Histoires d'eau actes de la conférence annuelle sur l'activité scientifique du Centre d'études francoprovençales Saint-Nicolas, 15-16 décembre 2001 Rosito Champrétavy

Il corpo e l'acqua. Il caso della fonte simbolica della Manta per caso, la indiretta protesta di gruppi frustrati, la loro spe­ ranza di rigenerazione ». (V. Lanternari, 1974: 59) In alcune culture, soprattutto dellà Mesoamerica e delle regioni andine entra­ te violentemente in contatta con il mondo occidentale, si sono avuti dei processi difensivi che hanno dato origine a fenomeni di mitopoiesi con i quali i diversi gruppi indigeni hanno cercato di interrompere il corso della storia o di modifica­ re ì destini dell'uomo segnati dalla natura. In alcuni casi sono stati elaborati dei modelli culturali che si richiamano a un aldilà o a un altrove felice, da raggiun­ gere senza passare attraverso la morte. Altre volte, si è fatto ricorso ai miti del­ l'immortalità e dell'eterna giovinezza, condizione quest'ultima che si può di fatto conquistare solo attraverso il travaglio di una morte rituale. Alcuni cosmografi e cronisti del XVI secolo (P. Martire di Anghiera, 1511; G. H. De Oviedo, 1527; A. De Herrera, 1601-1615 in A. Seppilli, 1977:279) e, più recentemente, l'etnografia americanistica con maggior consapevolezza e preci­ sione, hanno messo in luce che al di là dell'Atlantico molte popolazioni native avevano trasfigurato simbolicamente alcuni momenti cruciali del loro passato allorché i loro eroi civilizzatori avevano realizzato delle imp rese straordinarie affidandosi ai poteri afrodisiaci e misteriosi di fonti o laghi. E il caso, per esem­ pio, evocato dalla saga Zunni del lago dalle acque tremolanti la cui linfa miraco­ losa avrebbe assicuratò ai corpi che ne venivano a contatto fecondità, immorta­ lità e quindi eterna salute e prestanza. Anita Seppilli, in alcune pagine di notevole impegno, ebbe a rilevare che le scoperte antropologiche e archeologiche nel continente americano furano essen­ ziali nel conferire significato alla storia di alcune popolazioni mesoamericane (A. SEPPILLI, 1977: 277-293). Di particolare interesse risultarono i contributi di alcu­ ni etnologi tedeschi, oltre a quelli più noti di Raffaele Pettazzoni, di Roland Dixon e di Alfred Métraux, che hanno studiato le migrazioni messianiche di gruppi di Indios Guararù verso un paradiso dove non si conosceva la povertà, la malattia, la vecchiaia e la morte. Anche le ricostruzioni fantastiche delle fonti di vita che ci sono cuJturalmente più prossime - come è il caso della fontana simbolica della Manta - hanno un fondamento salvifico e si riallacciano al mito del paradiso terrestre. Esse hanno radici antiche e, com'è già stato osservato, giungono sino a noi sia riproposte dal leggendario europeo sia dagli altri mezzi individuati dall'uomo per comunicare il sapere accumulato, i contenuti del suo pensiero, le sue credenze mitiche che concorrono ad alimentare le sue stesse emozioni e pulsiòni. In tutti i casi si tratta di evocazioni che si rivelano dense di metafore, di contenuti simbolici e di valori idealizzati a cui le . culture attribuiscono senso ed efficacia. Sono proiezioni che non hanno età e che affondano le loro radici anche nel desiderio da parte del­ l'uomo di possedere gli strumenti che lo pongano in grado di assicurarsi un'im­ probabile vittoria sulla propria decadenza e sulla morte. 139

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