Histoires d'eau actes de la conférence annuelle sur l'activité scientifique du Centre d'études francoprovençales Saint-Nicolas, 15-16 décembre 2001 Rosito Champrétavy

Histoires d'eau mentare il bagno favoloso. Al momento dell'immersione rituale i loro volti rugosi sono raffigurati con notevole intensità. La vecchiaia si rivela attraver­ so l'incarnato pallido e avvizzito, le membra ossute, i seni cascanti, gli arti gracili e malfermi. Al centro della fontana ha finalmente luogo l'attesa metamorfosi. La tra­ sformazione è mirabilmente espressa dalle forme risanate, dai tratti dei volti rimodellati e distesi e dall'esplodere delle riacquistate energie. Nel momento in cui il mutamento di condizione si è prodigiosamente compiuto la realtà appare trasfigurata, il peso generazionale della vecchiaia di colpo annullato. I corpi sembrano prossimi a éntrare in contatto fra loro quasi a voler speri­ mentare senza indugi i piaceri procurati dalle giovanili effusioni. Tutto ciò si compie in un clima ludico e festivo di appagamento. Va notato che nel XIV e XV secolo il bagno compiuto collettivamente non aveva di per sé nulla di illecito. Si trattava perlopiù di un uso igienico, di un intrattenimento riservato alle festività. Talvolta poteva anche presentarsi come un rito di accoglienza, un dono ospitale, o più semplicemente un modo consueto di godere in compagnia i benefici dell'acqua. Il bagno in comune figurava come una pratica frequente per i diversi ceti sociali. Ovviamente poteva capitarè che in ambienti particolarmente compiacenti qaalcuno si lasciasse andare a smarrimenti carnali non accontentandosi di conversare oppure a dedicarsi a più ingenui trastulli (H. Meneglier, 1994: 181-183). Nella scena che rappresenta l'uscita dalle acque della fontana della giovi­ nezza l'artista della Manta fa vedere rnme delle premurose ancelle provve­ dano alla vestizione di coloro che ne hanno sperimentato i poteri. Anche l'abbigliamento di foggia e colori giovanili intende comunicare che il rito di passaggio si è felicemente concluso. Quasi volessero sperimentare le rifiorite energie alcuni giovani cavalièri si apprestano ad assaporare nuovamente le emozioni virili della caccia con l'aiuto dei cani o del falcone. Altri invece amoreggiano apertamente. Il tema dell'amore cortese doveva stare molto a cuore al Maestro della Manta perché lo ripropone in una delle ultime scene nel modo ironico e gen­ tile che gli doveva essere consueto. L'episodio riguarda due persone, forse appartenenti al seguito, che al pari dei signori hanno goduto dei benefici del­ l'acqua. L'uomo, probabilmente un armigero, vuole trascinare una damigella in un bosco per sottrarre il loro furtivo incontro amoroso a occhi .indiscreti. La giovane oppone resistenza manifestando i suoi timori. Essa teme di veder compromessa la sua rispettabilità. Ancora una volta la didascalia chiarisce ìl significato della rappresentazione: 136 « sindaucunfusiens troues nous serions deshonores ». se fossimo trovati da qualcuno noi saremmo disonorati.

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