Histoires d'eau actes de la conférence annuelle sur l'activité scientifique du Centre d'études francoprovençales Saint-Nicolas, 15-16 décembre 2001 Rosito Champrétavy

Il corpo e l'acqua. Il caso della fonte simbolica della Manta fontane che hanno poteri assimilabili a quelli divini: la prima è in grado di riportare un vecchio all'età di trent'anni, la seconda dona l'immortalità e la terza è addirittura in grado di resuscitare i morti. Allo spirare del XII secolo i crociati, affascinati dai giochi delle acque correnti dei giardini mussulmani, portano nei loro paesi il mito orientale delle fonti della giovinezza (H. Me­ neglier, 1991; tr. it. 1994:189). L'immaginario crìstiano che si rivela nella piccola come nella grande tradi­ zione fece proprie alcune precedenti leggende che per secoli risultarono diretta­ mente conhesse al culto delle acque e delle fonti. Pozzi, fonti e sorgenti dopo essere state santificate dal contatto con le reliquie dei santi, acquistano poteri terapeutici straordinari. Come hanno ripetutamente sottolineato Jarnes Frazer, Paul Sebillot, Robert Hertz, Arnold Van Gennep e molti altri studiosi di tradi­ zioni popolari, di storia delle rèligioni e di etnologia dell'Europa, i luoghi che li ospitavano diventarono meta di affollati pellegrinaggi. Tra la miriade di testi­ monianze raccolte sull'argomento mi limito a riferire quella autorevole di Federico Mistral che nelle sue Memorie « ...descrive un viaggio notturno compiuto con la madre, su un e.arra coperto, pe1' recarsi a Pernes-les-Fontaines, dove veniva implorato san Gent, patrono dei febbricitanti. Prima della Rivoluzione suo padre aveva percorso la stessa strada, ma a piedi nudi. Un'intera rete di pellegrinaggi tagliava dun­ que le campagne. Venivano organizzate novene e stabilite tappe. Ma la semplice deambulazione non era l'essenziale di questo rito, dove bisognava più seriamente varcare una specie di frontiera simbolica. Infatti,si rendeva necessario abbando­ nare il proprio ambiente quotidiano, separarsi dallafamiglia e superare il cerchio del proprio universo per affrontare uno spa­ zio ostile. Era questo il prezzo della guarigione » (H. Meneglier, 1994:49). Nella seconda età feudale oltre ai vari apporti della letteratura, fortemente influenzata dai canoni introdotti da trovatori e trovieri, si erano sviluppate delle interessanti esperienze iconografiche che si richiamavano all'antico mito delle fonti d'amore o della giovinezza le cui « acque di vita » avevano l'arcano potere di far ricuperare ai corpi senili le energie sopite e la salute che con il tempo avevano perdute. Si tratta di una sorta di « restitutio ad integrum », dovu­ to a un imponderabile ed arcano atto terapeutico e di cosmesi, che si produce in virtù di prodigio e risana il corpo nelle sue singole parti e nel suo insieme. Un caso esemplare di fontana simbolica dalle qualità miracolose risale alla tradizione culturale attestatasi in una parte della regione del Piemonte alpino tra i secoli XV e XVI. La singolare testimonianza ci viene offerta dal ciclo pittorico che si può ammirare nel castello situato nel comune di Manta presso Saluzzo. 133 '

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