L'âge d'or Bruno Orlandoni
6 r;AGE n'OR Contemporaneamente nuovi documenti venivano rintracciati da Luca Jaccod che li comunicava al III Forum dei ricercatori di storia valdostana; altri venivano scoperti da Roberto Bertolin; altri trovati e trascritti da Anselmo Pession3• Più o meno negli stessi tempi Joseph-César Perrin pubblicava sulla rivista "Le Flambeau" una ipotesi relativa al luogo di origine di Mossettaz . che rimescola ulteriormente le carte in ta vola4. Decidevo quindi di riprendere il problema per rianalizzare tutte le novità do cumentarie ricomponendole in un quadro unitario ragionato, ma mentre lavoravo a questa mise à point, Marie-Rose Colliard, inventariando le carte dell'Archivio storico vescovile, individuava ancora altri due documenti inediti, uno dei quali sembra aprire nuove strade alla lettura di un testo capitale della storia dell'arte del Quattrocento in Valle d'Aosta5• E ancora ultimamente Raul Dal Tio mi ha segnalato alcune presenze di Mossettaz su uno dei registri contabili dell'Archivio capitolare, il cosiddetto Liber confessionum, mentre in un documento del Fondo Gal-Due ho trovato un accenno ad un magisterymaginum che - adAosta nel 1 422 - sembra non poter essere altri che il nostro scultore 6• Soprattutto il documento scoperto da Marie-Rose Colliard mi ha spinto a modificare le mie ipotesi di lavoro. A quella che in un primo tempo doveva essere una semplice risistemazione, una rilettura ordinata di documenti già noti, si somma quindi un'in dagine del tutto nuova sulle prospettive aperte dai nuovi documenti, prospettive che inducono a rileggere anche buona parte delle ricerche e delle problematiche condotte in passato. Queste riletture mi hanno poi indotto a riaprire una problematica che a mio avviso è centrale nello studio dell'arte del tardomedioevo, quella degli aspetti po litici, pubblicitari, di autorappresentanza del potere che quest'arte ha rivestito. Questi aspetti, soprattutto in questi ultimi tempi, mi sembrano essere stati troppo trascurati negli studi sulla Valle d'Aosta, a favore di letture dell'arte tardogotica come fenomeno devozionale che sono a mio avviso decisamente più marginali, quando non addirittu ra un poco devianti. In queste pagine intendo quindi laprima metà del Quattrocento, Aosta, Le Chateau, 2006. B. 0RLANDONI, Costruttoridi castelli, can tieri tardomedievali in Valle d'Aosta. I l XIII e il XIV secolo, t. I, BAA, XXXIII, 2008. B. 0RLANDONI, Costruttori di castelli, cantieri tardomedievali in Valle d'Aosta. IlXVsecolo, t. II, BAA, XXXIV, 2009. B. 0RLANDONI (a cura di), Costruttori di castelli, cantieri tardomedievali in Valle d'Aosta. Addenda e apparati, t. III, BAA, XXXV, 2010. 3 I documenti trascritti da Pession dai comi della casrellania di Bard erano fin qui inediti. Citati in 0RLANDONI (a cura di), Costruttori . . . , t. III, cit., p.182. Li si troverà ora in appendice a questo volume. 4 J.-C. PERRIN. ÉtienneMossettaz: lombard ou savoyard?...jetons un caillou dans l'étang, in "Le Flam beau", n' 2 15, automne 20 10, pp. 105-1 12. 5 Di questi due documenti darò conto più avanti, in conclusione di questo lavoro. 6 V. Appendice I, n. 8.
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