Atti sinodali Aosta Atti sinodali Colliard sec - M R Colliard

52 J\TTI Sl1'0DALl E VISITE PASTORAL! NELLA CITTÀ Dl AOSTA NEL XV SECOLO Entrando ora ne! mcrito di alcune osservazioni più specifîche, giustifîchiamo i nnanzi­ tutto alcune scelte che sono staœ operate ndla trascrizione, sotro il profilo linguistico. In linea di massima, l'orrografia dei manoscritri è srara rispettata il più possibile. Pochi errori manifesti sono stati corretti senza essere stati scgnalari. Qua e là, q ual c h e sic mette in lucc una disc or d an z a p art ico la r m e n t e evidente rispetro alla norma gram­ maticale. Le abbreviature sono state sciolce sulla base deUe regole generali. Una osservazione merira il frcquentc uso dell'abbreviatura " a u g . ": essa p o t r eb b e , a rigore, corrispondere sia al genirivo di specificazione Auguste sia all ' a gg ettiv o dcrivaro dal nome della città (Augustensis, -e), chc ncllc fonri in realtà è di pi li l a.r g o uso; ecco perché si è deciso d i sciogliere sempre "aug." in Augusten.sis, al caso richiesto, utiliz­ zando il nome della città al genicivo solo nei rari casi in cui il cesro lo pr o po n c p r o p rio in quesca forma. Per semplificare, l'uso non uniforme della semivocale (o semiconsonante) "j" alcer­ naca alla "i" è scato ridotto sempre al suono "i" (ianuarius c non Januarius; ius e non ju s ; eius c non ejus, c c os l via), col mantenimento della "j" solo nella maiuscola dei nomi propri di personaJ o ha n ne s e jacobus e nei relacivi diminutivi, ne! nome dcUa parrocchia di Jovençan, nonché ne! gcnitivo jovis, all'interno delle espressioni Mons /ovis e Columna jovis. Il digramma "qu-" a sua volta è s t at o sempre integrato correttamentc con la "u", anche là dove sia s c r i t to con una vocale sola (es. s e qu n tu r è diventato sequuntur). Si è invece preso atto deUa scomparsa del dittongo "-ae/-oe", delinitivamcntc sostituito da "-e". Qualora alcunc lcttcrc siano state utilizz.ate indistintamente, in maniera interscam­ biabile - per esempio la "i" e la " y " (diocesisldyocesis, imagolymago, idoneuslydoneus) o la "c" e la "ch" (arca/archa; coruslchorus) - nclla tra.�crizione si è riportato esattarnente cio che si è letto nel testa. Anche là d o v e , corne nell'utilizzo della "h", la lettera in questione sembra non avere alcun peso e pare persino distribuira un po' a casa: oral hora, Antonius/Anthonius, abundan.slhabundans. Si è dec i s o di non intervenire con correzioni specifiche neanche quando consonanti simili (labiali, gutturali, dentali, ma anche sibilanri, liquide o nasali) sono s ca mbiar e con una ccrta disinvoltura: cosl, si l e gg e r à inebtitudinem (per ineptitudinem), vaca­ bu n d i (per v a g abund i) , viatiqua (per viatica), capud (per caput), artare (per a/tare), baptiso (pcr baptizo), circumcizio ( p e r cimrcumcisio), lineum (per l i gn eu m ) . Errori di questo tipo non mettono infarci a repentaglio la co m pre n sio n c del tcsto. Altri variami invece s c m b r a n o co r ri spo n d ere a quakosa di più significarivo: si pensi alla s i s t e m. ati c a sostituzione della lettera " c " aUa "t", soprattutto in unione con la vo­ cale "i" ("ci" invece di "ci"), came in ordinacio ( p c r ordintttio) o pocius ( p e r po t i u s ) o ancora eciam ( p c r e ti a m ) , e cosl via; o a l fatto, ancora, che la "c" sostituisce spesso una "t" nella d o ppia ("et" al posto di "tt"), corne ne] verbo micto ( p c r m i t t o ) o n e ll ' aggett i -

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