La correspondance d'Albert Bailly Volume VII Années 1659-1663 publiée sous la direction de Gianni Mombello
In troduction 1 3 contemporains. En 1 665 , l ' ambassadeur de Venise en France, A1 vise Sagredo, s ' exprima ainsi s ur l ' incident en écrivant au Sénat de la Sérénissime : Grave osservazione merita anche il promosso e quasi direi affettato disgusto con Alessandro VII, per l ' accaduto a Créqui, corne suc cesso che riuscirà i ncredibile forse nelle istorie dei posteri, quando rifletteranno esser venuto a contesa il padre e il fig liuolo pri mogenito della Chiesa in tempo che i l gran Turco con formidabile esercito meditava d istruggerla. Dalla parte di Francia si ricevé impulsa dagli antichi rancori colla corte di Roma con oggetto i n quel punto di metter gelosia negli Spagnuoli per divertirli dagli attacchi del Portogallo, e col pri ncipal fine di rendere i l Cristia nissimo arbitra dell ' Italia con la protezione delle cause di Modena e Parma 1 9• Le gouvernement pontifical, tout à fait étranger au geste du garde corse, offrit dès les premiers jours une satisfaction honorable, que le j eune roi de France trouva toutefois insuffisante. En j ui l let 1 663, le Parlement d ' Aix prononça la réunion d ' Avignon et du Comtat Venaissin à la France ; une petite armée fut même mise sur pied, afin d ' intim ider davantage Alexandre VII. En février 1 664, le Saint-Siège s' excusa formellement auprès du monarque D idier, 1 879, p. 96. Sur le même incident, cf. aussi CH. GÉRIN, L 'Amhassade de Créquy à Rome et le traité de Pise, 1662-1 664, « Revue des questions historiques », t. XXVlll, l '' juillet 1 880, p. 79- 1 5 1 . 1 9 « Relazione di A /vise Sagredo . . . dall 'anno 1663 all 'anno 1665 », i n Re/azioni di Am basciatori veneti al Senato . . . a cura di L. Filpo. vol. VII - Francia ( 1 659-1 792), op. cit. , p. 1 2 8- 1 29. Le prédécesseur de !' ambassadeur Sagredo, !' ambassadeur Nani, écrivait déjà en 1 660 : « Il carattere sacro della rel igione e dell ' apostolato rende venerabile i l sommo pontefice, onde i l re [Louis XIV] che è piissimo e la nazione gli rendono sempre ogni ossequio. Ma fuori del termine delle cose sacre decaduto Sua Santità, per le debolezze che ha fatto conoscere da! concetto che i l mondo teneva, viene in Franci a cosl poco stimato i l suo nome che passa o trascurato o deriso in ta! guisa che ora la pace rende aile due corone [d' Espagne et de France] meno considerata l ' amicizia degli altri. Se gli preparano dalla Francia continui disgusti e disprezzi, molto vi contribuisce I' avversione che il pontefice ha sempre mostrato verso i l Cardinale, la fac ilità sua di pubblicarlo in ogni discorso per promotore della guerra, per inirnico della concordia. Da cià è nato che nel trattato di pace [des Pyrénées] si è esclusa la di lui mediazione e se gli è defraudato quel decoro che restava ai pontefici di onorare col loro nome almeno il frontespizio dei trattati » (ibidem, p. 54).
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