Il problema idroelettrico valdostano e gli interessi della RAVDA A. Torrione
le richieste d'energia prevalgono durante la stagione i'nvernale 11uando la portata dei fiumi è minima per effetto del gelo e scarsa– mente compensata dalle maggiori precipitazioni per lo più nevose, mentre è ridotto il fabbisogno in estate quando per il tlisgelo delle nevi i fiumi superano generalmente in portata la media richiesta. Di qui la necessità di conseguire, con appropriati accorgimenti, una erogazione d ' acqua meno saltuaria per l'alimentazione delle centrali, tanto nell'utilizzazione dei macchinari quanto nei riflessi dell'omo– geneità del servizio. Prese così ampio sviluppo (purtroppo non in Valle d 'Aosta) il concetto di creazione di bacini o laghi artificiali, il cui scopo è precisamente quello di immagazzinare durante la sta– gione di ahbondanza, l'acqua che viene poi sfruttata nelle stagioni di penuria , risolvendo così il problema nel quale può dirsi risieda una soluzione di compenso atta cioè alla trasformazione del dia– gramma delle portate naturali dei nostri fiumi in un altro diagram– ma più uniforme, smussando le punte di sporadico eccesso a bene– ficio delle ordinate minori corrispondenti ai periodi di magni . Con quella obiettività che mai si deve dipartire da un sereno esame tecnico dobbiamo riconoscere che delle grandi società che hanno ottenuto concessioni idrauliche in Valle d' Aosta , l' unica che sino ad oggi abbia messo allo studio e realizzato un congegno di impianti idroelettrici razionali e veramente geniali è la Società Idroelettrica Piemonte. Non che la SIP abbia creato questo grandioso sistema di im– pianti unicamente per favorire la comunità , ma, per la stessa speci– fica natura della sua industria , il fine speculativo a cui tende è al– - 15 -
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