Le lettere di Renato di Challant governatore della Valle d'Aosta

XXVIII G. FORNASERI Se " Henato di Challant era più d'ogni altro buon conoscitore del­ l'indole svizzera (78) e personalità autorevole per censo e per no­ me, come spiegare che l'affare di Ginevra non abbia avuto esito fa­ vorevole ? Basterebbe soffermarsi sulla nota lettera XXXII , scritta da Chambéry il 29 gennaio [1530 ] , alla vigilia di andare con il Lam­ bert e Piochet a Berna e Friburgo per protestare contro le molestie arrecate al Gruyère, il cui arbitrato aveva assegnato Ginevra al Vescovo de la Baume çon visdominio sabaudo. Renato reputava un errore prescindere dalla profonda discordia che divide­ va, a motivo della riforma protestante, i cantoni svizzeri ed, in par­ ticolare, Berna protestante dal cattolico Fiburgo. « Monseigneur, egli scrive, il ne seroyt que poyne perdue de les en prier, car ils ne le feront pas, vheu que ils se veullent mal de mort les ung aux aultres à cause de la luthererie, car ceulx de Berne veuillent con� straintre les villages qu'ils ont par ensemble avec les dicts de Fri­ bourg à ensuyvre leur secte ». Parlando a Berna di amicizia con Friburgo, prosegue Renato rivolto al duca, « vous mectez une poulce­ en l'oreille, vheu qu'ils sont souspec oueux, car ceulx de Berne pen­ seront que VO\lS veuilles confermer les alliances avec ceulx de Fri­ bourg, pour les maintenir en notre foy contre les lutheriens ; ils ne confermeront j amais alliance avec vous que premier vous ne données liberté à voz subgectz » , quella libertà di religione che Berna avanzerà sempre com.e richiesta fondamentale per tutti i cinque anni di trattative, fino alla disastrosa dieta d'Aosta del di­ cembre 1535. Renato di Challant consigliava inoltre il duca di scegliere persone gradite per trattare (lett. XXX) , di tem­ poreggiare con i cantoni : « tem.porissiez , pour quelque temps » , « sans leur dire point d'aultre mot rigoureux >> , onde evitare che « vous reveillerrez le chat qui dort ». E vero che allora Reuato di Challant contava suila prossiva venuta dell'imperatore in Germa­ nia ; eppure il buon senso, che egli dimostra in tante sue lettere, prova che non è responsabile, né della caduta di Ginevra, né di al- (78) Nella lettera cifrata XXXIII Renato di Challant poneva come condi­ zione di riuscita )a conoscenza della natura delle persone : « coment pour bien besoigner en voz afferes de par deçà est principalement requis, recon­ gnoissant la nature de gens à qui !'on à affere "· La stessa affermazione egli ripete nelle lettere XVII, XIV e XIII, per cui cadono molte d.i quelle accuse di incapacità, che così spesso si son ripetute. Cfr .. T. TIBALDI, La regione d'Aosta attraverso i secoli, Torino-Roma 1906, III, pag. 353 e seguenti . ·

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