Histoires d'eau actes de la conférence annuelle sur l'activité scientifique du Centre d'études francoprovençales Saint-Nicolas, 15-16 décembre 2001 Rosito Champrétavy

Bjò «Bedale», Iigòs «acquidoccio» e ruza «roggia» Formigara; bjaléra (con la suffissazione aggiuntiva -aria) a Oviglio, come termine antiquato; bjéu a Masone; bégu e béjgu come «canale d'irrigazione nei campi» inVal Curone e in Val Borbera e, in particolare, a Fabbrica Curone, a Cabella Ligure e a Rosano e, rispettivamente, a Carrega Ligure eAlbera Ligure. L'area così rintracciata, che attraverso l'Alto Monferrato e l'Acquese si salda con quella del Piemonte occidentale e alla quale va aggiunto qualche punto iso­ lato del Basso Monferrato (per esempio, Fubine, dove ho raccolto bja sempre nel significato di «gora del mulino»), costituisce quindi il fronte più avanzato verso est dell'area di espansione del tipo derivato bedale, di formazione seriore. In questa regione, essa ha via via invaso e sommerso l'area minore, più antica e propriamente ligure (e provenzale e francese), costituita dai riflessi della forma primitiva della base bedo-3', di cui non mancano attestazioni nei documenti medievali locali32 e di cui sono evidenti tracce i relitti bégu e béjgu delle Valli Curane e Borbera e bjét e béfv raccolti, rispettivamente, dall'AIS e dall'ALI a Coli (Piacenza) e a Stradella. Un'altra voce che concorre a costituire la carta linguistica attuale, relativa alla nostra zona, dei termini corrispondenti al concetto di «canale artificiale d'acque derivate da un fiume a scopo industriale e irrigatorio» è ligòs, anch'essa di uso ormai antiquato, che già SERRA: 76-79 segnalava come viva ancora nella parlata di Tortona dell'inizio del secolo e variamente documentata sulle carte medievali e moderne di Voghera (nelle forme laquedocio33, laquedocius34, laquedocium35, laque­ dozo36, laquedotius37, laguedocius38 e lagaedocium39), Tortona (nelle forme laquedo­ tium40, laquedocium41, ladegocium42 e lagodotium43), Volpedo (nella forma lagodotius44) e forse anche di Asti (nelle forme uadègossio45, uadiinossa46 e uuadegosio47), ma che gli atlanti linguistici non rilevana48• Attualmente, il termine vive - a quanto ne so - a Tortona e Viguzzolo49, Volpedo (anche nella forma diminutiva liguséjn), Castellàr Guidobono, Casasco e Fabbrica Curone nel senso di «gora del mulino», e a Pozzolo Formigato come «canale d'irrigazione», ma un tempo doveva essere diffuso in molte parlate del Tortonese, del Vogherese e, anche, della Val Borbera, dove compare ancora sotto forma di toponima5°. Mancano invece attestazioni del termine nell'Astigiano, che consentano di con­ fermare l'ipotesi formulata a suo tempo da SERRA: 78, secondo la quale l'area della voce acquidoccio avrebbe potuto essere estesa dal territorio vogherese e tortonese a quello astigiano: le due forme dell'idronimo presenti nelle carte sopra citate di Asti, uadegossio e uuadegosio, confrontate con la variante tortonese ladegocium per lagodotium (laquedocium) - che si è a sua volta sviluppata per agglutinazione del­ rarticolo con *agodotium (aquedocium) e per scambio delle consonanti interne - potrebbero infatti derivare, sempre secondo SERRA, da frasi come a lu aguedocio «all'acquidoccio», con deglutinazione di l nella fase antica dell'articolo lu e succes­ siva aggluti-nazione di u con *adegossio (per *aguedossio). 119

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