Lettres de l'Abbé Joseph Trèves à Félicien Gamba

384 Appendice I le, organizzando attorno a sè un vasto e profondo movimento intellettuale. Aveva il segreto di scoprire gli ingegni meno appariscenti e l'arte di farli fruttare al cento per cento. Anima sensibile a tutte le sofferenze del prossimo e so­ prattuHo a quelle dei Confratelli, nei quali vedeva e venera­ va la figura del Cristo, milita nella sua Valle instancabilmen­ te al servizio della provvidenziale Federazione tra le Asso­ ciazioni del Clero in ltalia. Sensibile alle necessità temporali, ma più ancora alle mi­ serie morali del popolo, D. Trèves fu discepolo auivo del compianto professor Bettazzi, con il quale era in rapporti di grande intimità, e combattè con energica tenacia la pubblica immoralità e l'alcoolismo. Giustamente persuaso che solo morte puo esservi là, <love il Vangelo non è vissuto, eccolo votarsi ancora alla dif­ fusione della lettura del Vangelo. Profondamente assorto nei problemi del presente ( ab­ biamo accennato ad alcuni soltanto ), lungi dal disprezzare o dal trascurare il passato, in esso D. Trèves attingeva esempio, monito e forza. Nessuno fu più di lui appassionato cultore e più agguerrito difensore delle tradizioni avite. Sembra quasi impossibile: pur tra tante iniziate ed oc­ cupazioni, D. Trèves trovava ancora tempo per decifrare per­ gamene e palinsesti, che poi pubblicava, traendone ammae­ stramenti pieni di attualità e fecondi di frutti. Quale il metodo di questo propagandista di razza ? Ec­ co : un pezzo di pane in fondo alla bisaccia, gonfia di opu­ scoli e di documenti, e in treno, e soprattutto, a piedi, egli percorreva ogni angolo della Valle e fuori della Valle, co­ gliendo ogni occasione e ogni mezzo per gettare nel campo la buona semente. Parlava ai dotti e agli incolti, alle collettività e ai singo­ li ; anche i locali più modesti, per non dire miseri, egli tra­ sformava in salone di conferenza. Ai colti parlava in sedi de­ corose, ai contadini e ai montanari nelle stalle, nelle aie . . .

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