Lettres de l'Abbé Joseph Trèves à Félicien Gamba
Appendice I 381 - che pur tanto vi si addiceva nella sua rude prestanza - ignorando che sotto di esso posava il dura cilicio, simbolo di assoluta penitenza ! Cadeste sulla breccia, più che mai integro nelle energie spirituali della giovinezza: corne un soldato, corne un eterno poeta perseguendo ancora un sogno già divenuto realtà. * * * E vi ho lasciato cosl, Don Trèves, vestito per l'ultimo sacrifizio . . . Mi sono allontanato da voi con la nostalgia del le vostre parole <l'anima che irradiavano il dono della vita; sono partita con l'inassopita sete delle vostre espressioni di tenerezza, calcate da una intonazione che mi era armai tanto famigliare e che conosceva, sempre, la via più breve per giun gere al euore . . . Adusato allo sforzo ed alla superba rinuncia, insegnava te ad accettare il dolore e ad amare la battaglia; insegnavate a disprezzare la vana fragilità delle case, il fatale declino a cui nulla sfugge, il sogno senza domani, il tramonto appena l'alba fiorisce . . . voi, che avvicinate con tanta paterna dol cezza le anime deboli e lesionate, che stigmatizzate le molli convinzioni, i facili adattamenti, le prove rifuggenti dalla sfor zo e dall'ingratitudine . . . E ricordavo i colloqui sull'alpe ove, ad uno ad uno, da vate convegno alle centinaia di giovani che avevate organiz zato attorno a voi in un provvidenziale movimento intellet tuale; i colloqui di Amay, di Colle di Joux, di Chantery, di Ussel, di Champailler . . . La preghiera che apriva questi com moventi raduni di giovinezza traeva dal vostro accento un crisma di ieratica bellezza : il canto che intonavate a corona mento, e che era sempre il « Magnificat » aveva un timbra di ineguagliabile suadenza ! * * * Ripartendo, quando già la natte piena di sussurri d'an geli, era calata ad avvolgere di grandi ombre placate la verde
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