Le lettere di Renato di Challant governatore della Valle d'Aosta

XXIV G. FORNASERI Renato, intanto, rin chiuso dall'utunno 1 553 nel castello del Va­ lentino, saputo della visita di Emanuele Filiberto a Vercelli, scrisse al principe dal carcere il" 21 maggio 1 555, sperando nella vicina li­ berazione (59) ; ma a nulla erano valse le sollecitazioni del duca, supplicato dalle figliuole (60) , al re di Francia, che il 16 giugno 1554 aveva risposto negativamente al luogotenente Brissac , in quanto Renato era · stato sorpreso con le armi in pugno in una piaz­ za di guerra, ove sventolava il vessillo di Spagna e di Savoia ; nel giugno 1555, disperando ormai che un trattato di pace potesse pro­ vocare la liberazione dei prigionieri e la sua , si riscattò con 30 mifa scudi, impegnando con il capitano Paoio Madruzzo le signo­ rie di Ussel , S. Marcel e Valangin , nonché i palazzi di Casale e Verolengo. Liberato, Renato di Challant fece la sua prima comparsa po­ litica, dopo la prigionia, alla congregazione dei Tre Stati del 1 8- 19 dicembre 1555 (61) , dove fu incaricato , dovendosi recare a Va­ langin e Bauffremont per reperire di che pagare la forte taglia del­ la sua liberazione, di una missione presso il re d'Inghilterra e lo imperatore, affinché difendessero la valle. E di questo tempo la rivalità con il Masino, che l'aveva sostituito nella luogotenenza fin dalla sua prigionia. Prima ancora che il mandato l uogotenenziale quinquennale spirasse, Renato ne scrisse al duca, per essere inte­ grato nella carica (62) ; anche il Masino s'affrettò a fare altrettan­ to il 24 marzo 155 8 da Vercelli, richiamando le benemerenze sue e della sua famiglia ; assai prudentemente Emanuele Filiberto ri­ solse la cosa, così scrivendone al Masino nel giugno 1558 : « Ci è parso venire in questa determinazione che voi gli (63) rimettia­ te la detta luogotenenza generale senza estimar essersi fatto alcun (59) Lettera CVII. (60) Filiberta ed Isabella avevano espresso al duca il « malheur que nous est advenu ·de la prinse de monsieur le mareschal, notre père, Iaquelle ne nous donne moìns de travail que le désir de le revoir en sa liberté merité et notre plus grand soing est d'aviser ]es moyens pour le sortir de telle fa­ scherie ». A. S. T ., - sez. I, Lettere di particolari : Filiberta ed Isabella Challant. (61) Del 29 ottobre 1555 invero è una lettera, citata da llfiscellanea Augustana a cura di J. Boson, ove Renato rivolge racco.mandazioni al Balivo ed ai Commessi, affinché limitino l'entrata del · grano di Ivrea a « une misure de- blét pour chaqun de mulettjers " . (62) Lettera CXIV. (63) a Renato di Challant.

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