Histoires d'eau actes de la conférence annuelle sur l'activité scientifique du Centre d'études francoprovençales Saint-Nicolas, 15-16 décembre 2001 Rosito Champrétavy

Il corpo e l'acqua. Il caso della fonte simbolica della Manta da gente comune. Le loro facce meste e accigliate si affacciano dalla parte posteriore di un carro che emerge dalla boscaglia. Altri personaggi figurano invece ripiegati sulle loro cavalcature, visibilmente provati dalle fatiche. r volti tesi vogliono esprimere anche l'ansia che scaturisce dal viaggio che, come ricorda Eric Leed, è di per sé un processo che consuma. È. un'esperienza di movimento e di esclusione della domesticità che si svolge in un clima di conti­ nuo mutamento dei consu.eti riferimenti. (E. J. LEED, 1992). Tra coloro che condividono l'esperienza è ben riconoscibile . un uomo di chie­ sa in abiti cardinalizi. Dalle faece scavate dagli anni traspare ansia e timore: ansia di sperimentare al più presto sui corpi emaciati e stanchi i mirabili effetti delle acque; timore di sottoporsi a una prova straordinaria i cui esiti appaiono in contrasto con le regole imposte dalla natura e dalla stessa religione che pre­ vede per tutti gli umani la prova finale della morte e del successivo giudizio divino. La teoria di personaggi di alto rango riccamente abbigliati è chiusa da un iroso vegliardo che è ritratto in camicia e berretta da notte. Costui brandisce un bastone e sfoga il suo malumore su di un servo che, incurante della fretta del padrone, si attarda a tracannare il contenuto di una bottiglia. Dalla bocca sden­ tata escono le parole riferite dall'artista: « setu nelaises labotegla jete dunray d'sus Ioregia » se non lasci stare la bottiglia io ti colpisco sull'orecchia. Affatto impressionato il servo risponde: << Ia nesera de ma bocha ostea sisera ma goria bien arossea » Io lascerò la bottiglia solo quando la mia bocca sarà ben innaffiata. Nella parte centrale dell'affresco è riprodotta una fonte marmorea di forma esagonale che rappresenta il punto d'arrivo dell'eterogenea sfilata di vegliardi. La fontana simbolica è circondata da un leggiadro prato primaverile cosparso di fiori e di viluppi di verzure. Nel centro, da cui sgorga l'acqua, s'innalza un piedestallo che regge una seconda tazza polilobata, chiusa in alto da un baldac­ chino gotico sovrastato da un Cupido alato che scaglia i suoi dardi fatali. Il mitico figlio di Afrodite, dea della voluttà, è il nume che domina incontrastato nel luogo dedicato alla giovinezza e quindi all'amore. Le frecce scoccate dal suo arco, che secondo la leggenda accendevano la passione amorosa, sono dirette verso destra, sui personaggi che avendo appena subita la metamorfosi escono ringiovaniti dalle acque. La parte sinistra della scena è occupata da uomini e donne anziani in trepi­ da attesa che si manìfesti il prodigio. Costoro si denudano quasi per intero prima di superare con evidente imbarazzo e fatica il bordo del bacino e speri- 135

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=