Il problema idroelettrico valdostano e gli interessi della RAVDA A. Torrione
elettrica. Tali condizioni si riscontravano pienamente in Valle d'Ao– sta ove si potevano sfruttare razionalmente i tre elementi basilari esi– stenti sul luogo e cioè: il minerale, l'energia elettrica e l'antracite di La Thuile. Infatti nell' alto forno elettrico il carbone funziona soltanto da riducente chimico del minerale, mentre il calore necessario alla fu– sion e di questo è dato dalla trasformazione dell'energia elettrica in energia termica. Nell'alto forno a carbone questo combustibile eser– cita una doppia f nnzione: quell a riducente e quella di generatore del calore per la fusione. Mentre nell'alto forno elettrico si richiedono solo dai 200 a1 300 Kg. <li carbone per produrre una tonnellata di ghi:;a (e poteva essere sfruttata unicamente l'antracite di La Thuile nonostante _il suo forte residuo di cenere) nell'alto forno a carbone occorrono da 1000 a 1200 Kg. di coke di ottima qualità per tonnellata-ghisa. Esistevano perciò sul nostro territorio valdostano le condizioni ideali d ella siderurgia e cioè quello di avere P.ottomano, nella mede– sima stretta zona territoriale , tutti gli elementi della produzione. Comprendesi perciò facilmente che con questo programma che ap– pare tecnicamente ed economicamente razionale, l'utilizzazione del– l' energia idrica valdostana fosse problema di primo piano. Il problema idroelettrico dell'Alta Valle d'Aosta venne perciò studiato e comprendeva lo sfruttamento di tutto il \lacino imbrifero a monte della confluenza del Buthier con la Dora Baltea. Gli im– pianti progettati, con le concessioni relative chieste ed ottenute, do– vevano estendersi per un raggio di circa quaranta chilometri e per - 10 -
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