Pittori valdostani di un tempo Sandra Barberi

PREFAZIONE È una certezza filosofica che in tutti i tempi ed in tutti i luo­ ghi gli uomini hanno sel!tito la necessità di andare alla ricer­ ca delle proprie radici. E un esercizio utile ed indispensabile per confrontare la propria coscienza con l'identità del pre­ sente, con la realtà del passato, con l'utopia del futuro. Le radici sono sempre misteriose e la loro ricerca può condurre molto lontano e riservare imprevedibili sorprese. Fatti ap­ parentemente insignificanti ci consentono di comprendere av­ venimenti importanti, e qualche volta può anche accadere che piccoli avvenimenti vengano trasformati in miti e leggende, ma probabilmente in questa ricerca delle antiche identità gli uomini scoprono il brivido dell'avventura o l'emozione di una esperienza che si credeva dimenticata. Siamo con il tempo diventati migliori? E quegli avi che pallidi dipinti ritraggono in pose sovente innaturali chi erano veramente? Hanno por­ tato nelle loro vene il nostro stesso sangue? Hanno avuto le nostre stesse idee?, le nostre stesse passioni?, o i nostri pre­ giudizi? Hanno dato inizio, con la prudenza caratteristica de­ gli antenati, ad avvenimenti che sono poi arrivati fino a noi? Rispolverando oggetti antichi, strappando dall'oblìo imma­ gini remote, restaurando i disastri apportati dal tempo, in real­ tà cerchiamo di riconoscerci e di farci conoscere, poiché la società contemporanea con la sua rapidità e la sua violenza qualche volta rischia di soffocarci e di distruggerci o sempli­ cemente di cancellare la nostra immagine. Andando alla ri­ cerca di antiche radici ci sentiamo più sicuri, ci sembra di essere meno soli: qualcuno, su questa terra, ci ha preceduti, e questi oggetti, questi dipinti quasi dimenticati ci consento­ no di dire che non siamo del tutto orfani, che non c'è stata alcuna interruzione nel tempo, che qualcuno aveva già pen­ sato a noi preparando in anticipo le fondamenta della casa (della famiglia, della nazione), dove noi siamo apparsi. Importante è, dunque, questa ricostruzione storica - che è anche scientifica ed artistica poiché riguarda la nostra im­ magine, - dei nostri predecessori e dei nostri antecedenti, poiché attraverso lo scorrere del tempo avvertiamo chiara­ mente che ogni episodio richiama un cambiamento (o una con­ ferma), che ogni cambiamento produce nuovi episodi, che la 12 tradizione di ieri era probabilmente alle sue origini una inno­ vazione o una rivoluzione e le trasformazioni dell'epoca mo­ derna possono diventare con il tempo una tradizione di cui non avvertiamo ancora la forza, poiché l'immobilità non esi­ ste e le trasformazioni hanno bisogno di tanto in tanto di una pausa. Il flusso della vita è inarrestabile. L'archeologo, lo storico, lo scienziato, il critico d'arte raccolgono fatti, cioè idee, e le idee compongono un mosaico che cambia continuamente sotto i nostri occhi. In questa ricerca del passato non è solo importante quello che viene scoperto, ma l'uso che viene fatto di quello che è stato scoperto, poiché se non esistesse una precisa finalità filosofi­ ca la ricerca diventerebbe inutile o oziosa. l t a ricerca mette in evidenza la fisionomia delle cose, l'area! geografica dove essa opera, gli influssi esterni, gli apporti che vengono da zone lontane o da zone limitrofe, gli scontri eventuali tra culture e tradizioni diverse, il movimento delle migrazioni, poiché i popoli, anche se lontanissimi tra di loro, hanno la tendenza a spostarsi da un luogo all'altro mescolando le loro radici o mettendo fatalmente in luce quello che possiamo chiamare genericamente (o geneticamente, meglio ancora) il ricordo. Un elemento fondamentale appare sempre alla superficie: le radici non sono mai uniche, ma avviene continuamente uno scambio tra quello che è interno e quello che è esterno, quel­ lo che è vicino e quello che è lontano (nello spazio e nel tem­ po, naturalmente), al punto che è poi difficile distinguere una radice da un'altra. La civiltà europea è nata da una mesco­ lanza di radici che non hanno ancora cessato di intrecciarsi tra di loro, ed il fenomeno ha avuto inizio ben prima del crol­ lo dell'Impero romano che, già nel suo fulgore, era una me­ scolanza di popoli, di lingue e di civiltà che si sono lungamente sovrapposte le une alle altre. Il fenomeno si è poi propagato lungo infiniti rivi, giungendo fino alla civiltà contemporanea, alla città contemporanea, ai villaggi contemporanei, fino agli individui del nostro tempo che attingono continuamente ri­ sorse economiche, pensieri e sistemi di vita a modelli mol­ teplici. Questa esposizione, tutta racchiusa in due secoli, è in realtà molto più ampia: le sue forme vengono da molto più lontano,

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=