Pittori valdostani di un tempo Sandra Barberi

MICHELE PEAQUIN Ernesto Michele Péaquin nasce il 21 gennaio 1918 a Saint­ Vincent, dove muore il 1 ° aprile 1984. Giovanissimo, conosce l'amarezza di perdere a breve distan­ za di tempo entrambi i genitori e deve pertanto, assieme ai fratelli, lottare duramente contro le difficoltà della vita. La passione per il disegno si manifesta in lui molto precoce­ mente: alle elementari la sua maestra, signora Camos, che era a conoscenza di questa attitudine e delle sue ristrettezze economiche, lo incoraggia aiutandolo al punto di comprare lei stessa fogli e materiale affinché possa disegnare. Più tar­ di frequenterà il pittore torinese Giovanni Reduzzi, presso il quale ha modo di affinare la sua tecnica. Nel 1939 presta il servizio militare nel IV Reggimento Alpi­ ni del Battaglione Aosta; viene richiamato nel '41 e parteci­ pa tra l'altro alla campagna di Jugoslavia. Terminata la drammatica parentesi bellica, profondamente ostica al suo temperamento antimilitarista, trova lavoro pres­ so il Casinò di Saint-Vincent. Non è un «lavoratore del pennello» nel senso pieno dell'espres­ sione, perché dipinge solo saltuariamente, quando l'estro lo ispira. Fu appassionato ammiratore della pittura di Renoir e di Gauguin, ma soprattutto nella pittura di Van Gogh tro­ va suggestioni e suggerimenti tecnici e coloristici cui rimane fedele tutta la vita. Suo maestro è Italo Mus, pure di Saint­ Vincent, dal quale si emancipa elaborando uno stile persona­ le. Sognatore per natura, predilige i soggetti gai, proponen­ do una visione serena e carica di nostalgia del lavoro del mondo rurale. Ama la luce, i colori puri; usa sempre colori a olio su un supporto di tela o, più spesso, di masonite, mate­ riale quest'ultimo che gli consente - previa un'adeguata pre­ parazione con fondi neutri - la caratteristica pennellata densa. Accanto all'attività pittorica, è necessario ricordare anche l'o­ pera di Péaquin come illustratore e grafico: durante gli anni del servizio militare collabora ad una pubblicazione dal titolo Chi ha le scarpe lucide; nel '46 partecipa alla fondazione del giornale satirico-umoristico, Bellerose; negli anni Cinquanta collabora alla rivista Le Flambeau, all'almanacco illustrato Le Messager Valdotain, e a Le Partisan; nel '53 illustra con dodici disegni il libro Contes, légendes et paysages du Val d'Aos- 168 te di André Ferré, dove bene si esprime la sua capacità di rivivere per immagini quelle leggende ascoltate spesso intorno al focolare, o nelle stalle, durante le lunghe veglie invernali tanto care alla gente di montagna. BIBLIOGRAFIA I BIBLIOGRAPHIE: R. WILLIEN, IMostra deipittori valdostani contemporaneipromossa dal «Casino de la Vallée», Saint-Vincent 1948, pp. 4-5; O. BE­ RARD, Michel Péaquin. Un peintre et unpoète qui mérite d'étre valorisé, «Le Flam­ beaw>, 5, 1970, pp. 82-83.

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