scavi recenti oltre alla chiarificazione di alcuni problemi iner e11ti il foro, vengono ad integrare ed in parte a confermare i caratteri che regola­ no la configurazione planimetrica della città .Gli edifici pubblici , costruiti nella zona più elevata della città sono concentrati nella re­ gione nord-orientale, delimitata dal Cardo e dal Decumanus Maximus, mentre le case di abi­ tazione si distribuiscono prevalentemente a Sud del Decumanus cioè nella parte meridionale dell'area urbana. L' austera monumentalità che caratterizza l'architettura pubblica aosta � na, soprattutto nei primi secoli dell' impero è le­ gata più che ad esigenze costruttive (opus qua­ dratum) all 'utilizzo di materiali lapidei locali quali il travertino ed in particolare il conglome � rato, che richiedevano per esigenze statiche e funzionali intrinseche l ' uso di grossi blocchi squadrati . L' identificazione del foro con l'area recinta dal criptoportico e relativo tempio in posizione eccentrica ( 1 0) , corrispondente a quattro isolati a Nord delle mura e ad Est del Cardo, proposta da C. Promis e seguita dai vari studiosi che si occuparono delle antichità di Aosta, appariva p � oblematica e non del tutto convincente ( 1 1 ) . Ciò a causa dell 'eccessivo decentramento di un'area pubblica, fulcro della vita cittadina nelle sue espressioni politiche, economiche e re­ ligiose, che la tradizione romana prevede al centro della città, all 'incrocio del Cardo col De­ cumanus . L ' esame di strutture messe in luce nel 1 965 , costituite da un lungo basamento colon­ nato (m 53 x 1 ,3 5) e da resti di un lastricato in bardiglio, hanno permesso di giungere all 'indi­ viduazione della platea forense ( 1 2) . Il Foro di Augusta Praetoria (fig. 1 3) , che viene pertanto a _ prese � tare una forma rettangolare allungata, nsulta mtegrato nella circolazione per la sua posizione a Nord-Est dell'incrocio delle due principali direttrici del traffico , nel punto di convergenza della circolazione interna diretta-

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