Pittori valdostani di un tempo Sandra Barberi

ALESSIO NEBBIA Alessio Nebbia nacque a Castello d'Annone, presso Asti, nel 1896. Con la famiglia dopo pochi anni si trasferì a Torino, dove frequentò la Scuola d'Arti e Mestieri. Nel 1925, abbandonata l'attività di disegnatore meccanico presso la FIAT, si trasferì a Courmayeur, obbedendo ad un bisogno di individualità e di contatto con la natura, amata sin dagli anni della giovinezza. La spiritualità di quelle valli e di quei monti ebbe un'influenza decisiva sulla sua formazione artistica, educata sulle opere dei più noti pittori piemontesi nei primi decenni del secolo, da Cesare Maggi a Giuseppe Boz­ zalla, a Mario Reviglione. Incominciò con l'illustrare il paesaggio con una serie di mira­ bili fotografie ormai di valore storico e col rappresentare la montagna con carte e plastici in perfetta scala, che rivelano l'importanza della sua formazione tecnica. Sono da ricordare in questo periodo la guida turistica di Courmayeur del 1931, l'«ortorama» della catena del Monte Bianco (oggi al Museo della Montagna di Torino), il plastico del gruppo del Cervino e del Monte Rosa, in scala 1:10.000, e quello del Monte Bianco (al Museo delle Guide di Courmayeur). Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale prevalse in lui una visione artistica della montagna, concretizzatasi in innumerevoli quadri che ne hanno illustrato gli aspetti più reconditi ed intimi quali le nevicate, le albe o i tramonti, i not­ turni. Le sue opere, dapprima ospitate soprattutto nell'ambito legato alla montagna e non specificamente artistico, ad esem­ pio nelle sedi del Club Alpino Italiano, vennero in seguito esposte in diverse gallerie d'arte con mostre personali e col­ lettive. Negli anni Cinquanta un risveglio di interesse per la rappre­ sentazione scientifica della montagna portò alla realizzazione del plastico completo della Valle d'Aosta in scala 1: 50.000 (conservato nella sede dell'Amministrazione Regionale), di tale fedeltà e precisione da consentirne l'utilizzo per la com­ pilazione di una carta turistica della regione ripresa con foto­ grafia zenithale. Dal dopoguerraAlessio Nebbia alternò il domicilio valdostano a quello torinese . Nel 1972 si trasferì a Cuneo, dove morì il 18 ottobre 1975. 128 BIBLIOGRAFIA: F. BALAN, Panora:rna des arts valdotains. Alessio Nebbia, in «Le Flambeau)), 1, 1973, pp. 53-62; L. CARLUCCIO, Alessio Nebbia, Torino 1976; Alessio Nebbia tra geoplastigrafia e pittura, catalogo della mostra a cura di A. AUDISIO ed E. DE REGE DI DONATO, Torino 1982 (soprattutto per laproduzionegeoplastigrafica).

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