Lettres de l'Abbé Joseph Trèves à Félicien Gamba

382 Appendice I conca di Excenex, non osai posare le mie labbra sulla vostra fronte riposante. Non sapevo se si potesse baciare un sacer­ dote morto, anche se mi legava a voi un lungo affetto ed una devota venerazione. Forse le mie labbra sulla vostra fronte santa avrebbero potuto sembrare una profanazione . . . E me ne sono andato, cosl, col rimpianto e con la nostalgia di quel bacio d'addio che non vi ho donato . . . E ricordavo . . . Ricordavo quell'abbraccio che improvvisamente mi de­ ste un giorno, già tanto lontano, in cui avevo riversato nel vostro cuore tutta la mia angoscia. Allora, una lacrima furti­ vamente era caduta sul vostro usato abito talare, ed io non avevo fatto in tempo a detergerla. Voi partiste portando con voi quella piccola lacrima amara che sembrava una perla smarrita . . . E l'altro giorno, io me ne sono andato silenzioso, por­ tando con me quel bacio che non ho osato donarvi . . . Ma, l'orgoglio della vostra povertà, quale anonimo e grande poema di tenerezza e d'amore ! R ODOLFO C OQUILLARD (*) Augusta Praetoria, 25 giugno 1941. DON GIUSEPPE TREVES CAVALIERE DELL' IDEALE ( * ) La figura di D . Giuseppe Trèves, parroco di Exéné in Aosta, ingigantisce a misura che decorre il tempo dalla sua morte. La sfera dei suai ammiratori va allargandosi prodi­ giosamente e giustamente. Rifletteva egli nella sua quadrata figura valdostana una volontà di ferro, temperata da carità ardente e da mirabile larghezza di spirito; i suoi occhi limpidi rispecchiavano il candore dell'anima e la fiamma vivida dell'ideale. Vederlo

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