Histoires d'eau actes de la conférence annuelle sur l'activité scientifique du Centre d'études francoprovençales Saint-Nicolas, 15-16 décembre 2001 Rosito Champrétavy

Bjò «Bedale», Ligòs «acquidoccio» e ruza «roggià» 10 PONS: 30 (biéìl «canale d'irrigazione»; bialét «piccolo canale»; bialagno «striscia di prato compresa fra due canali d'irrigazione» e «quantità d'acqua contenuta in uno di questi canaletti irrigui»; bialìero «gtosso canale per condur l'acqua a mulini, segherie, fucine, ecc.»). 1 1 ZALLI 1815: I, 136 (bialèra <<canale per lo quale si cava l'acqua de' fiumi, mediante le pescaje, o si riceve da' fossati che scendono dai monti per servigio de' mulini, per innaf­ fiare i prati; gora»; bialerè «colui che ha cura dei condotti delle. acque»; bialòr «colui che innacqua i prati, i campi; acquaiolo»; biali:it, doira «rigagno, rigagnolo, piccol riv.o o quel- 1' acqua che corre per parte più bassa delle strade»). 12 PONZA 1877: 150 (bial «gora, rigagno, ruscello»; bialera «chiavica, fogna, smaltitojo, gora»; bialerè «colui che ha cura dei condotti delle acque, acquajolo, acquarolo, acque­ ruolo»; bialereta «gorello, rigagnolo»; bialor «acquajolo, acquatuolo»). 13· Dr SANT'ALBINO 1859: 245 (bialera «gora, canale d'irrigazione per le campagne»; bialera p'cita «fossatello, piccol fossato, ruscello, piccolo rivo, rigagno») e 246 (biarlè «acquajuo­ lo, colui che irriga o dà l'acqua ai prati»; biarleta «gorello, rigagnolo, fossicina dove corre l'acqua»). 14 GAVUZZI 1896: 303 (bialèra, biàl «gora»; bial6t, bialereta, biarleta, biora «gorello»). 15 LEVI: 48 (biàl «gora, canale, ruscello»; bialèra '<gora, canale») e 49 (bialerè, bialiè e bialùr «chi dà l'acqua a' prati»). E, prima, si veda anche DAL Pozzo: 49 (bialèra, bialiè «gora, fossa d'acqua»; biarlè «acquajolo, distributore delle acque»; celtico bial «acqua»: la desi­ nenza éra indica <<quantità»). 16 FERRARO: 22-23 (bijà «canale che éonduce l'acqua ai mulini»). 1 7 VIGORELLI: 51 (biiì, bialéra «gora»). 18 MAGENTA: 24 (bjò «ruscello artificiale») e MAGENTA 1984: 33 (bjò «fosso o canale d'acqua corrente, bedale»). 19 OLIVIERI: 57 (bèu «gorello, fossicina dove corre l'acqua»). 2° CASACCIA: 128 (beo «acquajo, gorello». T. contad. «Quel solco attraverso al campo, che si fa per ricever l'àcqua degli altri solchi, e trarnela fuori»). 2 1 FRISONI: 45 (beo «gorello, canaletto, solco per l'acqua»). 22 DIONISJ: 25 (befa «Canale»). 23 PLOMTEUX: 1, 203 (béu «canaletto per l'irrigazione dei campi» e «fosso nel vigneto»). 2' MAsETTI: 70 (brdalu (Sarzana), brdalo (Fosdinovo), bedalo (Castelnuovo Magra) «canàle pieno d'acqua» e «gora che porta l'acqua al mulino»). Betale compare già negli Stat. di Sarzana: V. GIANFRANCESCHI: 209 (Glossario). 25 BOTTIGLIONI: 180 (betàl «piccolo canale irrigatorio»; betalér «operaio addetto alla sua manutenzione»). Nel carrarese antico si ha betale (dr. ANGELI: 56-58 e 136� cit. da BOTTIGLIONI: 180). 2 6 Oltre ai toponimi e idronimi riportati in DTP: 86, segnalo per esempio: Bedale in pro­ vincia di Cuneo (dial. bedàl: cfr. DETI: 46), capoluogo del comune di Macra; Rio Bedale in Val di Lanzo; e, perché no, il toponimo della Val Germanasca Bet (in alcune carte Bett e Beth: Laghi e Colle del Bet in FERRERI: 289), nella conca sottostante il monte Eiminal (Ghinivert, erroneamente, sulle carte dell'I.G.M.), che qualcuno ha voluto attribuire all'influsso dei Saraceni nel X sec. o ricondurre al termine dialettale bet «colostro» («latte scremato» secondo FERRERI: 289). Questa nostra interpretazione, giustificata dalla strut­ tura morfologica della zona (cosparsa di numerosi laghetti), attesterebbe quindi la pre­ senza della forma primitiva della base bedo anche in questo territorio, che per il significa- 123

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